Come volevasi dimostrare.
Scagliamoci contro la libertà di riprendere i colpevoli e di diffonderne le immagini.
Internet, anche se usato maldestramente o impropriamente, è un ottimo mezzo di denuncia.
Facciamo sparire le prove.
Servono regole... ma vaffanculo!!!
I fatti (da il blog di Beppe Grillo)
Un ragazzino di nome Francesco è stuprato da un gruppo di pedofili a Barrafranca (Enna). Fotografato. Le immagini diffuse nella sua stessa scuola. Chi sapeva ha taciuto. Il ragazzino si ribella. Viene picchiato. Ucciso con una chiave inglese. 19 colpi. I presunti pedofili sono in carcere in attesa del processo. C’è un unico testimone. E’ un altro ragazzino che ha visto gli stupri e li ha denunciati. Oggi è isolato. E’ lui il colpevole. Colpevole di mancata omertà. Gli inquirenti denunciano: “una grave situazione di pressione ambientale in atto nel piccolo comune di Barrafranca”. Dove sono i 13.115 cittadini di Barrafranca? Dov’è il sindaco? Il parroco? La preside?
Il giudice ha trattenuto in carcere i presunti criminali. In Italia i criminali sono sempre presunti, qualche volta prescritti, di rado condannati. Lo ha fatto perchè gli arrestati "potrebbero indurlo a ritrattare". Ma che paese è mai questo? Sono i presunti pedofili che dovrebbero aver paura a uscire dal carcere. Non il ragazzino a testimoniare.
Un articolo del Corriere spiega tutto. Anche troppo. E’ un resoconto dell’orrore. Qualcosa che non ti fa dormire e ti rende triste. Una tristezza rabbiosa verso un’umanità cupa, complice, ignobile. Non lasciamo solo questo ragazzino con il suo coraggio. Non potremo perdonarcelo.
E questa è un estratto della risposta del sindaco di Barrafranca, Totò Marchì:
"Premetto che quanto pubblicato da “Il Blog di Beppe Grillo” non corrisponde alla verità e rappresenta, invece, una realtà che offende e diffama la cittadinanza barrese e le sue istituzioni. (…) Ma capisco! Anch’io mi sarei comportato così leggendo lo scoop di Blog! Ma si può arrivare a distorcere la realtà in maniera tanto violenta e subdola su una tragedia quale la morte di Francesco per un meschino interesse di bottega , per aumentare la tiratura dei giornali o per aumentare il numero dei visitatori del proprio sito? (…) vi prego di rileggere l'articolo del corriere della sera e confrontarlo con quanto scritto nel Blog".
Dall’articolo apparso sul corriere (a firma di Giusi Fasano) cito solo questo breve paragrafo:
“E invece l’amichetto di Francesco no. Lui resiste. E parla. Forse è per questo che il gip, 15 giorni fa, ha deciso di prorogare le indagini e tenere in carcere gli arrestati che “potrebbero indurlo a ritrattare” dopo che “faticosamente” ha dovuto superare il muro di omertà che buona parte dell’opinione pubblica barrese ha in qualche modo contribuito a realizzare”.
sì, ristabiliamo la corretta informazione.
Pronto? Posso parlare con Francesco Pizzetti?
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