alla ricerca della verità

venerdì 11 gennaio 2008

Giornalisti Violati

Nel mondiale del 1970 erano Gianni Rivera & Gigi Riva. Nel mondo della disinformazione del 2008 sono Luciano Violante e i direttori di TG italiani.
Eh si, perchè l'assist del presidente della commissione Affari Istituzionali della Camera ai giornalisti non ha proprio nulla da invidiare a quelli del Golden Boy del calcio azzurro.
I fatti. Violante giovedi ha convocato a Montecitorio i principali direttori dei TeleGiornali italiani per un lungo incontro. L'oggetto? Il modo in cui gli organi di (dis)informazione confezionano e presentano al popolo italico i fatti di cronaca condizionando in maniera sensibile il diffuso senso di insicurezza nel nostro Paese. Secondo Violante esiste uno scollamento tra l'andamento delle statistiche sulla criminalità e la percezione negativa della gente in tema di sicurezza.
Apriti cielo.
L'ORDINE (dei giornalisti) non poteva chiedere di meglio.
Pronta, anzi prontissima la levata di scudi.

I direttori non hanno gradito l'ingerenza: «convocarci per dimostrare che le news contribuiscono a rendere insicuri i cittadini - ha commentato Clemente Mimun - ci farà scendere in un'altra classifica, quella della libertà di stampa che già ci vede maglia nera». «Dovremmo fare più cronaca, non meno», ha aggiunto Corradino Mineo. Mentre Emilio Carelli ha rilevato come tocchi «ai giornalisti dare notizie e mostrarne le immagini, alle istituzioni diffondere il senso di sicurezza». Tranchant il giudizio di Antonio Di Bella: «L'ultima cosa che vorrei è che fra un anno venissimo convocati di nuovo per sentirci dire: bravi, il crimine è aumentato ma la percezione della gente è diminuita».
Prese di posizione si sono registrate anche dai rappresentanti delle associazioni di categoria. «Che cosa vorrebbe l'illustre onorevole - si chiede il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, Bruno Tucci -? Che fosse ignorata la realtà ? Che si edulcorassero questioni delicate che sono sotto gli occhi di tutti? Che per la tranquillità del Palazzo, i giornalisti omettessero di svolgere il loro lavoro? Insomma, se non è censura poco ci manca. Come chiamarla questa presa di posizione se non un tentativo di colpo alla libertà di stampa? L'episodio ci ricorda molto le veline del Minculpop».
(fonte corriere.it)

I giornalisti escono da questa storia come integerrimi paladini dell'informazione (niente di più falso...), i politici di questo Governo come i soliti coglioni (niente di più vero...).

Nessun commento: