Non vogliamo essere per forza contro le istituzioni o le tradizioni ma ristabiliamo dei punti di contatto con la realtà. la storia non ci convince fin da principio.
partiamo dalle scritture ed arriviamo a confondere consumismo e religione. il melting pot di culture è figlio di questa società multimediale e va bene, ma sacro e profano mischiati insieme… farebbero rivoltare Savonarola nella tomba. un falò delle vanità c’è già stato ed è stato un crimine contro l’umanità. abbiamo però toccato il fondo, ora iniziamo a scavare.
dei 4 vangeli ufficiali, solo 2 riportano della nascita e dei primi anni di vita del figlio di Dio.
S. Matteo espone la storia partendo da Giuseppe: Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, si trovò incinta per virtù dello Spirito Santo, prima di esser venuti ad abitare insieme. Giuseppe che era un uomo giusto e non voleva esporla all’infamia, pensò di rimandarla segretamente. insomma stava pensando di annullare le nozze per vizio di forma. a questo punto entra in scena l’Angelo del Signore, lo stesso Gabriele che aveva già visitato Maria, che convince il buon uomo: “Non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché colui che in lei è stato concepito è opera dello Spirito Santo”. oltre al danno anche la beffa: lui, un vecchio falegname, deve prendere in sposa lei, una bella e giovane vergine; peccato lei sia già incinta di qualcun altro, molto influente, che manda un sicario per convincerlo.
Giuseppe fece come l’Angelo gli aveva ordinato, e prese la sua moglie con sé. E senza che l’abbia conosciuta, diede alla luce un figlio, e lo chiamò Gesù. Matteo parla poi di Erode e dei Magi che, arrivati da Oriente a Gerusalemme alla ricerca del re dei Giudei, vengono mandati a fare diligenti ricerche del fanciullo dallo stesso Erode. guidati da una stella, che si fermò sopra il luogo dove era nato il fanciullo, i Magi trovarono ciò che cercavano: "ed entrati nella casa, videro il Bambino con Maria sua Madre".
partiamo dalle scritture ed arriviamo a confondere consumismo e religione. il melting pot di culture è figlio di questa società multimediale e va bene, ma sacro e profano mischiati insieme… farebbero rivoltare Savonarola nella tomba. un falò delle vanità c’è già stato ed è stato un crimine contro l’umanità. abbiamo però toccato il fondo, ora iniziamo a scavare.
dei 4 vangeli ufficiali, solo 2 riportano della nascita e dei primi anni di vita del figlio di Dio.
S. Matteo espone la storia partendo da Giuseppe: Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, si trovò incinta per virtù dello Spirito Santo, prima di esser venuti ad abitare insieme. Giuseppe che era un uomo giusto e non voleva esporla all’infamia, pensò di rimandarla segretamente. insomma stava pensando di annullare le nozze per vizio di forma. a questo punto entra in scena l’Angelo del Signore, lo stesso Gabriele che aveva già visitato Maria, che convince il buon uomo: “Non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché colui che in lei è stato concepito è opera dello Spirito Santo”. oltre al danno anche la beffa: lui, un vecchio falegname, deve prendere in sposa lei, una bella e giovane vergine; peccato lei sia già incinta di qualcun altro, molto influente, che manda un sicario per convincerlo.
Giuseppe fece come l’Angelo gli aveva ordinato, e prese la sua moglie con sé. E senza che l’abbia conosciuta, diede alla luce un figlio, e lo chiamò Gesù. Matteo parla poi di Erode e dei Magi che, arrivati da Oriente a Gerusalemme alla ricerca del re dei Giudei, vengono mandati a fare diligenti ricerche del fanciullo dallo stesso Erode. guidati da una stella, che si fermò sopra il luogo dove era nato il fanciullo, i Magi trovarono ciò che cercavano: "ed entrati nella casa, videro il Bambino con Maria sua Madre".
ma Gesù non nacque in una stalla?
S. Matteo non vi accenna ma v’è un altro passaggio interessante nel suo racconto: dopo la fuga in Egitto della Sacra Famiglia (perché Erode cercherà il Bambino per farlo morire), invece che tornare in Giudea (perché, morto Erode, vi regnava Archelao, suo figlio) Giuseppe portò Maria e il Bambino nel territorio della Galilea, e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, onde si adempisse quello che era stato annunziato dai profeti: “Egli sarà chiamato Nazareno”.
ma Gesù non era già Nazareno in quanto Nazaret era la città natia di sua madre?
in effetti S. Matteo non parla della città d’origine di Maria.
passiamo dunque al vangelo di S. Luca, che è proiettato su Maria: l'angelo Gabriele fu inviato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, ad una Vergine, promessa ad un uomo di nome Giuseppe. il nome della Vergine era Maria. L’Angelo così si rivolse a lei: “Ecco, tu concepirai nel tuo seno e darai alla luce un figlio, che chiamerai col nome di Gesù”. allora Maria disse all’Angelo: “come potrà avvenir questo, se io non conosco uomo?”. e l’Angelo le rispose: “Lo Spirito Santo verrà sopra di te, e la potenza dell’Altissimo ti coprirà della sua ombra”. causa il censimento editto da Cesare Augusto, così continua S. Luca, Giuseppe salì dalla Galilea, dalla città di Nazaret, per recarsi in Giudea, nella città di Davide, chiamata Betleem per farsi iscrivere assieme a Maria. mentre si trovavano là ella diede alla luce il suo figlio primogenito; lo avvolse in fasce e lo adagiò in una mangiatoia, perché nell’albergo per loro non c’era posto. Quando furono trascorsi otto giorni, dopo i quali si doveva circoncidere il Bambino, gli fu messo il nome di Gesù. poi, secondo la legge di Mosè, lo portarono a Gerusalemme per offrirlo al Signore. Quando ebbero compiuto tutto quello che riguardava la Legge del Signore, ritornarono in Galilea nella loro città di Nazaret.
facciamo il punto: quindi Gesù è Nazareno sia da parte materna che paterna.
e la fuga in Egitto?
S. Luca non ne parla ma, come in Matteo, nel suo vangelo c’è un altro brano degno di nota. si intitola: i parenti di Gesù. "Or, sua Madre e i suoi fratelli vennero a trovarlo".
quindi Gesù non era figlio unico. (lo conferma anche S. Giovanni nel suo vangelo).
versioni contrastanti, da cui, a quanto pare, la Chiesa ha attinto con cura “il meglio” per darci la sua versione della storia.
non chiediamo una storia oggettiva, ma almeno congruente. se io dico bianco e tu dici nero, è dunque bianconero il colore che vediamo?
In concreto vi chiederete voi, qual è la conseguenza di tutto questo? Qual'è il messaggio che vuole trasmettere la nostra profana omelia di Natale che non chiede in cambio alcuna oblazione?
E’ veramente importante sapere se Gesù sia nato in una stalla, in una casa o all’Hilton di Betlemme? Se sia o meno dovuto fuggire in Egitto? La risposta che otterreste da qualunque prelato sarebbe “certo che no” e, per una volta, sarei d’accordo con lui. E non tanto perché i Vangeli siano da interpretare, siano da leggere nella luce giusta (altrimenti non sarebbe possibile spiegarsi come cristiani, ebrei, testimoni di Geova si rifacciano tutti allo stesso Testo Sacro) ma piuttosto perché credo che sia un altro e di più ampio respiro il punto cardine della faccenda. Il punto principale che si evince da tutto ciò è come sia possibile far passare una storia, una storia qualunque per verità dogmatica pienamente accettata quand’anche siano ampliamente disponibili al vasto pubblico una marea di testimonianze, prove e scritti che attestino l’esatto contrario. Nell’era dell’informazione nessuno si informa più ma tutti vengono informati a dovere. Dal 25.12.0000 al 11.09.2001 d.C. e oltre…
a questo punto ci pare superfluo discutere se Babbo Natale sia un prodotto della CocaCola, sia il realtà il Dio Odino o se discenda dalla figura del vescovo San Nicola. e l’indignazione che ci suscita una CHIESA che arriva a tollerare venga definito “l’assistente di Gesù Bambino” è di gran lunga superata dalle FALSE VERITA’ che essa ci propina.
da DUEMILA anni.
Il risultato è che a Natale ogni scherzo vale. Lo scherzo serissimo della Chiesa, che con voce ormai flebile rivendica la natività come fulcro della festa e vorrebbe richiamare la gente allo spirito originario. Orde di persone, ormai fedeli solo ad altri santi natalizi -esotici i loro nomi: Zara, Mondadori, Jdc, Ermenegildo Zegna…- ai quali ognuno, col proprio stile da centometrista o maratoneta, porta il proprio obolo. Sono le mangiatoie ciccione delle corporation i veri santuari. Uno scherzetto riuscitissimo questo: che ci pigia tutti assieme nelle strade gli ultimi giorni prima del dì di festa. Usciamo di fretta dagli uffici (delle corporation), dopo che abbiamo lavorato le nostre nove o dieci ore, per correre nei negozi (delle corporation) a rimpinzarci di regali prima che l’orologio scandisca la sera del 24. Quella sera, o il giorno dopo, ci scambieremo regali, effusioni, tacchini ripieni e alka-seltzer.
Se troviamo due minuti in cui smaltire sbornia e parenti, magari in pace vicino al camino, scopriremo di preferire la sincerità del carnevale. E magari sceglieremo cosa farcene del resto del Natale.
Le ani3 augurano a tutti i lettori un Natale sereno. Per quanto possibile…
BUON NATALE!
S. Matteo non vi accenna ma v’è un altro passaggio interessante nel suo racconto: dopo la fuga in Egitto della Sacra Famiglia (perché Erode cercherà il Bambino per farlo morire), invece che tornare in Giudea (perché, morto Erode, vi regnava Archelao, suo figlio) Giuseppe portò Maria e il Bambino nel territorio della Galilea, e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, onde si adempisse quello che era stato annunziato dai profeti: “Egli sarà chiamato Nazareno”.
ma Gesù non era già Nazareno in quanto Nazaret era la città natia di sua madre?
in effetti S. Matteo non parla della città d’origine di Maria.
passiamo dunque al vangelo di S. Luca, che è proiettato su Maria: l'angelo Gabriele fu inviato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, ad una Vergine, promessa ad un uomo di nome Giuseppe. il nome della Vergine era Maria. L’Angelo così si rivolse a lei: “Ecco, tu concepirai nel tuo seno e darai alla luce un figlio, che chiamerai col nome di Gesù”. allora Maria disse all’Angelo: “come potrà avvenir questo, se io non conosco uomo?”. e l’Angelo le rispose: “Lo Spirito Santo verrà sopra di te, e la potenza dell’Altissimo ti coprirà della sua ombra”. causa il censimento editto da Cesare Augusto, così continua S. Luca, Giuseppe salì dalla Galilea, dalla città di Nazaret, per recarsi in Giudea, nella città di Davide, chiamata Betleem per farsi iscrivere assieme a Maria. mentre si trovavano là ella diede alla luce il suo figlio primogenito; lo avvolse in fasce e lo adagiò in una mangiatoia, perché nell’albergo per loro non c’era posto. Quando furono trascorsi otto giorni, dopo i quali si doveva circoncidere il Bambino, gli fu messo il nome di Gesù. poi, secondo la legge di Mosè, lo portarono a Gerusalemme per offrirlo al Signore. Quando ebbero compiuto tutto quello che riguardava la Legge del Signore, ritornarono in Galilea nella loro città di Nazaret.
facciamo il punto: quindi Gesù è Nazareno sia da parte materna che paterna.
e la fuga in Egitto?
S. Luca non ne parla ma, come in Matteo, nel suo vangelo c’è un altro brano degno di nota. si intitola: i parenti di Gesù. "Or, sua Madre e i suoi fratelli vennero a trovarlo".
quindi Gesù non era figlio unico. (lo conferma anche S. Giovanni nel suo vangelo).
versioni contrastanti, da cui, a quanto pare, la Chiesa ha attinto con cura “il meglio” per darci la sua versione della storia.
non chiediamo una storia oggettiva, ma almeno congruente. se io dico bianco e tu dici nero, è dunque bianconero il colore che vediamo?
In concreto vi chiederete voi, qual è la conseguenza di tutto questo? Qual'è il messaggio che vuole trasmettere la nostra profana omelia di Natale che non chiede in cambio alcuna oblazione?
E’ veramente importante sapere se Gesù sia nato in una stalla, in una casa o all’Hilton di Betlemme? Se sia o meno dovuto fuggire in Egitto? La risposta che otterreste da qualunque prelato sarebbe “certo che no” e, per una volta, sarei d’accordo con lui. E non tanto perché i Vangeli siano da interpretare, siano da leggere nella luce giusta (altrimenti non sarebbe possibile spiegarsi come cristiani, ebrei, testimoni di Geova si rifacciano tutti allo stesso Testo Sacro) ma piuttosto perché credo che sia un altro e di più ampio respiro il punto cardine della faccenda. Il punto principale che si evince da tutto ciò è come sia possibile far passare una storia, una storia qualunque per verità dogmatica pienamente accettata quand’anche siano ampliamente disponibili al vasto pubblico una marea di testimonianze, prove e scritti che attestino l’esatto contrario. Nell’era dell’informazione nessuno si informa più ma tutti vengono informati a dovere. Dal 25.12.0000 al 11.09.2001 d.C. e oltre…
a questo punto ci pare superfluo discutere se Babbo Natale sia un prodotto della CocaCola, sia il realtà il Dio Odino o se discenda dalla figura del vescovo San Nicola. e l’indignazione che ci suscita una CHIESA che arriva a tollerare venga definito “l’assistente di Gesù Bambino” è di gran lunga superata dalle FALSE VERITA’ che essa ci propina.
da DUEMILA anni.
Il risultato è che a Natale ogni scherzo vale. Lo scherzo serissimo della Chiesa, che con voce ormai flebile rivendica la natività come fulcro della festa e vorrebbe richiamare la gente allo spirito originario. Orde di persone, ormai fedeli solo ad altri santi natalizi -esotici i loro nomi: Zara, Mondadori, Jdc, Ermenegildo Zegna…- ai quali ognuno, col proprio stile da centometrista o maratoneta, porta il proprio obolo. Sono le mangiatoie ciccione delle corporation i veri santuari. Uno scherzetto riuscitissimo questo: che ci pigia tutti assieme nelle strade gli ultimi giorni prima del dì di festa. Usciamo di fretta dagli uffici (delle corporation), dopo che abbiamo lavorato le nostre nove o dieci ore, per correre nei negozi (delle corporation) a rimpinzarci di regali prima che l’orologio scandisca la sera del 24. Quella sera, o il giorno dopo, ci scambieremo regali, effusioni, tacchini ripieni e alka-seltzer.
Se troviamo due minuti in cui smaltire sbornia e parenti, magari in pace vicino al camino, scopriremo di preferire la sincerità del carnevale. E magari sceglieremo cosa farcene del resto del Natale.
Le ani3 augurano a tutti i lettori un Natale sereno. Per quanto possibile…
BUON NATALE!
2 commenti:
BUON NATALE ANKE A VOI ANI3!!!!!!!!!!...UN Pò IN RITARDO! IO SONO ATEA E SPESSO MI DANNO DELL'IPOCRITA XCHè FESTEGGIO IL NATALE E ALTRE FESTE...è VERO, FORSE NN DOVREI MA ORMAI è UNA TRADIZIONE! è COSì BELLO COMPRARE REGALI ( E RICEVERLI!), ABBUFFARSI + DEL SOLITO E AGGHINDARE UN PINO NEL MODO + TRASH POSSIBILE! COSA C'è DI MENO RELIGIOSO?! SE IL NATALE POSSONO FESTEGGIARLO CREDENTI DISINFORMATI CHE RACCONTANO HAI BAMBINI KE I REGALI LI PORTA BABBO NATALE........ALLORA POSSO FESTEGGIARLO ANK'IO!
COMUNQUE IL MIO NATALE QUEST'ANNO è STATO BELLISSSSSSIMO!!!!!!! :)
A prescindere da qualsiasi tipo di credenza intorno al Natale, sia essa religiosa oppure no, credo comunque che a tutti faccia bene sapere dell'esistenza di un giorno all'anno in cui essere più buoni... e secondo me a Natale siamo davvero tutti più buoni!!!
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