«Sono 4 –precisa Francesco Marone Cinzano (presidente del Consorzio di tutela del Brunello di Montalcino)- le aziende alle quali sono state sequestrate le bottiglie dell'annata 2003: Antinori, Frescobaldi, Argiano e Castello Banfi». sotto accusa però ce ne sono anche altre 9.
l'ipotesi di reato è la frode alimentare. il disciplinare del Consorzio impone di utlizzare, per fregiarsi del nome Brunello, il 100% di uve sangiovese mentre le aziende coinvolte nell'inchiesta avrebbero utilizzato un uvaggio (mix di uve differenti), per un arco di tempo considerato tra il 2003 ed il 2007.
«i motivi del taroccamento sono 2: le quantità dell’uva sangiovese disponibile, in primis, sono insufficienti a coprire la domanda crescente di mercato. Inoltre il miscelamento sarebbe legato a una mera questione di palato: il consumatore, soprattutto quello americano, preferisce al gusto forte del Brunello Doc una variante morbida, più dolce e "transalpina"».
le bottiglie incriminate comunque non sono ancora sul mercato. il Brunello richiede infatti 5 anni di invecchiamento prima di esser commercializzato.
in occasione di Benvenuto Brunello (la presentazione dell’annata 2003, avvenuta a Montalcino il 22-23 febbraio scorso) i toni erano completamente differenti:
“Ancora deve uscire sul mercato, ma il Brunello 2003 ha battutto già un record: oltre il 50% delle 7 milioni di bottiglie prodotte sono già state vendute. (...)
A fare del Brunello 2003 un vino di grande qualità hanno contribuito soprattutto le condizioni climatiche ottime: si è avuto, infatti, tempo soleggiato da aprile fino alla fine di agosto, consentendo all'uva di sviluppare bacche sane”.
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