John Donoghue, professore di neuroscienze alla Brown University (Rhode Island), ha realizzato per la Cyberkinetics inc (divisione della Neurotechnology Systems, Massachusetts) BrainGate, una protesi neurale che immessa in un corpo vivente tenta di sostituire le connessioni nervose interrotte da traumi, incidenti e quant’altro.
il microchip in questione, dopo una sperimentazione su scimmie durata diversi anni, è stato impiantato con successo complessivamente su 4 volontari sotto il controllo del comitato etico degli ospedali che hanno accettato di partecipare al progetto. la sperimentazione è poi continuata ed il professor Donoghue ha potuto impiantare BrainGate direttamente nella corteccia cerebrale di un tetraplegico.
la novità presentata è di non poco conto, perché una cosa è trasmettere gli impulsi attraverso una terminazione nervosa danneggiata, altra cosa è rendere interprete una macchina del pensiero umano e trasferire coerentemente il movimento agli arti mediante una serie di impulsi tradotti dal software.
Il New York Times riporta che la protesi neurale ulteriormente miniaturizzata (ora è lunga 4 millimetri) potrebbe essere commercializzata già dalla fine di quest'anno, ma probabilmente andrà prima in mano ai militari ai quali non parrà vero di avere a disposizione un organismo bionico, magari anche capace di comunicare in via telepatica.
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