il top management europeo si attiene scrupolosamente alle regole dettate dalla privacy e se decide di bloccare la navigazione internet ai dipendenti della propria azienda lo fa solo per proteggere quest'ultima; non certo per ledere la libertà dei sottoposti. almeno questo è quello che dichiarano i manager intervistati.
i luoghi virtuali più inibiti sono i siti di download musicale e quelli di incontri online, a pari merito. seguono i siti dedicati alle comunità musicali online e quelli di video sharing (YouTube su tutti). ultimi, ma pur sempre bloccati, i siti di social networking (MySpace e Facebook), ritenuti minacce abbastanza serie al pari di instant messenger e siti di posta elettronica.
la motivazione addotta dai vertici aziendali riguardo il ferreo controllo degli accessi ad internet è appunto la preoccupazione per i possibili attacchi informatici, trascurando il rischio (o la certezza) che gli impiegati perdano di vista i propri compiti scaricandosi l’album musicale o filtrando nel cyberspazio. motivazione palusibile se si crede alle parole di Toralv Dirro, manager della McAfee: "il confine tra lavoro ed intrattenimento sta diventando sempre meno marcato".
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