In Birmania c'era la dittatura, poi nel 1988 un golpe portò al potere un regime militare e dal 1989 la Birmania non c'è più. C'è il Myanmar, un nome etnicamente corretto per un paese che è sempre lo stesso e vive delle sue contraddizioni. 43 milioni di abitanti su una superficie che è il doppio dell'Italia.
Questo è quello che succede oggi in Myanmar: le pacifiche proteste del popolo (guidato dai monaci buddisti) vengono represse nel sangue dalla polizia del regime.
"In support of our incredibly brave friends in Burma: May all people around the world wear red shirt on Friday 28. Please forward!".
alla ricerca della verità
venerdì 28 settembre 2007
giovedì 27 settembre 2007
caccia alle streghe
Un attacco mediatico?
Un'intimidazione?
La verità?
Un'intimidazione?
La verità?
L'ira di Mastella e la solidarietà di Prodi.
mercoledì 26 settembre 2007
so cosa hai fatto
Non è la recensione di un film, ma l'unico commento possibile alle parole pronunciate a Ballarò del ministro Clemente Mastella: "Ho visto un cartello nel vostro servizio con su scritto 'Mastella ti odio'. Io non ci sto: perché l'odio? Cosa ho fatto? Io non ho fatto né più né meno degli altri ministri".
martedì 25 settembre 2007
domenica 23 settembre 2007
c'é sempre qualcosa, dietro
Questione di culo: a miss Italia si discute sul Lato B, perché la più bella d’italia si deve valutare nel suo complesso. Il riassunto lo fa Guillermo Mariotto: “Una miss Italia che si rispetti deve avere bel culo, bel seno e bel sorriso”.
Daniela Santanchè, deputato di An, è la più scandalizzata: "Una volta, a Miss Italia c'era più rispetto per le candidate. Ora con Corona, Vallettopoli e il turpiloquio di Beppe Grillo è tutto degenerato".
Daniela Santanchè, deputato di An, è la più scandalizzata: "Una volta, a Miss Italia c'era più rispetto per le candidate. Ora con Corona, Vallettopoli e il turpiloquio di Beppe Grillo è tutto degenerato".
venerdì 21 settembre 2007
le due anime del grillismo e la società civile, con permesso
“Grillo. Replica choc al Tg2: se sparassero al direttore?". Venerdì 21 settembre, mattina: questo è il terzo titolo lanciato sul sito del Corriere. La sera prima Grillo era a Codroipo (Udine) per un suo spettacolo. Dopo aver lasciato le telecamere Rai fuori, ma consapevole della probabilità che qualche giornalista potesse essere in sala, il comico lascia partire il filmato dell’editoriale in cui Mazza agita il pericolo-Grillo: “Cosa accadrebbe se un mattino qualcuno, ascoltati quegli insulti, premesse all'improvviso il grilletto?”, “…e ti sparasse nel culo?” completa Grillo.
Una boutade liberatoria per il comico che aveva evitato di replicare a Mazza, una battuta discutibile ma del tutto innocua, se contestualizzata, che si è prestata perfettamente a un’apertura col botto sul Corriere. Questo gioco va avanti da tredici giorni, dal V-Day, dalle distinzioni sul vaffanculo buono e quello cattivo. Gli epiteti più benevolenti dedicati a Grillo sono stati qualunquista, demagogo e populista, poi, a briglia sciolta, fascista, eversore e “apprendista stregone, ispiratore di attentati”. Molti giornalisti più o meno di sinistra e più o meno alternativi –da Severgnini a Scalfari, da Zucconi a Serra– hanno fatto spallucce, o stigmatizzato le apparenze di ignoranza o violenza di Grillo e “grillini” tutti.
I telegiornali hanno ispessito il loro “panino” politico con un paio di acri fettine di grillo-pensiero e sono passati a più serie questioni (tipo il matrimonio di Baldini, l’amico di Fiorello, nel giorno in cui oltre 300.000 persone firmavano per una legge d’iniziativa popolare). Lo si attacca inventando, travisando, ignorando, o pubblicando esclusivamente foto in cui Grillo sembra un iconoclasta idrofobo. E’ un fuoco di sbarramento mediatico con cui la “casta” allargata, o “sistema”, ha scelto di dedicarsi alla forma verbale del comico, anziché alle battaglie di sostanza che conduce da anni, o alle centinaia di migliaia di cittadini, eterogenei fra loro, che hanno trovato del valore nei suoi messaggi.
Ecco: la società civile, forse e finalmente. Quella stessa che, se compra 1 milione di copie de “La Casta” di Stella e Rizzo, diventa fenomeno, ma non importa, perché non si coagula e non agisce (la stessa cosa per le 800.000 copie di “Gomorra” di Saviano). E che se legge che, nonostante “La Casta”, le spese della Camera sono aumentate anche nel 2007 (notizia di ieri); o che l’ex Ministro dei Trasporti (!) Burlando ha guidato per oltre 1 chilometro contromano sulla A10, ma, fermato dalla polizia, non è stato nemmeno multato perché ha mostrato il tesserino da (ex) parlamentare (notizia di oggi); questa società civile si indigna, ma non può (non sa come) ribellarsi.
Invece Grillo e Internet hanno saputo metterla assieme, fornirle una struttura dove dialogare e organizzarsi intorno a valori comuni. Questo è il cerchio che il comico è riuscito a far quadrare. Ed è questo che mette ansia al sistema. E allo stesso tempo, che Grillo e le persone che parlano con lui e attraverso lui, si confrontino da tempo su ambiente, salute, tecnologie, legalità, lavoro, pezzi di vita vera. Questo è il miglior Grillo, che capisce come gira il mondo, sa come organizzarsi e, lungi dal gettarsi in una campagna solitaria e facilona, ha ottenuto appoggi e consulenze da giornalisti (Travaglio, Gabanelli, ma anche Iacona, Spinelli e Sartori se ne sono occupati con interesse), scienziati, economisti, organizzazioni.
Attenzione, Grillo non è un messia, non ha sempre ragione, non sceglie sempre i toni giusti, e forse gode persino del successo che sta avendo. E su questi aspetti è facile la critica. Pensino, i critici di Grillo e del grillismo, che persino fra chi lo ascolta c’è chi pensa, e non condivide sempre e comunque ciò che il comico propone, per forma e contenuti. La battuta di ieri a Codroipo, o il Prodi-Alzheimer, per esempio, sono probabilmente eccessivi. E non tanto per la loro pericolosità, o per la qualità delle battute, in questi casi non raffinatissime. E’ però una questione di opportunità.
Prima dell’otto settembre Grillo non esisteva perché in tv e sui giornali non si vedeva. Ora, invece, ogni volta che il comico scivola su qualcosa, anche di non serio, finisce in prima pagina, con determinati titoli e fotografie. Dopo il V-Day Grillo ha una nuova responsabilità. Certo, chi lo chiama a forza in politica sbaglia: Grillo non diventerà un politico, si trova molto meglio come comico della resistenza, come osservatore esterno critico e arrabbiato. Ed è proprio per questo che i politici lo “invocano” nella loro arena: per normalizzarlo, per comprenderlo e combatterlo meglio, per riassorbire una scheggia che dall’esterno sa come incidere il sistema.
Allora continui a fare il comico, a urlare e sfottere, ma con la consapevolezza della nuova e vischiosa visibilità che ha acquisito. Il Rambo dell’invettiva provi a usare di più il fioretto e meno le granate per combattere le sue battaglie, spesso sacrosante. Sarà più facile, così, che arrivi davvero quella ventata che ripulirà un po’ la palude della casta. E sarà più complicato schivare i contenuti forti di Grillo e di tanti cittadini, a partire dalla legge d’iniziativa popolare, ineccepibile nell’ispirazione, discutibile nei singoli punti, e che ora, infatti, dovrà essere discussa in parlamento. Tra l’anima del fustigatore iracondo, strumentalizzata dai media e dai politici, e quella del sagace mobilitatore, i cui argomenti hanno un peso specifico inequivocabile, cerchi un equilibrio. Che continui a dare risonanza alla voce di cittadini stanchi da decenni.
Una boutade liberatoria per il comico che aveva evitato di replicare a Mazza, una battuta discutibile ma del tutto innocua, se contestualizzata, che si è prestata perfettamente a un’apertura col botto sul Corriere. Questo gioco va avanti da tredici giorni, dal V-Day, dalle distinzioni sul vaffanculo buono e quello cattivo. Gli epiteti più benevolenti dedicati a Grillo sono stati qualunquista, demagogo e populista, poi, a briglia sciolta, fascista, eversore e “apprendista stregone, ispiratore di attentati”. Molti giornalisti più o meno di sinistra e più o meno alternativi –da Severgnini a Scalfari, da Zucconi a Serra– hanno fatto spallucce, o stigmatizzato le apparenze di ignoranza o violenza di Grillo e “grillini” tutti.
I telegiornali hanno ispessito il loro “panino” politico con un paio di acri fettine di grillo-pensiero e sono passati a più serie questioni (tipo il matrimonio di Baldini, l’amico di Fiorello, nel giorno in cui oltre 300.000 persone firmavano per una legge d’iniziativa popolare). Lo si attacca inventando, travisando, ignorando, o pubblicando esclusivamente foto in cui Grillo sembra un iconoclasta idrofobo. E’ un fuoco di sbarramento mediatico con cui la “casta” allargata, o “sistema”, ha scelto di dedicarsi alla forma verbale del comico, anziché alle battaglie di sostanza che conduce da anni, o alle centinaia di migliaia di cittadini, eterogenei fra loro, che hanno trovato del valore nei suoi messaggi.
Ecco: la società civile, forse e finalmente. Quella stessa che, se compra 1 milione di copie de “La Casta” di Stella e Rizzo, diventa fenomeno, ma non importa, perché non si coagula e non agisce (la stessa cosa per le 800.000 copie di “Gomorra” di Saviano). E che se legge che, nonostante “La Casta”, le spese della Camera sono aumentate anche nel 2007 (notizia di ieri); o che l’ex Ministro dei Trasporti (!) Burlando ha guidato per oltre 1 chilometro contromano sulla A10, ma, fermato dalla polizia, non è stato nemmeno multato perché ha mostrato il tesserino da (ex) parlamentare (notizia di oggi); questa società civile si indigna, ma non può (non sa come) ribellarsi.
Invece Grillo e Internet hanno saputo metterla assieme, fornirle una struttura dove dialogare e organizzarsi intorno a valori comuni. Questo è il cerchio che il comico è riuscito a far quadrare. Ed è questo che mette ansia al sistema. E allo stesso tempo, che Grillo e le persone che parlano con lui e attraverso lui, si confrontino da tempo su ambiente, salute, tecnologie, legalità, lavoro, pezzi di vita vera. Questo è il miglior Grillo, che capisce come gira il mondo, sa come organizzarsi e, lungi dal gettarsi in una campagna solitaria e facilona, ha ottenuto appoggi e consulenze da giornalisti (Travaglio, Gabanelli, ma anche Iacona, Spinelli e Sartori se ne sono occupati con interesse), scienziati, economisti, organizzazioni.
Attenzione, Grillo non è un messia, non ha sempre ragione, non sceglie sempre i toni giusti, e forse gode persino del successo che sta avendo. E su questi aspetti è facile la critica. Pensino, i critici di Grillo e del grillismo, che persino fra chi lo ascolta c’è chi pensa, e non condivide sempre e comunque ciò che il comico propone, per forma e contenuti. La battuta di ieri a Codroipo, o il Prodi-Alzheimer, per esempio, sono probabilmente eccessivi. E non tanto per la loro pericolosità, o per la qualità delle battute, in questi casi non raffinatissime. E’ però una questione di opportunità.
Prima dell’otto settembre Grillo non esisteva perché in tv e sui giornali non si vedeva. Ora, invece, ogni volta che il comico scivola su qualcosa, anche di non serio, finisce in prima pagina, con determinati titoli e fotografie. Dopo il V-Day Grillo ha una nuova responsabilità. Certo, chi lo chiama a forza in politica sbaglia: Grillo non diventerà un politico, si trova molto meglio come comico della resistenza, come osservatore esterno critico e arrabbiato. Ed è proprio per questo che i politici lo “invocano” nella loro arena: per normalizzarlo, per comprenderlo e combatterlo meglio, per riassorbire una scheggia che dall’esterno sa come incidere il sistema.
Allora continui a fare il comico, a urlare e sfottere, ma con la consapevolezza della nuova e vischiosa visibilità che ha acquisito. Il Rambo dell’invettiva provi a usare di più il fioretto e meno le granate per combattere le sue battaglie, spesso sacrosante. Sarà più facile, così, che arrivi davvero quella ventata che ripulirà un po’ la palude della casta. E sarà più complicato schivare i contenuti forti di Grillo e di tanti cittadini, a partire dalla legge d’iniziativa popolare, ineccepibile nell’ispirazione, discutibile nei singoli punti, e che ora, infatti, dovrà essere discussa in parlamento. Tra l’anima del fustigatore iracondo, strumentalizzata dai media e dai politici, e quella del sagace mobilitatore, i cui argomenti hanno un peso specifico inequivocabile, cerchi un equilibrio. Che continui a dare risonanza alla voce di cittadini stanchi da decenni.
guidare contromano in autostrada: ai deputati è permesso
Sembra uno scherzo, una burla, invece è tutto vero: Claudio Burlando, il governatore della Liguria, é stato fermato da una pattuglia della polizia dopo aver guidato per oltre 1 chilometro contromano in autostrada. Agli agenti al posto della patente ha mostrato il tesserino da deputato e spavaldamente ha ammesso le sue colpe. La sua onestà viene premiata, gli agenti se ne vanno senza nemmeno fargli la multa.
questa la relazione di servizio degli agenti: "Verso le ore 12,15 la pattuglia veniva inviata dal locale Centro Operativo Autostradale presso il casello di Genova-Aeroporto (la centrale è stata allertata da svariate telefonate di automobilisti). Giunti sul posto venivamo avvicinati da tre persone (gli occupanti dell'ultima vettura che stava per essere centrata dalla macchina del Presidente). Asserivano di essersi trovati l'autovettura Mitsubishi Space Runner targata AH... procedere contromano. Alla guida della Mitsubishi si trovava tale Burlando Claudio, nato a Genova il 27.04.1954, identificato mediante tessera della Camera dei Deputati numero 938...". Precisano gli agenti: "Quest'ultimo ammetteva quanto sostenuto dagli utenti senza dare un giustificato motivo alla manovra effettuata".
Ultime righe della relazione: "La pattuglia, non avendo comunque accertato l'infrazione in oggetto, si asteneva dal contestare alcun tipo di sanzione, limitandosi ad informare il comandante telefonicamente e a redigere la presente".
Per i "comuni mortali" il Codice della Strada prevede per la guida contromano 4 punti in meno sulla patente; 10 in caso di curve e strade divise da carreggiate separate.
questa la relazione di servizio degli agenti: "Verso le ore 12,15 la pattuglia veniva inviata dal locale Centro Operativo Autostradale presso il casello di Genova-Aeroporto (la centrale è stata allertata da svariate telefonate di automobilisti). Giunti sul posto venivamo avvicinati da tre persone (gli occupanti dell'ultima vettura che stava per essere centrata dalla macchina del Presidente). Asserivano di essersi trovati l'autovettura Mitsubishi Space Runner targata AH... procedere contromano. Alla guida della Mitsubishi si trovava tale Burlando Claudio, nato a Genova il 27.04.1954, identificato mediante tessera della Camera dei Deputati numero 938...". Precisano gli agenti: "Quest'ultimo ammetteva quanto sostenuto dagli utenti senza dare un giustificato motivo alla manovra effettuata".
Ultime righe della relazione: "La pattuglia, non avendo comunque accertato l'infrazione in oggetto, si asteneva dal contestare alcun tipo di sanzione, limitandosi ad informare il comandante telefonicamente e a redigere la presente".
Per i "comuni mortali" il Codice della Strada prevede per la guida contromano 4 punti in meno sulla patente; 10 in caso di curve e strade divise da carreggiate separate.
giovedì 20 settembre 2007
'Mazza che Merlo!
Dopo l'editoriale di Mazza (su Grillo ed i cattivi maestri) anche Merlo (deputato dell'Ulivo e vicepresidente della Vigilanza Rai) espirme la propria opinione: "Sarei in difficoltà se dovessi contestare la tesi del direttore del Tg2 quando ricorda che la violenza verbale può sfociare, a volte inconsapevolmente, in violenza fisica. La cultura democratica non può tollerare un confronto politico basato sugli insulti, sulla delegittimazione totale, politica e morale, dell'avversario".
Ne ferisce più la penna che la spada o la bocca di un comico a quanto pare. Peccato che delegittimati a governare siano gli stessi parlamentari italiani. Delegittimati dal popolo stesso che (non) li ha eletti.
Ne ferisce più la penna che la spada o la bocca di un comico a quanto pare. Peccato che delegittimati a governare siano gli stessi parlamentari italiani. Delegittimati dal popolo stesso che (non) li ha eletti.
mercoledì 19 settembre 2007
le responsabilità dei media sull'antipolitica
Ne parla anche il Presidente della Repubblica, lo allarma il "danno" che procura un’informazione concentrata soltanto in "rappresentazioni unilaterali della realtà".
E ci voleva il V-Day per farglielo capire?
A quanto pare sì, visto che solo ora si sente inquieto per "le ricadute che può avere la denuncia indiscriminata e magari approssimativa, non puntuale, sensazionalistica dello stesso mondo della politica e delle istituzioni". Richiama anche al dovere di "coniugare principio di realtà e principio di responsabilità", senza per questo "accettare censure o infliggersi autocensure".
E' importante tenere conto delle conseguenze "di quel che si scrive o si comunica, specie quando si informi, si indaghi, si denunci in materia di politica e di istituzioni".
Per questo il Parlamento vuole imbavagliare i giornalisti con una legge per "limitare" l'utilizzo delle intercettazioni: prevedendo pesanti sanzioni (anche penali) ai giornalisti, negando la possibilità di accedere alle intercettazioni durante le indagini preliminari e considerata la durata dei processi in Italia, con questa nuova legge non si saprebbe mai nulla.
C’è infatti "un interesse generale" da preservare sempre.... sì, la poltrona del potere!
E ci voleva il V-Day per farglielo capire?
A quanto pare sì, visto che solo ora si sente inquieto per "le ricadute che può avere la denuncia indiscriminata e magari approssimativa, non puntuale, sensazionalistica dello stesso mondo della politica e delle istituzioni". Richiama anche al dovere di "coniugare principio di realtà e principio di responsabilità", senza per questo "accettare censure o infliggersi autocensure".
E' importante tenere conto delle conseguenze "di quel che si scrive o si comunica, specie quando si informi, si indaghi, si denunci in materia di politica e di istituzioni".
Per questo il Parlamento vuole imbavagliare i giornalisti con una legge per "limitare" l'utilizzo delle intercettazioni: prevedendo pesanti sanzioni (anche penali) ai giornalisti, negando la possibilità di accedere alle intercettazioni durante le indagini preliminari e considerata la durata dei processi in Italia, con questa nuova legge non si saprebbe mai nulla.
C’è infatti "un interesse generale" da preservare sempre.... sì, la poltrona del potere!
"I politici cercano di proteggere sé stessi, negando ai cittadini la possibilità di verificare la loro condotta politica".
(A. Di Pietro)
venerdì 14 settembre 2007
D'Alema e De André
Capita durante un'intervista di fare qualche citazione, così per darsi un tono o per enfatizzare il concetto espresso. A Bologna si sta svolgendo la Festa dell'Unità, nella sala "14 ottobre" Bianca Berlinguer intervista il ministro degli Esteri. Parole da saggio, segnala l'intervistatrice. E D'Alema: «Ricordo quella canzone di De André: chi non può più dare il cattivo esempio, può dare buoni consigli».
De André era volutamente ironico in "Bocca di rosa", ossia la canzone che D'Alema cita, e intendeva l'esatto contrario con quel sostantivo "buoni". A questo punto: o D'Alema non riesce neppure a capire il senso di un testo (e non si parla di un saggio di metafisica) o è talmente sfacciato da ammetere pubblicamente che le sue idee sono buone solo per pulirsi il culo.
De André era volutamente ironico in "Bocca di rosa", ossia la canzone che D'Alema cita, e intendeva l'esatto contrario con quel sostantivo "buoni". A questo punto: o D'Alema non riesce neppure a capire il senso di un testo (e non si parla di un saggio di metafisica) o è talmente sfacciato da ammetere pubblicamente che le sue idee sono buone solo per pulirsi il culo.
Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio.
(F. De André)
giovedì 13 settembre 2007
sciopero della pasta
Contro i rincari oggi niente pasta e neppure panini e brioches. A leggere bene il manifesto dell'iniziativa, promossa dalle principali associazioni dei consumatori, astensione anche dall'acquisto e consumo pure di pasta all’uovo, al forno, riso e lasagne. I rincari di maccheroni e spaghetti (20 centesimi in più al chilo) arriverebbero ad incidere sui costi familiari per circa 700 euro in più all'anno.
Giusto protestare, lo sciopero è un diritto! Però che il ministro Mastella si faccia testimonial della manifestazione... se famo dù spaghi?
Giusto protestare, lo sciopero è un diritto! Però che il ministro Mastella si faccia testimonial della manifestazione... se famo dù spaghi?
martedì 11 settembre 2007
USA: una sola domanda
Possibilie che il nuovo video di Bin Laden salti fuori proprio nei giorni in cui in America si mette in discussione la presenza delle truppe in Iraq e il rifinanziamento della missione?
Lasciamo stare che Bush e il partito repubblicano sono in crisi di consensi e che la loro strategia politica si fonda sulla lotta al terrorismo. Questa è solo una coincidenza.
Lasciamo stare che Bush e il partito repubblicano sono in crisi di consensi e che la loro strategia politica si fonda sulla lotta al terrorismo. Questa è solo una coincidenza.
lunedì 10 settembre 2007
sordi ad ogni insofferenza
Le reazioni dei politici al V-DAY dimostrano come non hanno capito una mazza, vivono nel loro mondo fatato, fatto di poltroncine potere ed auto blu, ma sono completamente avulsi da quel che succede intorno a loro, in Italia. E vorrebbero guidare il Paese.
Il V-DAY non è di Beppe Grillo ma degli italiani!
Il V-DAY non è di Beppe Grillo ma degli italiani!
domenica 9 settembre 2007
vergogna!
Pier Ferdinando Casini ha definito il V-DAY: "una manifestazione di cui dovremo vergognarci perché è stato attaccato Marco Biagi che invece andrebbe santificato".
Fu lo stesso Casini a candidare Cosimo Mele per un posto in Parlamento nonstante questi fosse finito in prigione (a gennaio del 1999 da vicesindaco di Carovigno) perché (insieme col primo cittadino) andava a giocare al casinò coi soldi delle tangenti. Poi Mele è finito a puttane, ma questa è un'altra storia. Troppo recente per vergognarsene.
Fu lo stesso Casini a candidare Cosimo Mele per un posto in Parlamento nonstante questi fosse finito in prigione (a gennaio del 1999 da vicesindaco di Carovigno) perché (insieme col primo cittadino) andava a giocare al casinò coi soldi delle tangenti. Poi Mele è finito a puttane, ma questa è un'altra storia. Troppo recente per vergognarsene.
sabato 8 settembre 2007
V-DAY MILANO live
ore 12.00, PIAZZA LIMA: sono finiti i moduli per la raccolta firme.
ore 12.30, PIAZZA SAN BABILA: in questo punto di ritrovo proseguirà la raccolta firme (che doveva essere solo questa mattina) fino alle 18.00.
media: radio 105 e StudioAperto hanno dedicato un servizio al V-DAY.
ore 16.30, LARGO CAIROLI: finiti i moduli per la raccolta firme, qui come in ogni altro banchetto di Milano.
LA RACCOLTA DELLE FIRME PROSEGUIRA' IL PROSSIMO WEEK-END (15-16 settembre) nei banchetti allestiti alla Festa Dell'Unità, presso il MADZA PALACE, dove Beppe Grillo terrà il suo spettacolo.
ore 12.30, PIAZZA SAN BABILA: in questo punto di ritrovo proseguirà la raccolta firme (che doveva essere solo questa mattina) fino alle 18.00.
media: radio 105 e StudioAperto hanno dedicato un servizio al V-DAY.
ore 16.30, LARGO CAIROLI: finiti i moduli per la raccolta firme, qui come in ogni altro banchetto di Milano.
LA RACCOLTA DELLE FIRME PROSEGUIRA' IL PROSSIMO WEEK-END (15-16 settembre) nei banchetti allestiti alla Festa Dell'Unità, presso il MADZA PALACE, dove Beppe Grillo terrà il suo spettacolo.
venerdì 7 settembre 2007
mercoledì 5 settembre 2007
si incomincia a parlarne
ROMA, 4 settembre (Reuters) - Ha anche un inno ufficiale, in stile rap'n'rock, il V-Day che sabato prossimo mobiliterà le piazze di almeno 180 città italiane, per una protesta contro i "politici corrotti" lanciata da Beppe Grillo, l'attore ligure che da anni è diventato una sorta di "guru" per migliaia di persone che lo seguono anche attraverso il suo blog, il più letto d'Italia.
"Al V-Day ci sei o non ci sei, serve una nuova soluzione, c'è troppa corruzione", dice la canzone scritta dal cantautore Leo Pari e diffusa per ora via web. Su un sottofondo di rock "militante", Pari canta "contro l'Italia che affonda" e avverte: "questo è un invito, alzate tutti il dito medio".
Perché, come spiega lo stesso Grillo, V-Day sta proprio per Vaffanculo-Day, giorno del "vaffanculo", indirizzato prima di tutto ai parlamentari giudicati o condannati in via definitiva per vari reati ma ancora saldi sui loro seggi ("onorevole, onorevole, questo è disdicevole"), ma anche "contro l'Italia che affonda". Insomma, una protesta di piazza contro quella "Casta" politica al centro del libro-best seller di due giornalisti del Corriere della Sera.
MANIFESTAZIONI IN 180 CITTA' Sul sito beppegrillo.it, che ha anche una versione inglese e che secondo Techonorati - sorta di "misuratore" della popolarità dei blog - è il 13esimo diario web più letto al mondo, a quattro giorni dalla manifestazione sono 180 le città grandi e piccole d'Italia dove i Grillo-fans hanno in programma iniziative. E sono oltre 188mila le persone che si sono registrate online per partecipare, anche se non si sa in quanti abbiamo contributo inviando denaro a un conto personale di Beppe Grillo presso la Banca Popolare Etica.
In programma, concerti, proiezioni, animazioni, ma anche la raccolta di firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare per escludere dal Parlamento chi sia stato eletto già due volte e chi sia stato condannato con sentenza definitiva o abbia patteggiato una pena.
La scelta della data è fortemente simbolica: l'8 settembre del 1943 fu annunciato l'armistizio dell'Italia con le potenze alleate. L'Italia non usciva però dalla guerra: i Savoia fuggirono verso il sud, lasciando Roma e l'Italia centro-settentrionale in mano ai tedeschi, divenuti nemici. Una disfatta, dunque.
TRA D-DAY e "V PER VENDETTA" "Il giorno della disfatta nostra - dice Beppe Grillo nella canzone - ma ora sarà il giorno della disfatta loro", cioè dei politici corrotti. E nel calderone del V-Day, per esplicita citazione grilliana, finisce anche il D-Day, cioè lo sbarco degli alleati in Normandia del giugno 1944. Ma anche un fortunato film del 2005, "V per Vendetta", basato su un fumetto inglese degli anni 80 che ipotizza una Londra dominata da un governo fascista e il cui claim recita: "Il popolo non dovrebbe temere il proprio governo. I governi dovrebbero temere il popolo". Frase presa in prestito in realtà non da un demagogo populista, ma adatta da un discorso del terzo presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson.
I sostenitori del V-Day che si iscrivono sul sito di Grillo stanno lasciando anche brevi messaggi, e molti di quelli che compaiono sembrano dichiaratamente anti-politici.
"Mandiamoli tutti affa... e poi a lavorare", scrive Omar Grigolone. "Black Block" invece incita: "Fiamme al Parlamento!", mentre "Luana la puttana" scrive: "Basta ai puttanieri cocainomani in Parlamento". "Via i rumeni, i Roma e i politici che non si preoccupano affatto del popolo", dice un navigatore che si firma Andrea De Luisi.
Ma ci sono anche le rivedicazioni generazionali, come l'associazione Omega che invoca: "Ricominciamo dai giovani" , e anche chi esprime una protesta più pacata: "Riportiamo l'Italia ad essere degna del nome che porta! E voi del Palazzo fate qualcosa!?", dice Daniele Orlandini.
Una protesta, quella del V-Day, che sembra non essere catalogabile né a sinistra né a destra, tant'è vero che i partiti politici finora hanno mostrato in gran parte indifferenza o fastidio per l'iniziativa di Grillo, che nei mesi scorsi ha criticato il Partito Democratico ("sono degli avatar di Second Life") e la candidatura del "povero Veltroni" alla sua guida.
Per qualche commentatore, quella di sabato prossimo può anche essere una prova generale di una "discesa in campo" direttamente politica di Grillo. Nei mesi scorsi un mensile politico, "Formiche", gli ha dedicato la copertina, con diversi interventi di esperti.
Il suo blog, per esempio, oltre a contenere riflessioni e invettive, e a funzionare da negozio online per i suoi spettacoli, i libri e i dvd, è anche il punto di raccordo dei suoi "Meetup", degli "Amici di Beppe Grillo", comitati locali presenti già in decine e decine di località italiane e anche all'estero. Comitati che rilanciano a livello cittadino le iniziative nazionali, ma anche che agiscono con una certa autonomia, su temi che vanno dalla corruzione alla difesa dell'ambiente, e che contano in diversi casi centinaia di aderenti.
"Al V-Day ci sei o non ci sei, serve una nuova soluzione, c'è troppa corruzione", dice la canzone scritta dal cantautore Leo Pari e diffusa per ora via web. Su un sottofondo di rock "militante", Pari canta "contro l'Italia che affonda" e avverte: "questo è un invito, alzate tutti il dito medio".
Perché, come spiega lo stesso Grillo, V-Day sta proprio per Vaffanculo-Day, giorno del "vaffanculo", indirizzato prima di tutto ai parlamentari giudicati o condannati in via definitiva per vari reati ma ancora saldi sui loro seggi ("onorevole, onorevole, questo è disdicevole"), ma anche "contro l'Italia che affonda". Insomma, una protesta di piazza contro quella "Casta" politica al centro del libro-best seller di due giornalisti del Corriere della Sera.
MANIFESTAZIONI IN 180 CITTA' Sul sito beppegrillo.it, che ha anche una versione inglese e che secondo Techonorati - sorta di "misuratore" della popolarità dei blog - è il 13esimo diario web più letto al mondo, a quattro giorni dalla manifestazione sono 180 le città grandi e piccole d'Italia dove i Grillo-fans hanno in programma iniziative. E sono oltre 188mila le persone che si sono registrate online per partecipare, anche se non si sa in quanti abbiamo contributo inviando denaro a un conto personale di Beppe Grillo presso la Banca Popolare Etica.
In programma, concerti, proiezioni, animazioni, ma anche la raccolta di firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare per escludere dal Parlamento chi sia stato eletto già due volte e chi sia stato condannato con sentenza definitiva o abbia patteggiato una pena.
La scelta della data è fortemente simbolica: l'8 settembre del 1943 fu annunciato l'armistizio dell'Italia con le potenze alleate. L'Italia non usciva però dalla guerra: i Savoia fuggirono verso il sud, lasciando Roma e l'Italia centro-settentrionale in mano ai tedeschi, divenuti nemici. Una disfatta, dunque.
TRA D-DAY e "V PER VENDETTA" "Il giorno della disfatta nostra - dice Beppe Grillo nella canzone - ma ora sarà il giorno della disfatta loro", cioè dei politici corrotti. E nel calderone del V-Day, per esplicita citazione grilliana, finisce anche il D-Day, cioè lo sbarco degli alleati in Normandia del giugno 1944. Ma anche un fortunato film del 2005, "V per Vendetta", basato su un fumetto inglese degli anni 80 che ipotizza una Londra dominata da un governo fascista e il cui claim recita: "Il popolo non dovrebbe temere il proprio governo. I governi dovrebbero temere il popolo". Frase presa in prestito in realtà non da un demagogo populista, ma adatta da un discorso del terzo presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson.
I sostenitori del V-Day che si iscrivono sul sito di Grillo stanno lasciando anche brevi messaggi, e molti di quelli che compaiono sembrano dichiaratamente anti-politici.
"Mandiamoli tutti affa... e poi a lavorare", scrive Omar Grigolone. "Black Block" invece incita: "Fiamme al Parlamento!", mentre "Luana la puttana" scrive: "Basta ai puttanieri cocainomani in Parlamento". "Via i rumeni, i Roma e i politici che non si preoccupano affatto del popolo", dice un navigatore che si firma Andrea De Luisi.
Ma ci sono anche le rivedicazioni generazionali, come l'associazione Omega che invoca: "Ricominciamo dai giovani" , e anche chi esprime una protesta più pacata: "Riportiamo l'Italia ad essere degna del nome che porta! E voi del Palazzo fate qualcosa!?", dice Daniele Orlandini.
Una protesta, quella del V-Day, che sembra non essere catalogabile né a sinistra né a destra, tant'è vero che i partiti politici finora hanno mostrato in gran parte indifferenza o fastidio per l'iniziativa di Grillo, che nei mesi scorsi ha criticato il Partito Democratico ("sono degli avatar di Second Life") e la candidatura del "povero Veltroni" alla sua guida.
Per qualche commentatore, quella di sabato prossimo può anche essere una prova generale di una "discesa in campo" direttamente politica di Grillo. Nei mesi scorsi un mensile politico, "Formiche", gli ha dedicato la copertina, con diversi interventi di esperti.
Il suo blog, per esempio, oltre a contenere riflessioni e invettive, e a funzionare da negozio online per i suoi spettacoli, i libri e i dvd, è anche il punto di raccordo dei suoi "Meetup", degli "Amici di Beppe Grillo", comitati locali presenti già in decine e decine di località italiane e anche all'estero. Comitati che rilanciano a livello cittadino le iniziative nazionali, ma anche che agiscono con una certa autonomia, su temi che vanno dalla corruzione alla difesa dell'ambiente, e che contano in diversi casi centinaia di aderenti.
martedì 4 settembre 2007
i governi dovrebbero aver paura dei propri popoli
"ACCOMPAGNIAMO LA GIORNATA DI PROTESTA CON L'INIZIATIVA REALE DELLA RACCOLTA DI FIRME PER UNA LEGGE D'INIZIATIVA POPOLARE CONTRO I CONDANNATI IN PARLAMENTO".
lunedì 3 settembre 2007
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