alla ricerca della verità

lunedì 5 novembre 2007

la terza madre

fine di una saga iniziata 30 anni fa o fine dell'Argento regista?
domanda legittima, perchè ad un certo punto sarebbe meglio smettere di fare film. o almeno pensarci. perchè continuare ad infangare il proprio nome e buttar vomito insulsamente sulla propria carriera così come sulla propria figlia a fine pellicola? e questa volta le carte per giocarsela il buon vecchio Dario le aveva in mano: era un film che tutti aspettavano per chiudere quel cerchio che si era aperto con Suspiria e poi continuato in Inferno. era l’occasione per riscattarsi dallo scivolone de Il Cartaio e chiudere in bellezza.
La Terza Madre è invece un film di cui si salvano volentieri i primi 10 minuti (sarebbero un ottimo cortometraggio!) e ben poche altre scene, che rimestate insieme darebbero comunque vita ad un collage sicuramente più accurato del film nella sua interezza. un salto sulla poltrona è ugualmente garantito ma Argento ha perso lo spirito dei suoi precedenti lavori (e non si parla dei suoi capolavori) e lascia lo spettatore facile preda di dialoghi imbarazzanti e di una sceneggiatura che è un colabrodo. anche gli effetti speciali (digitali) spesso non sono all’altezza della situazione. le musiche non sono nulla di innovativo ma Claudio Simonetti garantisce sempre un ottimo risultato. notevole la canzone sui titoli di coda (collaborazione Simonetti - Cradle of Filth).
sembrerebbe quasi che il regista (e tutta la sua equipè, produttori compresi) non abbia guardato il risulato del suo lavoro al termine delle riprese. questo uno stralcio dell'intervista rilasciata da Dario Argento a Repubblica:
R: è contento di come è venuto [il film], di come è stato accolto?
D: sono contentissimo.
R: sente di aver raggiunto... non so...
D: no, potrei fare di meglio. questo mi dico sempre. ed infatti per questa ragione non vedo mai i miei film una volta finiti. non li vedo più. spariscono per 20 anni!

ah, ecco dov'è la spiegazione! svelato dunque l'arcano che si celava dietro la terza madre. nulla di più semplice, un pò come la sequenza di simboli per aprire la porta al passaggio segreto: 1, 2, 3, 4... "hey, ma siamo in una catacomba segreta!".

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