siamo cresciuti mangiando verdura... cantava Elio e l.s.t. nel 1993, ma la passione per la verdura è contagiosa. a quasi 15 anni di distanza (a conferma della tesi che Elio è precursore delle mode del momento) ecco il primo bikini bio-compatibile:
interamente in lattuga è
l'esempio che
"vegetariano è bello!".
oltraggiosamente sano.
alla ricerca della verità
mercoledì 28 febbraio 2007
martedì 27 febbraio 2007
la classe dirigente italiana
la Luiss ha pubblicato oggi ”Generare classe dirigente - Un percorso da costruire”, un censimento dei vertici della società che si propone anche di esaminarne valori, modelli e obiettivi.
cosa emerge? "i dirigenti italiani non si sentono classe dirigente" spiega Massimo Bergami, uno degli autori della ricerca. "i dirigenti –continua il ricercatore- non ritengono l'attuale classe dirigente un gruppo attrattivo, nel quale riconoscersi e identificarsi".
tutto ciò a cosa porta? semplice: "se io non mi riconosco in quel gruppo non agisco come membro di quel gruppo”.
quindi? “non riconosco la responsabilità che l’appartenenza a questo gruppo comporta”.
in estrema sintesi: “non riconoscersi come classe dirigente diventa quindi un modo per dire che è sempre colpa degli altri. e per non sentire come propri gli interessi della collettività, ripiegando su quelli di parte".
la classe dirigente specchio dunque di un paese disgregato, che non riesce a identificarsi nell'interesse generale.
cosa vorrebbe il resto della popolazione? "la popolazione vorrebbe una classe dirigente con maggiori competenze specifiche - spiega Carlo Carboni, un altro degli autori del rapporto- e maggiore assunzione di responsabilità. il leader ideale del futuro deve comportarsi come un buon padre di famiglia, avendo come registro fondamentale il buon senso". secondo la popolazione, sono carenti di visioni strategica (per il 42,7% degli intervistati), di capacità decisionale (44,7%), innovazione e creatività (46,3%) e, soprattutto, di senso della moralità e della legalità (58%) e di responsabilità pubblica e sociale (50,9%).
"la banalizzazione di questa percezione popolare è che comandano i ricchi e i raccomandati e non i migliori”.
ultimo non trascurabile dettaglio: “il giudizio negativo investe soprattutto la classe politica e in minor misura gli altri settori dirigenti”.
cosa emerge? "i dirigenti italiani non si sentono classe dirigente" spiega Massimo Bergami, uno degli autori della ricerca. "i dirigenti –continua il ricercatore- non ritengono l'attuale classe dirigente un gruppo attrattivo, nel quale riconoscersi e identificarsi".
tutto ciò a cosa porta? semplice: "se io non mi riconosco in quel gruppo non agisco come membro di quel gruppo”.
quindi? “non riconosco la responsabilità che l’appartenenza a questo gruppo comporta”.
in estrema sintesi: “non riconoscersi come classe dirigente diventa quindi un modo per dire che è sempre colpa degli altri. e per non sentire come propri gli interessi della collettività, ripiegando su quelli di parte".
la classe dirigente specchio dunque di un paese disgregato, che non riesce a identificarsi nell'interesse generale.
cosa vorrebbe il resto della popolazione? "la popolazione vorrebbe una classe dirigente con maggiori competenze specifiche - spiega Carlo Carboni, un altro degli autori del rapporto- e maggiore assunzione di responsabilità. il leader ideale del futuro deve comportarsi come un buon padre di famiglia, avendo come registro fondamentale il buon senso". secondo la popolazione, sono carenti di visioni strategica (per il 42,7% degli intervistati), di capacità decisionale (44,7%), innovazione e creatività (46,3%) e, soprattutto, di senso della moralità e della legalità (58%) e di responsabilità pubblica e sociale (50,9%).
"la banalizzazione di questa percezione popolare è che comandano i ricchi e i raccomandati e non i migliori”.
ultimo non trascurabile dettaglio: “il giudizio negativo investe soprattutto la classe politica e in minor misura gli altri settori dirigenti”.
lunedì 26 febbraio 2007
cellulari: le tariffe più basse d’Europa
dove? in Italia è ovvio!
quindi, una volta cancellati i costi aggiuntivi sulle ricariche (dal 5 marzo!), è lecito attendersi un aumento delle tariffe telefoniche. certo perché altrimenti si provocherebbe una crisi del mercato e le 4 sorelle delle tlc ne soffrirebbero e questo non va bene, siamo buonisti.
diciamolo: il Governo ha fatto una cazzata con il decreto sulle liberalizzazioni. già perché il provvedimento è nato dopo l'approvazione della legge Finanziaria che prevede le entrate e le uscite di stato ed enti locali per l'anno in corso e non ha previsto dunque il mancato introito di IVA e altre tasse che lo Stato incassava sui proventi dei gestori mobili grazie ai costi di ricarica che sono intorno a 1,3 miliardi di €.
la mancata entrata rischia di far saltare conti già precari, ma il ministro dell'Economia ha voluto tranquillizzare il Parlamento con una relazione tecnica: non ci saranno meno entrate perché i consumi telefonici aumenteranno.
traduciamo dal politichese alla lingua del volgo: (non solo) la gente spenderà in traffico quello che risparmierà in costi di ricarica (ma anche) i gestori aumenteranno le tariffe dei cellulari.
e qui casca l’asino (o il Governo, a scelta): il provvedimento di abolizione dei costi aggiuntivi è nato per fare risparmiare i consumatori e l'Authority delle tlc ha già promesso che vigilierà perché non ci siano aumenti delle tariffe dei mobili.
le 4 sorelle però sono ferme sulle loro posizioni perché, secondo loro: “senza i costi delle ricariche le tariffe italiane sono tra le più basse d'Europa!”.
quindi, una volta cancellati i costi aggiuntivi sulle ricariche (dal 5 marzo!), è lecito attendersi un aumento delle tariffe telefoniche. certo perché altrimenti si provocherebbe una crisi del mercato e le 4 sorelle delle tlc ne soffrirebbero e questo non va bene, siamo buonisti.
diciamolo: il Governo ha fatto una cazzata con il decreto sulle liberalizzazioni. già perché il provvedimento è nato dopo l'approvazione della legge Finanziaria che prevede le entrate e le uscite di stato ed enti locali per l'anno in corso e non ha previsto dunque il mancato introito di IVA e altre tasse che lo Stato incassava sui proventi dei gestori mobili grazie ai costi di ricarica che sono intorno a 1,3 miliardi di €.
la mancata entrata rischia di far saltare conti già precari, ma il ministro dell'Economia ha voluto tranquillizzare il Parlamento con una relazione tecnica: non ci saranno meno entrate perché i consumi telefonici aumenteranno.
traduciamo dal politichese alla lingua del volgo: (non solo) la gente spenderà in traffico quello che risparmierà in costi di ricarica (ma anche) i gestori aumenteranno le tariffe dei cellulari.
e qui casca l’asino (o il Governo, a scelta): il provvedimento di abolizione dei costi aggiuntivi è nato per fare risparmiare i consumatori e l'Authority delle tlc ha già promesso che vigilierà perché non ci siano aumenti delle tariffe dei mobili.
le 4 sorelle però sono ferme sulle loro posizioni perché, secondo loro: “senza i costi delle ricariche le tariffe italiane sono tra le più basse d'Europa!”.
creare valore per gli azionisti
Fastweb per il quarto anno, nonostante le previsioni, non è riuscita a raggiungere l'avanzo di bilancio ma vuole a tutti costi distribuire un dividendo agli azionisti!
per complessivi 300 milioni di euro di dividendi la società è pronta ad aumentare il già forte indebitamento bancario. il motivo di questa scelta insensata e contro qualsiasi legge di economia/contabilità/etica?
l'amministratore delegato di Fastweb, Stefano Parisi, ha una retribuzione legata alla distribuzione dei dividendi.
Fastweb, tra l'altro, è una società quotata in borsa. possibile che la CONSOB non intervenga?
per complessivi 300 milioni di euro di dividendi la società è pronta ad aumentare il già forte indebitamento bancario. il motivo di questa scelta insensata e contro qualsiasi legge di economia/contabilità/etica?
l'amministratore delegato di Fastweb, Stefano Parisi, ha una retribuzione legata alla distribuzione dei dividendi.
Fastweb, tra l'altro, è una società quotata in borsa. possibile che la CONSOB non intervenga?
venerdì 23 febbraio 2007
Prodi bis?
al polo opposto
dopo Auckland sarà Christchurch (città notoriamente conservatrice come si evince dal nome) ad ospitare il prossimo week-end la parata più discussa di Nuova Zelanda: la "Boobs on Bike". gli abitanti (entusiasti!) della terza città del paese vedranno sfilare un dozzina di motociclette, guidate da nonni, ma cavalcate da porno star in topless. la provocatoria parata, che si ripete per il
secondo anno con-secutivo, non ha alcuno scopo benefico/ umanitario ma è in realtà un'opera-zione di marketing: dal 2 al 4 marzo apre (e chiude) la fiera Erotica (12 mila ingressi la scorsa edizione) proprio nella "Chiesa di Cristo".
secondo anno con-secutivo, non ha alcuno scopo benefico/ umanitario ma è in realtà un'opera-zione di marketing: dal 2 al 4 marzo apre (e chiude) la fiera Erotica (12 mila ingressi la scorsa edizione) proprio nella "Chiesa di Cristo".
giovedì 22 febbraio 2007
articoli alla rinfusa
siamo basiti, vatti a fidare dei quotidiani. c'è qualcuno al CORRIERE DELLA SERA che rivede i testi prima di permetterne la pubblicazione?
non ci riferiamo al correttore di bozze, all’errore di battitura che scappa alla vista più acuta ma ad un controllo redazionale degli articoli nella loro interezza, nella loro comprensibilità.
dal "corriere.it" del 22.02.2007:
qualcuno ci spiega il significato di questo articolo?
non capiamo il nesso logico di quello che c’è scritto.
in special modo la parte evidenziata in giallo.
per non parlare di quella in azzurro.
grazie.
non ci riferiamo al correttore di bozze, all’errore di battitura che scappa alla vista più acuta ma ad un controllo redazionale degli articoli nella loro interezza, nella loro comprensibilità.
dal "corriere.it" del 22.02.2007:
qualcuno ci spiega il significato di questo articolo?
non capiamo il nesso logico di quello che c’è scritto.
in special modo la parte evidenziata in giallo.
per non parlare di quella in azzurro.
grazie.
piove, governo ladro (vero, se fossimo all'equatore...)
cade il governo
martedì 20 febbraio 2007
un caffè col fuehrer
in Croazia il piacevole connubio zucchero - olocausto è ora realtà! grazie alla creatività della Pinki, nei bar di Zagabria si possono trovare le nuove bustine di zucchero con impressa l'immagine di Adolf Hitler accompagnato da motti di spirito su ebrei e campi di concentramento.
historic pill: "durante la Seconda guerra mondiale la Croazia fu governata dal regime collaborazionista filo-nazista degli Ustascia, responsabile della morte di centinaia di migliaia di serbi, zingari ed ebrei. secondo stime del dopoguerra, il 75% dei 40.000 ebrei che vivevano in Croazia furono sterminati".
domenica 18 febbraio 2007
V per Vicenza
Le reazioni dopo la manifestazione di Vicenza:
Ex ministro dell'Interno Pisanu : «A Vicenza oggi manca qualcuno tra i manifestanti: i quindici arrestati l'altro giorno per terrorismo»
Prodi : «Coerenza con le scelte di politica interna ed estera sulle quali ci siamo impegnati»
Follini, leader dell'Italia di Mezzo (leader di cosa?) : «La manifestazione di Vicenza riporta la sinistra italiana al "come eravamo" di qualche anno fa. Vicenza è stato un logoro rito antiamericano, ma la politica estera di un paese europeo che fa parte della comunità atlantica è tutt'altra cosa»
Bondi, coordinatore nazionale di FI : «La disfida di Vicenza, tutta interna alla sinistra, ha visto prevalere, ancora una volta, il movimentismo estremista di Bertinotti, che non esita a sfilare con chi inneggia alle Brigate rosse e che, da oggi, condizionerà sempre più pesantemente l'azione del governo in senso massimalista e antiamericano»
Mastella : «Tranne qualche imbecille (ah perchè c'era anche Mastella?) e qualche cartello dalla grammatica inaccettabile inneggiante al terrorismo, il tutto si è svolto con grande civiltà»
Berlusconi : «Sono molto triste perché [...] migliaia di manifestanti stanno sfilando a Vicenza contro gli Stati Uniti». «Non bisogna mai dimenticare che tanti giovani americani sono venuti a morire in Italia per la nostra libertà durante la seconda guerra mondiale (oddio ma questo non lo sapevo! chiedo scusa... alla luce di questa sconvolgente scoperta mi sembra doveroso ricostituire lo ius primae noctis sulle tutte le giovani vicentine a vantaggio dei tanti giovani militari americani in Italia)»
Robert Adler, inventore del telecomando, è morto in una casa di riposo nello Stato americano dell'Idaho. Aveva 93 anni, era nato a Vienna nel 1913.
Che merda la politica italiana... e sembra che non si possa nemmeno cambiare canale...
giovedì 15 febbraio 2007
mail me!
postarmi o non postarmi, questo è il problema.
passano i secoli e cambiano i dilemmi esistenziali.
l'e-mail è sicuramente una delle più gradite appplicazioni del progresso informatico... era!
era, passato. già perchè ora: "7 persone su 10 ritengono di ricevere un sovraccarico di email" al di là dello spam e della spazzatura. secondo una ricerca inglese qualcuno arriva a sentir l'e-mail come una presenza fisica che preme su di sé; altri, per il solo fatto di averne ricevute sentono un fastidioso obbligo a dover rispondere nel minor tempo possibile.
cambiano i tempi e i modi del controllo.
quando, di rado, non ci sono da gestire scadenze straordinarie o ritmi incessanti di lavoro, il 64% sono quelli che controllano continuamente la posta. un altro 25% controlla la casella ogni 10-15 minuti ma non necessariamente dopo aver ricevuto un alert. infine solo il 14% controlla la propria email ogni una o due ore.
molti si difendono cancellando, senza leggerle, tutte le email il cui il mittente o l'oggetto sono non facilmente identificabili. questa procedura sarebbe anche utile pre ridurre la diffusione di virus informatici, ma questa è tutta un'altra storia...
quando arrivano le scandenze e i ritmi stressanti (ovvero quasi sempre), quando si deve consegnare un lavoro o finire un progetto ad una precisa data, inveve, le cose si fanno più complesse e la gestione routinaria dell’email va un pò per aria. molti adottano “modi rudi” e cancellano le e-mail meno importanti senza neppure leggere, non rispondono agli amici, non aprono gli allegati. durante queste fasi cruciali, il 43% salta le e-mail che non riguardano il progetto, un altro 32% dice di ignorarle completamente spegnendo il sistema di posta elettronica o andando a lavorare in un'altra stanza. rimane uno stoico 32% che riesce, nonostante tutto, a valutare con attenzione se l’email ha una priorità superiore al progetto. il 7% si prende educatamente la briga di avvertire i mittenti che ci vorrà del tempo prima che potrà rispondere e un altro 7% predisponde un alert per fare sapere che è fuori ufficio.
lo stesso accade quando si lavora ad un compito particolarmente difficile: il 56% arriva a ignorare completamente le e-mail in arrivo. un ammirabile 33% continua invece a controllare con precisione le e-mail in arrivo anche se risponde con un certo ritardo. il 22% mantiene la vita di sempre e controlla e risponde con metodo.
la sensazione è che esista ancora, dopo tutti questi anni di e-mail, una sproporzione tra la facilità con cui è possibile spedire un messaggio e la sua reale necessità.
pensare sempre almeno due volte prima di spedire una missiva elettronica, sarebbe un bene per tutti.
e ridurrebbe lo stress da lavoro.
passano i secoli e cambiano i dilemmi esistenziali.
l'e-mail è sicuramente una delle più gradite appplicazioni del progresso informatico... era!
era, passato. già perchè ora: "7 persone su 10 ritengono di ricevere un sovraccarico di email" al di là dello spam e della spazzatura. secondo una ricerca inglese qualcuno arriva a sentir l'e-mail come una presenza fisica che preme su di sé; altri, per il solo fatto di averne ricevute sentono un fastidioso obbligo a dover rispondere nel minor tempo possibile.
cambiano i tempi e i modi del controllo.
quando, di rado, non ci sono da gestire scadenze straordinarie o ritmi incessanti di lavoro, il 64% sono quelli che controllano continuamente la posta. un altro 25% controlla la casella ogni 10-15 minuti ma non necessariamente dopo aver ricevuto un alert. infine solo il 14% controlla la propria email ogni una o due ore.
molti si difendono cancellando, senza leggerle, tutte le email il cui il mittente o l'oggetto sono non facilmente identificabili. questa procedura sarebbe anche utile pre ridurre la diffusione di virus informatici, ma questa è tutta un'altra storia...
quando arrivano le scandenze e i ritmi stressanti (ovvero quasi sempre), quando si deve consegnare un lavoro o finire un progetto ad una precisa data, inveve, le cose si fanno più complesse e la gestione routinaria dell’email va un pò per aria. molti adottano “modi rudi” e cancellano le e-mail meno importanti senza neppure leggere, non rispondono agli amici, non aprono gli allegati. durante queste fasi cruciali, il 43% salta le e-mail che non riguardano il progetto, un altro 32% dice di ignorarle completamente spegnendo il sistema di posta elettronica o andando a lavorare in un'altra stanza. rimane uno stoico 32% che riesce, nonostante tutto, a valutare con attenzione se l’email ha una priorità superiore al progetto. il 7% si prende educatamente la briga di avvertire i mittenti che ci vorrà del tempo prima che potrà rispondere e un altro 7% predisponde un alert per fare sapere che è fuori ufficio.
lo stesso accade quando si lavora ad un compito particolarmente difficile: il 56% arriva a ignorare completamente le e-mail in arrivo. un ammirabile 33% continua invece a controllare con precisione le e-mail in arrivo anche se risponde con un certo ritardo. il 22% mantiene la vita di sempre e controlla e risponde con metodo.
la sensazione è che esista ancora, dopo tutti questi anni di e-mail, una sproporzione tra la facilità con cui è possibile spedire un messaggio e la sua reale necessità.
pensare sempre almeno due volte prima di spedire una missiva elettronica, sarebbe un bene per tutti.
e ridurrebbe lo stress da lavoro.
mercoledì 14 febbraio 2007
la grande G
condanna dei giudici di Bruxelles a Google: violazione dei diritti degli editori di giornali.
ad intentare la causa era stato Copiepresse, un gruppo rappresentativo di 17 giornali belgi e tedeschi, che avevano contestato al motore di ricerca la possibilità di far accedere gratuitamente gli utenti ai contenuti delle pubblicazioni: Google News Belgio - il notiziario fornito dal motore di ricerca - era stato creato nel gennaio dello scorso anno ed aveva mostrato titoli, foto e la prima parte di alcuni articoli editoriali con i relativi collegamenti ai link dei siti web dei giornali stessi. adesso Google dovrà rimuovere dal proprio sito tutto il notiziario, in quanto ritenuto colpevole di non aver rispettato la normativa belga che tutela il diritto di autore e dovrà pagare 25000 euro per ogni giorno in cui le pagine "illegali" sono state on-line. da un calcolo approssimativo dell'avvocatp del gruppo Copiepress, Bernard Magrez: "Google dovrà pagare almeno 3 milioni di dollari". la sentenza, conferma la condanna comminata al motore di ricerca da un'altra corte di Bruxelles il 5 settembre.
uccidere la libera circolazione delle notizie o un possibile monopolio?
ad intentare la causa era stato Copiepresse, un gruppo rappresentativo di 17 giornali belgi e tedeschi, che avevano contestato al motore di ricerca la possibilità di far accedere gratuitamente gli utenti ai contenuti delle pubblicazioni: Google News Belgio - il notiziario fornito dal motore di ricerca - era stato creato nel gennaio dello scorso anno ed aveva mostrato titoli, foto e la prima parte di alcuni articoli editoriali con i relativi collegamenti ai link dei siti web dei giornali stessi. adesso Google dovrà rimuovere dal proprio sito tutto il notiziario, in quanto ritenuto colpevole di non aver rispettato la normativa belga che tutela il diritto di autore e dovrà pagare 25000 euro per ogni giorno in cui le pagine "illegali" sono state on-line. da un calcolo approssimativo dell'avvocatp del gruppo Copiepress, Bernard Magrez: "Google dovrà pagare almeno 3 milioni di dollari". la sentenza, conferma la condanna comminata al motore di ricerca da un'altra corte di Bruxelles il 5 settembre.
uccidere la libera circolazione delle notizie o un possibile monopolio?
venerdì 9 febbraio 2007
TG Pentagono
WASHINGTON - Dopo la commissione sull'11 settembre, ora anche il Pentagono conferma che erano «inconsistenti» le prove del legame tra Saddam Hussein e i terroristi di Al Qaeda, uno dei motivi (insieme alla presunta esistenza di armi irachene di distruzione di massa) con i quali il presidente americano George W. Bush ha giustificato la guerra in Iraq.
Il rapporto di Thomas Gimble, direttore generale del dipartimento della Difesa, dice però che i rapporti dell'ex consigliere del Pentagono Douglas Feith, uno dei falchi dell'ex segretario della Difesa Donald Rumsfeld e del suo vice Paul Wolfowitz (ora direttore della Banca mondiale, quello beccato nei giorni scorsi in moschea con le calze bucate), secondo i quali la Cia sottostimava la probabilità di un legame tra Saddam e Al Qaeda, erano «inappropriati, ma non illegali». Ma proprio in base a questi rapporti, Rumsfeld, da sempre convinto della necessità dell'invasione dell'Iraq, vinse la resistenza delle «colombe» dell'amministrazione Bush e ottenne l'approvazione del presidente per dare il via alla guerra. Senza dimenticare che furono gli stessi rapporti a convincere il Congresso ad approvare la missione in Iraq. Il gruppo di Feith nel luglio 2002 rese noto il rapporto «Iraq e Al Qaeda: ecco le prove».
(dal Corriere della Sera)
Pare che in un comunicato ufficiale il Pentagono abbia anche tenuto a precisare che l'acqua è particolarmente umida e che la terra gira intorno al sole.
Il rapporto di Thomas Gimble, direttore generale del dipartimento della Difesa, dice però che i rapporti dell'ex consigliere del Pentagono Douglas Feith, uno dei falchi dell'ex segretario della Difesa Donald Rumsfeld e del suo vice Paul Wolfowitz (ora direttore della Banca mondiale, quello beccato nei giorni scorsi in moschea con le calze bucate), secondo i quali la Cia sottostimava la probabilità di un legame tra Saddam e Al Qaeda, erano «inappropriati, ma non illegali». Ma proprio in base a questi rapporti, Rumsfeld, da sempre convinto della necessità dell'invasione dell'Iraq, vinse la resistenza delle «colombe» dell'amministrazione Bush e ottenne l'approvazione del presidente per dare il via alla guerra. Senza dimenticare che furono gli stessi rapporti a convincere il Congresso ad approvare la missione in Iraq. Il gruppo di Feith nel luglio 2002 rese noto il rapporto «Iraq e Al Qaeda: ecco le prove».
(dal Corriere della Sera)
Pare che in un comunicato ufficiale il Pentagono abbia anche tenuto a precisare che l'acqua è particolarmente umida e che la terra gira intorno al sole.
una vita da mediano
voleva somigliare a Marilyn Monroe e, grazie a questo, diventare famosa. a tutti i costi.
un primo matrimonio con il cuoco del ristorante in cui lavorava.
un altro matrimonio, giovanissima, e un figlio.
ragazza madre, si fa le ossa come spogliarellista e diventa nota nell'ambiente della lap-dance.
si trasferisce a Houston: un intervento di chirurgia plastica per aumentare le dimensioni del seno.
la svolta nel 1993: viene nominata "Playmate dell'anno”.
un nuovo matrimonio e un’eredità da 1 miliardo e 600 milioni di dollari.
a settembre dà alla luce, alle Bahamas, il suo secondo figlio (senza voler rivelare il nome del padre).
3 giorni dopo, il primo figlio di 20 anni, muore in circostanze misteriose in una stanza del Doctors Hospital di Nassau, dove si trovava per condividere il lieto evento con la madre.
se n'è andata a 39 anni, in una stanza d'albergo.
Vickie Lynn Hogan.
un primo matrimonio con il cuoco del ristorante in cui lavorava.
un altro matrimonio, giovanissima, e un figlio.
ragazza madre, si fa le ossa come spogliarellista e diventa nota nell'ambiente della lap-dance.
si trasferisce a Houston: un intervento di chirurgia plastica per aumentare le dimensioni del seno.
la svolta nel 1993: viene nominata "Playmate dell'anno”.
un nuovo matrimonio e un’eredità da 1 miliardo e 600 milioni di dollari.
a settembre dà alla luce, alle Bahamas, il suo secondo figlio (senza voler rivelare il nome del padre).
3 giorni dopo, il primo figlio di 20 anni, muore in circostanze misteriose in una stanza del Doctors Hospital di Nassau, dove si trovava per condividere il lieto evento con la madre.
se n'è andata a 39 anni, in una stanza d'albergo.
Vickie Lynn Hogan.
giovedì 8 febbraio 2007
maledetti americani
si avverte la mancanza di un titolista ma... non siamo il New York Times e neppure a Geppi Hour (skyshow, canale 116).
l'editore del N.Y.T. (Arthur Sulzberger) a tal proposito ha rilasciato un'interessante dichiarazione: "Non so davvero se stamperemo ancora il Times tra cinque anni, e, se vuole proprio saperlo, non me ne importa. Internet è un posto meraviglioso e noi lì siamo leader".
ovviamente alla base c'è una logica di abbattimento dei costi, tuttavia i dati parlano chiaro: il sito web del New York Times è a quota 1,5 milioni di visitatori al giorno contro l'1,1 milioni di abbonati all'edizione cartacea.
il problema principale sono gli inserzionisti, ancora diffidenti sul ritorno della raccolta pubblicitaria via web e l'informazione gratuita che prolifera in rete.
però su questo Sulzberger ha le idee chiare: "chi vuole leggere il New York Times online dovrà pagare". riguardo ai blogger, continua serafico: "ci sono milioni di blogger là fuori e se il Times si dimentica chi e cos'è, perderà la guerra, e a ragione. Noi siamo i curatori delle notizie: la gente non clicca sul New York Times per leggere i blog. Cerca piuttosto notizie attendibili che siano state verificate".
sagge parole.
l'editore del N.Y.T. (Arthur Sulzberger) a tal proposito ha rilasciato un'interessante dichiarazione: "Non so davvero se stamperemo ancora il Times tra cinque anni, e, se vuole proprio saperlo, non me ne importa. Internet è un posto meraviglioso e noi lì siamo leader".
ovviamente alla base c'è una logica di abbattimento dei costi, tuttavia i dati parlano chiaro: il sito web del New York Times è a quota 1,5 milioni di visitatori al giorno contro l'1,1 milioni di abbonati all'edizione cartacea.
il problema principale sono gli inserzionisti, ancora diffidenti sul ritorno della raccolta pubblicitaria via web e l'informazione gratuita che prolifera in rete.
però su questo Sulzberger ha le idee chiare: "chi vuole leggere il New York Times online dovrà pagare". riguardo ai blogger, continua serafico: "ci sono milioni di blogger là fuori e se il Times si dimentica chi e cos'è, perderà la guerra, e a ragione. Noi siamo i curatori delle notizie: la gente non clicca sul New York Times per leggere i blog. Cerca piuttosto notizie attendibili che siano state verificate".
sagge parole.
mercoledì 7 febbraio 2007
maledetti cinesi
ora che anche loro hanno capito qual'è il vero motore dell'economia, stiamo pronti all'invasione: "Studentesse di lap dance a Pechino. Nella capitale cinese questa particolare forma di ballo è diventata una vera e propria mania. Da quando l'istruttore di danza Luo Lan ha aperto la prima scuola, nel 2006, le iscrizioni sono state centinaia".
fischietti e palette continuano a bruciare...
Una donna è rimasta ferita a Swansea, in Galles, per un pacco-bomba esploso in un ufficio della motorizzazione civile che si occupa del registro dei patentati e dei veicoli ed è responsabile della sicurezza delle strade. L'esplosione è avvenuta intorno alle 9,20 (le 10,20 in Italia). È il terzo attentato in tre giorni nel Regno Unito.
martedì 6 febbraio 2007
paletta e fischietto? no, grazie
Dopo che lunedì un plico esplosivo recapitato a Londra aveva ferito una segretaria, un'altra lettera bomba esplode in Gran Bretagna in un ufficio di Wokingham a 30 km dalla capitale: il bilancio è di 2 feriti.
Anche qui, come nell'edificio colpito lunedi, si riscuotevano multe: l'ufficio preso di mira all'Oaklands Business Centre di Wokingham si occupa infatti della riscossione delle multe per velocità eccessiva.
A quanto pare ci siamo: la rivoluzione degli automobilisti incazzati neri è iniziata. E come la rivoluzione industriale, il soccer, il punk, i mods e i beatles ha scelto l'isola britannica come culla.
I tempi sono maturi e il processo è innescato. Troppo tardi per tornare indietro. Troppo tardi per le parole. Troppo tardi per pentirsi.
Nessuno si porterà via mai più i nostri punti, le nostre patenti, le nostre auto, le nostre centinaia di euro. Che si aprano le porte dell'Inferno per vigili e ausiliari...
Anche qui, come nell'edificio colpito lunedi, si riscuotevano multe: l'ufficio preso di mira all'Oaklands Business Centre di Wokingham si occupa infatti della riscossione delle multe per velocità eccessiva.
A quanto pare ci siamo: la rivoluzione degli automobilisti incazzati neri è iniziata. E come la rivoluzione industriale, il soccer, il punk, i mods e i beatles ha scelto l'isola britannica come culla.
I tempi sono maturi e il processo è innescato. Troppo tardi per tornare indietro. Troppo tardi per le parole. Troppo tardi per pentirsi.
Nessuno si porterà via mai più i nostri punti, le nostre patenti, le nostre auto, le nostre centinaia di euro. Che si aprano le porte dell'Inferno per vigili e ausiliari...
lunedì 5 febbraio 2007
SCIOPERO dei BENZINAI
contro le liberalizzazioni: pompe di benzina serrate dalle 19 di domani MARTEDì 6 FEBBRAIO fino alle 7 di VENERDì 9 FEBBRAIO.
in Sicilia stop da stasera alle 19.30 fino alle 24 di giovedì 8.
in Sicilia stop da stasera alle 19.30 fino alle 24 di giovedì 8.
domenica 4 febbraio 2007
costi di ricarica aboliti: -30!
trenta come i giorni che potranno ancora durare.
la fine dei costi di ricarica è stata ormai segnata: contrariamente alle aspettative il tanto atteso decreto legge conentente le misure urgenti per la tutela dei consumatori in materia di telefonia mobile è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 26 del 1 febbraio 2007.
"è vietata, da parte degli operatori della telefonia mobile, l'applicazione di costi fissi e di contributi per la ricarica di carte prepagate, anche via bancomat o in forma telematica, aggiuntivi rispetto al costo del traffico telefonico richiesto, nonche' la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico acquistato".
non è superfluo ricordare i tempi d'attuazione: "gli operatori adegueranno la propria offerta commerciale alle predette disposizioni entro il termine di trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto".
l'entrata in vigore dei provvedimenti coincide con il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
la fine dei costi di ricarica è stata ormai segnata: contrariamente alle aspettative il tanto atteso decreto legge conentente le misure urgenti per la tutela dei consumatori in materia di telefonia mobile è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 26 del 1 febbraio 2007.
"è vietata, da parte degli operatori della telefonia mobile, l'applicazione di costi fissi e di contributi per la ricarica di carte prepagate, anche via bancomat o in forma telematica, aggiuntivi rispetto al costo del traffico telefonico richiesto, nonche' la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico acquistato".
non è superfluo ricordare i tempi d'attuazione: "gli operatori adegueranno la propria offerta commerciale alle predette disposizioni entro il termine di trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto".
l'entrata in vigore dei provvedimenti coincide con il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
giovedì 1 febbraio 2007
anche le schede scadono
Dopo tanti tira e molla, tanti "ma si ricontiamo!" e tanti altri "ricontare ora è una cosa ridicola", dopo il solito valzer all'italiana e tarantella alla pugliese si credeva di essere giunti a una conclusione della vicenda. Un campione delle schede va ricontato per stabilire se in effetti si sono verificate irregolarità. Decisione più o meno condivisibile ma perlomeno una decisione. E invece...
Le schede elettorali di 21 sezioni di Legnano non possono essere consegnate perché sono marce e infestate dai topi per colpa di un allagamento.Le schede richieste, infatti, non sarebbero più consultabili per colpa dei numerosi temporali che si sono abbattuti su Legnano l'estate scorsa e che hanno mandato in tilt le fognature. Quest'ultime avrebbero straripato allagando l'archivio dove erano custodite.
A questo proposito il presidente della Giunta, Donato Bruno di Forza Italia, ha ricevuto una lettera dal dirigente del Tribunale di Milano: "Sia le schede che le liste, ormai marcescenti, sono fonti di miasmi (l'acqua che ha causato l'allagamento proveniva dalle fognature) e costituiscono luogo di rifugio per topi, nonché possibile fonte di infezione per coloro che devono operare negli archivi. Emanano inoltre forti odori sgradevoli che si propagano sino all'ingresso degli uffici". Se ne chiede pertanto con urgenza l'autorizzazione alla distruzione in ragione di motivi sanitari "che investono anche eventuali responsabilità - si legge ancora nella lettera - derivanti dal rispetto delle norme in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro".
Dunque, se capisco bene l'estate scorsa le fogne sono esondate riempiendo gli archivi di liquame maleodorante e ratti. Gli impiegati per 6 mesi hanno resistito stoicamente alla situazione finchè a gennaio il Tribunale "chiede con urgenza l'autorizzazione alla distruzione in ragione di motivi sanitari" casualmente proprio quando la giunta parlamentare ha fatto richiesta delle schede.
Se è vero che a pensar male si fa sempre bene...
Le schede elettorali di 21 sezioni di Legnano non possono essere consegnate perché sono marce e infestate dai topi per colpa di un allagamento.Le schede richieste, infatti, non sarebbero più consultabili per colpa dei numerosi temporali che si sono abbattuti su Legnano l'estate scorsa e che hanno mandato in tilt le fognature. Quest'ultime avrebbero straripato allagando l'archivio dove erano custodite.
A questo proposito il presidente della Giunta, Donato Bruno di Forza Italia, ha ricevuto una lettera dal dirigente del Tribunale di Milano: "Sia le schede che le liste, ormai marcescenti, sono fonti di miasmi (l'acqua che ha causato l'allagamento proveniva dalle fognature) e costituiscono luogo di rifugio per topi, nonché possibile fonte di infezione per coloro che devono operare negli archivi. Emanano inoltre forti odori sgradevoli che si propagano sino all'ingresso degli uffici". Se ne chiede pertanto con urgenza l'autorizzazione alla distruzione in ragione di motivi sanitari "che investono anche eventuali responsabilità - si legge ancora nella lettera - derivanti dal rispetto delle norme in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro".
Dunque, se capisco bene l'estate scorsa le fogne sono esondate riempiendo gli archivi di liquame maleodorante e ratti. Gli impiegati per 6 mesi hanno resistito stoicamente alla situazione finchè a gennaio il Tribunale "chiede con urgenza l'autorizzazione alla distruzione in ragione di motivi sanitari" casualmente proprio quando la giunta parlamentare ha fatto richiesta delle schede.
Se è vero che a pensar male si fa sempre bene...
di cosa si parla in Parlamento?
in queste ore c'è un solo argomento a tener banco: Veronica.
si sprecano commenti, fiumi di parole, ognuno deve dire la sua opinione: da Vladimir Luxuria a Massimo Cacciari, da Giovanna Melandri a Fabrizio Cicchitto, da Francesco Storace a Rocco Buttiglione e si potrebbe continuare questa lista all'infinito (basta aprire un quotidiano o guardare uno dei tanti speciali andati in onda ierisera) fra nomi più o meno conosciuti della politica italiana.
ma è possibile che i nostri "dipendenti" non abbiano niente di meglio con cui occupare il loro tempo? sprecano le loro giornate, ben pagate da noi, in pettegolezzi mentre, come ricordava ieri Berlusconi, "nel pomeriggio alla Camera si votano pure le mozioni sui Pacs...".
"Mica possiamo parlare solo di gossip -dice la vicepresidente della Camera, Giorgia Meloni- penso che Berlusconi abbia fatto solo un gesto galante in totale buona fede...".
si sprecano commenti, fiumi di parole, ognuno deve dire la sua opinione: da Vladimir Luxuria a Massimo Cacciari, da Giovanna Melandri a Fabrizio Cicchitto, da Francesco Storace a Rocco Buttiglione e si potrebbe continuare questa lista all'infinito (basta aprire un quotidiano o guardare uno dei tanti speciali andati in onda ierisera) fra nomi più o meno conosciuti della politica italiana.
ma è possibile che i nostri "dipendenti" non abbiano niente di meglio con cui occupare il loro tempo? sprecano le loro giornate, ben pagate da noi, in pettegolezzi mentre, come ricordava ieri Berlusconi, "nel pomeriggio alla Camera si votano pure le mozioni sui Pacs...".
"Mica possiamo parlare solo di gossip -dice la vicepresidente della Camera, Giorgia Meloni- penso che Berlusconi abbia fatto solo un gesto galante in totale buona fede...".
costi di ricarica cellulari: ancora 30 giorni?
la vessazione continua e non è detto che finisca entro il prossimo mese.
l'abolizione dei costi di ricarica dei telefonini, infatti, partirà solamente 30 giorni dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale (come ogni altra legge dello Stato).
ma v'è un altro punto interessante (ovviamente poco "pubblicizzato") riguardo i tempi d'attuazione della possibile manovra: i gestori mobili hanno 30 giorni di tempo per adeguare le loro tariffe alle nuove disposizioni, ma questi partono solo dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, pubblicazione che potrebbe esserci nella prossima settimana ma anche dopo.
perchè questo decreto dovrà passare in Parlamento. che potrebbe anche bocciarlo.
certo, è difficile pensare a un Parlamento che bocci questa decisione, anche se è presumibile che i gestori venderanno cara la pelle chiedendo contropartite ancora difficili da prevedere.
la parola FINE, dunque, non è stata ancora scritta.
nel frattempo continuiamo a pagare le ricariche.
l'abolizione dei costi di ricarica dei telefonini, infatti, partirà solamente 30 giorni dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale (come ogni altra legge dello Stato).
ma v'è un altro punto interessante (ovviamente poco "pubblicizzato") riguardo i tempi d'attuazione della possibile manovra: i gestori mobili hanno 30 giorni di tempo per adeguare le loro tariffe alle nuove disposizioni, ma questi partono solo dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, pubblicazione che potrebbe esserci nella prossima settimana ma anche dopo.
perchè questo decreto dovrà passare in Parlamento. che potrebbe anche bocciarlo.
certo, è difficile pensare a un Parlamento che bocci questa decisione, anche se è presumibile che i gestori venderanno cara la pelle chiedendo contropartite ancora difficili da prevedere.
la parola FINE, dunque, non è stata ancora scritta.
nel frattempo continuiamo a pagare le ricariche.
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