alla ricerca della verità

giovedì 15 febbraio 2007

mail me!

postarmi o non postarmi, questo è il problema.

passano i secoli e cambiano i dilemmi esistenziali.
l'e-mail è sicuramente una delle più gradite appplicazioni del progresso informatico... era!
era, passato. già perchè ora: "7 persone su 10 ritengono di ricevere un sovraccarico di email" al di là dello spam e della spazzatura. secondo una ricerca inglese qualcuno arriva a sentir l'e-mail come una presenza fisica che preme su di sé; altri, per il solo fatto di averne ricevute sentono un fastidioso obbligo a dover rispondere nel minor tempo possibile.

cambiano i tempi e i modi del controllo.
quando, di rado, non ci sono da gestire scadenze straordinarie o ritmi incessanti di lavoro, il 64% sono quelli che controllano continuamente la posta. un altro 25% controlla la casella ogni 10-15 minuti ma non necessariamente dopo aver ricevuto un alert. infine solo il 14% controlla la propria email ogni una o due ore.
molti si difendono cancellando, senza leggerle, tutte le email il cui il mittente o l'oggetto sono non facilmente identificabili. questa procedura sarebbe anche utile pre ridurre la diffusione di virus informatici, ma questa è tutta un'altra storia...
quando arrivano le scandenze e i ritmi stressanti (ovvero quasi sempre), quando si deve consegnare un lavoro o finire un progetto ad una precisa data, inveve, le cose si fanno più complesse e la gestione routinaria dell’email va un pò per aria. molti adottano “modi rudi” e cancellano le e-mail meno importanti senza neppure leggere, non rispondono agli amici, non aprono gli allegati. durante queste fasi cruciali, il 43% salta le e-mail che non riguardano il progetto, un altro 32% dice di ignorarle completamente spegnendo il sistema di posta elettronica o andando a lavorare in un'altra stanza. rimane uno stoico 32% che riesce, nonostante tutto, a valutare con attenzione se l’email ha una priorità superiore al progetto. il 7% si prende educatamente la briga di avvertire i mittenti che ci vorrà del tempo prima che potrà rispondere e un altro 7% predisponde un alert per fare sapere che è fuori ufficio.
lo stesso accade quando si lavora ad un compito particolarmente difficile: il 56% arriva a ignorare completamente le e-mail in arrivo. un ammirabile 33% continua invece a controllare con precisione le e-mail in arrivo anche se risponde con un certo ritardo. il 22% mantiene la vita di sempre e controlla e risponde con metodo.

la sensazione è che esista ancora, dopo tutti questi anni di e-mail, una sproporzione tra la facilità con cui è possibile spedire un messaggio e la sua reale necessità.
pensare sempre almeno due volte prima di spedire una missiva elettronica, sarebbe un bene per tutti.
e ridurrebbe lo stress da lavoro.

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