alla ricerca della verità

martedì 19 giugno 2007

Otto per mille fa 8.000?


Belli gli SPOT della nostra beneamata Chiesa Cattolica che in primavera imperversano in TV. Belli davvero. La Chiesa è orgogliosa di aver già fatto molto per gli anziani, per i disabili, per i paesi poveri, per tutte le persone che soffrono e chiede le nostre firme per fare ancora di più in futuro. Perchè la Chiesa sa bene quale sia la migliore destinazione economica dello spregievole e vile denaro: le sue capienti tasche.

Innanzitutto si precisa una cosa che forse non tutti sanno. L'otto per mille non viene destinato a uno degli enti previsti per legge dallo Stato solo nel momento in cui una persona decide attivamente di esprimere il proprio consenso con una firma nell'apposito spazio. L'otto per mille di tutti coloro non hanno apposto alcuna firma infatti viene ripartito sulla base della distribuzione percentuale di coloro che invece la propria volontà l'hanno manifestata. Il che tradotto in numeri significa che alla Chiesa Cattolica finisce poco meno del 90% dell'otto per mille totale.

Uno spot in meno della Chiesa e uno in più del Ministero per illustrare con trasparenza questo meccanismo la primavera prossima sarebbe gradito. Ma non è questo il problema principale.

Il problema vero è che la Chiesa è l'unico ente della lista di potenziali beneficiari dell'otto per mille che fa propaganda in TV con uno spot che va ben oltre la pubblicità ingannevole.

I dati ufficiali diffusi dalla CEI in merito all'utilizzo dei fondi raccolti con l'otto per mille nel 2005 parlano chiaro: del miliardo di euro che la Chiesa ha incamerato il 32% è stato destinato al sostentamento dei sacerdoti, il 28% a opere pastorali, fondo catechesi per l'educazione cristiana, tribunali ecclesiastici e fondi per i vescovi, 13% all'edilizia di culto, INFINE il restante 27% è FINALMENTE destinato a carità, terzo mondo e beni culturali.

Per la Chiesa la pubblicità è un investimento dall'altissimo ritorno: ogni firma in più si porta dietro anche i soldi della grande maggioranza dei cittadini che non firma e che vedono (o non vedono) oltre due terzi delle proprie tasse finanziare l'autosostentamento dell'immensa macchina burocratica cattolica.

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