alla ricerca della verità

giovedì 21 febbraio 2008

cloverfield (campo di trifogli)

sopra: la locandina del film "1997: fuga da new york", un omaggio alla pellicola che ha dato l'idea di mozzare la testa alla statua della libertà come avviene anche in cloverfield

credo che cloverfield sia il classico film che o si ama o si odia (al termine della proiezione qualcuno se ne è andato rilasciando commenti stile fantozzi sulla corrazzata potemkin "che cagata pazzesca!") e premetto subito che a me è piaciuto davvero tanto.
la storia è vecchia quasi quanto il cinema: un ragazzo riesce a conquistare la ragazza più dolce e carina fin dai tempi del liceo, in pochi giorni manda tutto a puttane e una creatura gigantesca tipo Gozilla salta fuori dal nulla e mette a ferro e fuoco l'intera Manhattan. fin dalla prima scena di devastazione la memoria richiama subito alla mente le immagini della tragedia del 11 settembre (le esplosioni dei grattacieli, la densa polvere grigia che invade le strade, le masse di folla urlante) e probabilmente anche questo favorisce l'immediata immedesimazione dello spettatore.
per chi non lo sapesse il film è girato interamente con una videocamera portatile, per cui la prospettiva è quella di uno dei ragazzi protagonisti che si preoccupa di documentare l’intera vicenda a beneficio dei posteri. qualcuno ha criticato le inquadrature ballerine, definendole da voltastomaco, ma è proprio qui che risiede la forza straordinaria del film. in realtà le inquadrature non sono mai gratuite e nulla è lasciato al caso. la regia è sapiente nella sua capacità di combinare spontaneità e riprese artisticamente eccellenti.
cloverfield è sicuramente una pellicola figlia dei nostri tempi: si ha un po’ l’impressione di essere in un cinema 3D e un po’ di giocare a un RPG con una console di ultima generazione. ma state certi che non rimpiangerete l’assenza ne degli occhialini, ne delle poltrone che vi sballottano, ne del vostro joypad.
il limite del film potrebbe essere che vedendolo a casa (a meno che non si disponga di un impianto home theatre modello “vicini incazzati neri”) perda gran parte della sua capacità di coinvolgere. ma al cinema di fronte a un megaschermo e con un dolby surrond da paura è una scarica di adrenalina pura e uno di quei rari casi in cui in sala ci si ritrova senza accorgersene a bocca aperta e con la lattina della vostra bibita stritolata in mano.
se non si fosse capito… vi consiglio di correre al cinema!

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