dal 2 gennaio 2008 entrerà in funzione a Milano (in via sperimentale fino al 31.12.2008) "il nuovo modo per disincentivare la circolazione dei veicoli più inquinanti all'interno della Cerchia dei Bastioni".
l'ecopass è necessario per i seguenti veicoli:
1. auto e veicoli merci a benzina Euro 0, Euro 1 ed Euro 2
2. auto e veicoli merci diesel Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3
3. autobus diesel Euro 0, Euro 1, Euro 2, Euro 3, Euro 4 ed Euro 5
hanno accesso libero i veicoli:
1. veicoli GPL, veicoli a metano, veicoli elettrici, veicoli ibridi
2. auto e veicoli merci a benzina Euro 3 e Euro 4 o più recenti
3. auto e veicoli merci diesel Euro 4 o più recenti con filtro antiparticolato omologato
4. auto e merci diesel Euro 4 senza filtro antiparticolato (esentati per 3 mesi a partire dal 2 gennaio 2008)
5. ciclomotori e motociclette
il costo dell'ecopass varia a seconda del tipo di veicolo:
€ 2 (giornaliero) per auto e veicoli merci a benzina Euro 1 ed Euro 2
€ 5 (giornaliero) per auto e veicoli merci a benzina Euro 0
€ 5 (giornaliero) per auto diesel Euro 1, Euro 2 ed Euro 3
€ 5 (giornaliero) per veicoli merci diesel Euro 3
€ 5 (giornaliero) per autobus diesel Euro 4 ed Euro 5
€ 10 (giornaliero) per auto diesel Euro 0
€ 10 (giornaliero) per veicoli diesel merci Euro 0, Euro 1 ed Euro 2
€ 10 (giornaliero) per autobus diesel Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed euro 3
alla ricerca della verità
lunedì 31 dicembre 2007
sabato 29 dicembre 2007
Osteria del Sognatore
c'è il cuore e ci sono i gusti personali. le luci sono soffuse ed un velo di musica accompagna la cena in questa osteria dove una vecchia affettatrice (perfettamente funzionante) ed un bottiglione pieno di tappi fan bella mostra di sè al centro della sala. la location è forse più adatta ad un'incontro romantico o una serata tranquilla ma si organizzano anche tavolate.
dalla cucina escono validi antipasti (fantasiosi) e primi fin troppo elaborati (il piatto forte sono gli spaghetti pomodoro e basilico!). tra i secondi è da preferire la carne al pesce. i dolci ed il limoncello sono fatti in casa (richiestissimo il tiramisù).
la carta dei vini non ha acuti ma scelte interessanti su alcuni produttori che potrebbero essere maggiormente affinate.
è tradizione del ristorante gettare il tappo del vino consumato nel bottiglione a centro sala, esprimendo un desiderio.
PROMOSSO con riserva (sul prezzo)!
PREZZO a persona: 53 euro FULL OPTIONAL (*).
COPERTI: 45 posti.
CHIUSURA: a pranzo sabato, tutto il giorno domenica.
Osteria del Sognatore
Milano
via Morimondo 1
tel. 02 89 12 60 48
(*) per prezzo FULL OPTIONAL si intende un pasto completo (antipasto, primo, secondo, dolce) incluso di acqua caffè ammazzacaffè e 1/2 bottiglia di vino (di fascia media).
(**) per onestà intellettuale è riportata di seguito la "prima" recensione:
dalla cucina escono validi antipasti (fantasiosi) e primi fin troppo elaborati (il piatto forte sono gli spaghetti pomodoro e basilico!). tra i secondi è da preferire la carne al pesce. i dolci ed il limoncello sono fatti in casa (richiestissimo il tiramisù).
la carta dei vini non ha acuti ma scelte interessanti su alcuni produttori che potrebbero essere maggiormente affinate.
è tradizione del ristorante gettare il tappo del vino consumato nel bottiglione a centro sala, esprimendo un desiderio.
PROMOSSO con riserva (sul prezzo)!
PREZZO a persona: 53 euro FULL OPTIONAL (*).
COPERTI: 45 posti.
CHIUSURA: a pranzo sabato, tutto il giorno domenica.
Osteria del Sognatore
Milano
via Morimondo 1
tel. 02 89 12 60 48
(*) per prezzo FULL OPTIONAL si intende un pasto completo (antipasto, primo, secondo, dolce) incluso di acqua caffè ammazzacaffè e 1/2 bottiglia di vino (di fascia media).
(**) per onestà intellettuale è riportata di seguito la "prima" recensione:
luci soffuse, musica in sottofondo, un'affettatrice (funzionante) a manovella ed un bottiglione pieno di tappi nel bel mezzo della sala. a quest'ambientazione suggestiva non fa seguito una cucina da sogno: si salvano gli antipasti (fantasiosi), gli spaghetti al pomodoro e la carne alla griglia (consigliata dall'oste). il resto è pochezza; i dolci da evitare. carta dei vini scialba, così come la scelta dei liquori (manca persino un cognac!). è tradizione del ristorante gettare il tappo del vino consumato nel bottiglione a centro sala, esprimendo un desiderio. BOCCIATO!
venerdì 28 dicembre 2007
Schumacher re della biga
il 30 gennaio 2008 uscirà il 3° episodio cinemato-grafico del folletto gallo: Asterix alle Olimpiadi. nella nuova fatica transalpina ci sarà il ritorno alle gare di Michael Schumacher. al volante di un bolide rosso con tanto di Jean Todt a guidarlo dai box, l'asso tedesco sarà impegnato in un'estenuante corsa di bighe!
il film vanta inoltre la partecipazione di Zidane, Beckham e Amelie Mauresmo. uno dei motivi questo che ha portato già un record alla pellicola: in Francia non erano mai stati spesi 78 milioni di euro per produrre un film.
giovedì 27 dicembre 2007
alla ricerca della miglior definizione
"il lavoro è la maledizione delle classe bevitrici".
Oscar Wilde
mercoledì 26 dicembre 2007
come rispondono le multinazionali all'aumento dei prezzi dei prodotti agricoli
"la Nestlè non è preoccupata per l'aumento dei prezzi del latte. Peter Brabeck, presidente e amministratore delegato del gruppo, ha riconosciuto che i prezzi delle materie prime come il latte rimarranno elevati; ma i marchi forti come Nescafè o Kit Kat hanno consentito a Nestlè di trasferire gli aumenti sui consumatori".
Financial Times
giovedì 20 dicembre 2007
Q.I. - quoziente di ignoranza
L'OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha recentemente emesso un rapporto sul livello delle conoscenze scientifiche, letterarie e matematiche degli studenti 15enni italiani.
Il quadro che ne emerge è a dir poco drammatico.
Se il profilo dei giovani del nostro paese è quello che emerge dall'indagine, il proliferare di episodi di bullismo, la scomparsa di ogni senso etico, l'assoluta mancanza del rispetto delle più comuni regole del vivere civile non dovrebbero affatto sorprendere.
- PROVA DI SCIENZA: La domanda era: "Perché c'è differenza tra il giorno e la notte?". 62 quindicenni italiani su 100 non hanno saputo rispondere da cosa dipendono il giorno e la notte.
- LETTURA: Il 40% degli studenti non sa leggere un testo discontinuo, l'83% non sa usare tutte le informazioni. Per la prima è stato mostrato un diagramma ad albero che descrive la popolazione attiva di un paese. La domanda era relativa a quante persone della popolazione attiva non facevano parte della forza lavoro. Hanno risposto correttamente (senza fare alcun errore) e quindi ottenendo il punteggio pieno il 17% dei ragazzi.
- MATEMATICA 1: Il 30% degli studenti non sa interpretare una formula di tasso di cambio: "E' stato chiesto a quanto corrisponde il valore di una data moneta conoscendone il tasso di cambio". Le risposte corrette sono state il 71,5% ed il 28,5% errate.
Il quadro che ne emerge è a dir poco drammatico.
Se il profilo dei giovani del nostro paese è quello che emerge dall'indagine, il proliferare di episodi di bullismo, la scomparsa di ogni senso etico, l'assoluta mancanza del rispetto delle più comuni regole del vivere civile non dovrebbero affatto sorprendere.
- PROVA DI SCIENZA: La domanda era: "Perché c'è differenza tra il giorno e la notte?". 62 quindicenni italiani su 100 non hanno saputo rispondere da cosa dipendono il giorno e la notte.
- LETTURA: Il 40% degli studenti non sa leggere un testo discontinuo, l'83% non sa usare tutte le informazioni. Per la prima è stato mostrato un diagramma ad albero che descrive la popolazione attiva di un paese. La domanda era relativa a quante persone della popolazione attiva non facevano parte della forza lavoro. Hanno risposto correttamente (senza fare alcun errore) e quindi ottenendo il punteggio pieno il 17% dei ragazzi.
- MATEMATICA 1: Il 30% degli studenti non sa interpretare una formula di tasso di cambio: "E' stato chiesto a quanto corrisponde il valore di una data moneta conoscendone il tasso di cambio". Le risposte corrette sono state il 71,5% ed il 28,5% errate.
martedì 18 dicembre 2007
ma non l'avete ancora capito! E' UNA MONTATURA!
calciopoli? è tutta una montatura!
il coinvolgimento dei politici nelle scalate bancarie? è tutta una montatura!
episodi di corruzione dei giudici da parte dei politici? è tutta una montatura!
le interferenze del potere politico nell'operato dei magistrati? è tutta una montatura!
le domande potrebbero essere migliaia, continuate la lista a piacere tenendo bene a mente che la risposta però è una e una soltanto.
la verità è che in questo paese gli unici a essere montati sono i cittadini italiani...
il coinvolgimento dei politici nelle scalate bancarie? è tutta una montatura!
episodi di corruzione dei giudici da parte dei politici? è tutta una montatura!
le interferenze del potere politico nell'operato dei magistrati? è tutta una montatura!
le domande potrebbero essere migliaia, continuate la lista a piacere tenendo bene a mente che la risposta però è una e una soltanto.
la verità è che in questo paese gli unici a essere montati sono i cittadini italiani...
pagare per vivere
esiste un limite alla decenza? la Moratti è riuscita a superare persino il parere contrario della maggioranza che rappresenta e che è stata eletta dai suoi concittadini: dal 2 gennaio 2008 a Milano entrerà in vigore l'ecopass. "Stiamo lavorando e dobbiamo lavorare sempre di più per la salute dei nostri cittadini... Quello che chiedo a tutti i milanesi è una forte partecipazione a questo progetto come alle altre azioni che rendono Milano sempre più bella e vivibile" queste le parole del sindaco a commento della sua iniziativa. in pratica quello che chiede è un obolo, una tassa per far vivere meglio i suoi concittadini, più sani, meno inquinati e soprattutto contenti di pagare per vivere. questa è la nuova filosofia di Milano, che si adegua ad un mondo dove la vita non è più un diritto.
UPDATE: non sono ancora chiari i meccanismi d'attuazione dell'ecopass, specialmente le misure di controllo, anche i vigili lamentano una scarsa informazione sull'argomento. ma c'è una domanda che su nessun giornale ha ancora trovato risposta: qual'è la destinazione economica prevista per le entrate raccolte con l'ecopass?
UPDATE: non sono ancora chiari i meccanismi d'attuazione dell'ecopass, specialmente le misure di controllo, anche i vigili lamentano una scarsa informazione sull'argomento. ma c'è una domanda che su nessun giornale ha ancora trovato risposta: qual'è la destinazione economica prevista per le entrate raccolte con l'ecopass?
giovedì 13 dicembre 2007
rischio rincari
leggendo gli articoli apparsi oggi sulla stampa nazionale pare che l'equazione sia:
fine del blocco dei tir = ripresa delle consegne = rincaro delle merci.
i pomodori sono mancati 2 giorni sui banchi di supermercati e fruttivendoli e domani riappariranno con un prezzo maggiorato del 20%? stesso vale per melanzane, carote, insalata? "oltre il danno anche la beffa" così recita il Corriere della Sera. "il conto lo pagherà la collettività" prosegue la Repubblica. perchè mai?
la prima legge dell'economia, quella della domanda e dell'offerta, insegna che se l'offerta non incontra la domanda i prezzi sono destinati a scendere. quindi basta non comprare! e se il prezzo non scenderà i pomodori marciranno sugli scaffali. la collettività ha un emorme potere, peccato non sappia usarlo.
fine del blocco dei tir = ripresa delle consegne = rincaro delle merci.
i pomodori sono mancati 2 giorni sui banchi di supermercati e fruttivendoli e domani riappariranno con un prezzo maggiorato del 20%? stesso vale per melanzane, carote, insalata? "oltre il danno anche la beffa" così recita il Corriere della Sera. "il conto lo pagherà la collettività" prosegue la Repubblica. perchè mai?
la prima legge dell'economia, quella della domanda e dell'offerta, insegna che se l'offerta non incontra la domanda i prezzi sono destinati a scendere. quindi basta non comprare! e se il prezzo non scenderà i pomodori marciranno sugli scaffali. la collettività ha un emorme potere, peccato non sappia usarlo.
mercoledì 12 dicembre 2007
KRAPFEN!
il simbolo della rivolta:
paste lanciate contro la sede del Partito democratico in piazza Santa Anastasia e in seguito anche contro la sede centrale della Rai di viale Mazzini, a Roma.
"Molto poco caro Partito Demokratico, questo è un krapfen attack! In questo 12 dicembre di lutto e di memoria mai sopita, siamo qui a ringraziarvi dolcemente per averci regalato un bel 'pacco' sicurezza. Lo avete fatto per il bene di tutti e tutte noi, per farci sentire tutti e tutte più a nostro agio nella nostra quotidianità di 'produci consuma, crepa'. (...) state mettendo in opera un progetto di deriva autoritaria, finalizzata a reprimere il conflitto sociale e il dissenso di tutti coloro che non amano la pacificazione vagheggiata dalla governance di SuperWalter. Allora beccatevi i nostri krapfen umanitari, le nostre bombe alla crema intelligenti, che vi vadano di traverso.
12 dicembre 1969: no alla strategia della tensione.
12 dicembre 2007: no alla strategia della paura".
paste lanciate contro la sede del Partito democratico in piazza Santa Anastasia e in seguito anche contro la sede centrale della Rai di viale Mazzini, a Roma.
"Molto poco caro Partito Demokratico, questo è un krapfen attack! In questo 12 dicembre di lutto e di memoria mai sopita, siamo qui a ringraziarvi dolcemente per averci regalato un bel 'pacco' sicurezza. Lo avete fatto per il bene di tutti e tutte noi, per farci sentire tutti e tutte più a nostro agio nella nostra quotidianità di 'produci consuma, crepa'. (...) state mettendo in opera un progetto di deriva autoritaria, finalizzata a reprimere il conflitto sociale e il dissenso di tutti coloro che non amano la pacificazione vagheggiata dalla governance di SuperWalter. Allora beccatevi i nostri krapfen umanitari, le nostre bombe alla crema intelligenti, che vi vadano di traverso.
12 dicembre 1969: no alla strategia della tensione.
12 dicembre 2007: no alla strategia della paura".
-ricordando piazza Fontana-
sciopero degli autotrasportatori
Martedì sera il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha detto ai microfoni del Tg1 che il blocco messo in atto dagli autotrasportatori «non è ammissibile», garantendo che la protesta – indetta per chiedere aumento della capacità contrattuale, contenimento di prezzo del gasolio e costi d'esercizio, riconoscimento del costo minimo, lotta all'abusivismo e alla concorrenza sleale e la certezza sui tempi di pagamento – non avrà come conseguenza un aumento dei prezzi. Da parte sua il governo dice di aver stanziato incentivi per 70 milioni di euro per il ricambio dei veicoli e 116 milioni per la logistica, di aver approvato una serie di agevolazioni fiscali per gli autotrasportatori, di aver aumentato i controlli sui mezzi pesanti che circolano sulle strade italiane, anche per il rispetto delle norme sulla concorrenza.
Ci scrive un amico del settore trasporti. Diamo spazio al suo grido senza eco:
"Maledetti comunisti al governo dovete morire tutti...ci sono grossi problemi nel nostro settore e gli autotrasportatori fanno bene a scioperare...niente natale per i consumatori niente beni di prima necessità...bisogna chiudere tutto..."
Io al secondo giorno di sciopero ho già la macchina in riserva... che sia l'occasione buona per rimettermi in forma? D'altra parte si è mai vista un anitra con gli addominali???
UPDATE: "la libertà violata" di Beppe Severgnini
una voce contro è quella dello scrittore Severgnini che, con un tocco di populismo, tira le orecchie agli scioperanti ed una stoccata al Governo: "Non dubito delle buone ragioni degli autotrasportatori (...) Dubito però che queste buone ragioni siano sufficienti per bloccare un Paese sotto Natale. In questo modo, gli autotrasportatori dispongono di qualcosa che è di tutti. La libertà di circolazione, per esempio. Questo tipo di protesta -incoraggiata dalla mollezza del governo- sta prendendo piede. Solo una domanda, tranquilla: qual è il confine?".
Noi non lo sappiamo, però qualcuno sta andando in Svizzera. e non solo per fare benzina.
fonte: www.corriere.it
Ci scrive un amico del settore trasporti. Diamo spazio al suo grido senza eco:
"Maledetti comunisti al governo dovete morire tutti...ci sono grossi problemi nel nostro settore e gli autotrasportatori fanno bene a scioperare...niente natale per i consumatori niente beni di prima necessità...bisogna chiudere tutto..."
Io al secondo giorno di sciopero ho già la macchina in riserva... che sia l'occasione buona per rimettermi in forma? D'altra parte si è mai vista un anitra con gli addominali???
UPDATE: "la libertà violata" di Beppe Severgnini
una voce contro è quella dello scrittore Severgnini che, con un tocco di populismo, tira le orecchie agli scioperanti ed una stoccata al Governo: "Non dubito delle buone ragioni degli autotrasportatori (...) Dubito però che queste buone ragioni siano sufficienti per bloccare un Paese sotto Natale. In questo modo, gli autotrasportatori dispongono di qualcosa che è di tutti. La libertà di circolazione, per esempio. Questo tipo di protesta -incoraggiata dalla mollezza del governo- sta prendendo piede. Solo una domanda, tranquilla: qual è il confine?".
Noi non lo sappiamo, però qualcuno sta andando in Svizzera. e non solo per fare benzina.
martedì 11 dicembre 2007
senza benzina nè auto. l'alba di un mondo migliore?
l'Italia è il paese europeo che inquina di più, l'ammonizione è arrivata oggi dalla UE, i livelli di emissione di CO2 sono allarmanti. per tutta risposta i giornali oggi titolano: "l'Italia resta a secco", "la Fiat chiude". "la svolta" però non arriva da una presa di coscienza collettiva, tanto meno dal Governo. anzi si chiede al Governo d'intervenire perchè riporti la situazione alla "normalità". sì, perchè la causa di queste nostre "mancanze" deriva dallo sciopero dei tir. gli autotrasportatori ci stanno lasciando senza possibilità di rifornire i nostri automezzi; gli autotrasportatori stanno impedendo alla Fiat di produrre. gli stabilimenti di Melfi, Mirafiori, Termini Imerese sono chiusi per mancanza di componenti; fermo anche lo stabilimento Sevel (joint venture Fiat-Peugeot) in Val di Sangro e le industrie dell'indotto.
sono bastate 24 ore.
se lo sciopero continuerà incominceranno a mancare le provviste; i primi a mancare saranno ovviamente i prodotti freschi, poi i surgelati e infine i prodotti a lunga conservazione. quando ci sarà l'assalto ai supermercati?
per fortuna che l'acqua del rubinetto è potabile.
sono bastate 24 ore.
se lo sciopero continuerà incominceranno a mancare le provviste; i primi a mancare saranno ovviamente i prodotti freschi, poi i surgelati e infine i prodotti a lunga conservazione. quando ci sarà l'assalto ai supermercati?
per fortuna che l'acqua del rubinetto è potabile.
lunedì 10 dicembre 2007
violenze sulle donne: attenzione alla xenofobia
"l'immagine che esce dagli organi d'informazione è molto diversa dalla realtà" afferma il direttore centrale dell'Istat Linda Laura Sabbadini. "l'immagine è di stupri per le strade a opera di immigrati" mentre il 69% delle violenze sulle donne sono opera di partner, mariti o fidanzati. solo il 6% sono opera di estranei. volendo presupporre che di questi "estranei" il 50% non sia italiano, allora solo il 3% degli stupri è commesso da stranieri. "non fare i conti con le statistiche esistenti in Italia può portare a orientare in modo errato le priorità e il tipo di politiche" ricorda Sabbadini.
venerdì 7 dicembre 2007
l’ombra di Microsoft sul futuro dei dvd
due sono i formati che si contendono il futuro dell'alta definizione: Blu-Ray Disc e Hd-Dvd. peccato che i Blu-Ray Disc siano molto più performanti degli Hd-Dvd. allora perchè, essendoci un libero mercato, i primi non hanno ancora soppiantato i secondi?
Michael Bay, regista di Armageddon Pearl Harbour e Transformers, ha la sua idea. più precisamente una teoria complottista. secondo il regista, infatti, Microsoft starebbe "firmando assegni da 100 milioni di dollari" intestati agli studios per sostenere la diffusione degli Hd-Dvd. questo spiegherebbe perchè alcuni film (Transformers giusto per citarne uno a caso!) escono solo in un formato e non in entrambi come sarebbe più razionale pensando alle logiche di mercato (lasciar sceglier al consumatore finale cosa acquistare ovvero utilizzare la tecnologia col miglior rapporto qualità/prezzo). ma perchè Microsoft starebbe spingendo una tecnologia perdente in partenza? la spiegazione di Bay è semplicemente geniale: "Quello che non capite è la strategia aziendale. Microsoft vuole che entrambi i formati falliscano così da fare la figura dell'eroe e portare il mondo verso il download digitale".
finanziando il formato più scadente, gli permetterebbe di restare in gara nonostante il concorrente sia superiore, così che nessuno vinca; la "guerra" durerà il tempo che Microsoft ci metterà a preparasi per la grande transizione al download digitale, chiudendo per sempre l'era dei supporti ed emergendo alla fine come unica vincitrice.
Michael Bay, regista di Armageddon Pearl Harbour e Transformers, ha la sua idea. più precisamente una teoria complottista. secondo il regista, infatti, Microsoft starebbe "firmando assegni da 100 milioni di dollari" intestati agli studios per sostenere la diffusione degli Hd-Dvd. questo spiegherebbe perchè alcuni film (Transformers giusto per citarne uno a caso!) escono solo in un formato e non in entrambi come sarebbe più razionale pensando alle logiche di mercato (lasciar sceglier al consumatore finale cosa acquistare ovvero utilizzare la tecnologia col miglior rapporto qualità/prezzo). ma perchè Microsoft starebbe spingendo una tecnologia perdente in partenza? la spiegazione di Bay è semplicemente geniale: "Quello che non capite è la strategia aziendale. Microsoft vuole che entrambi i formati falliscano così da fare la figura dell'eroe e portare il mondo verso il download digitale".
finanziando il formato più scadente, gli permetterebbe di restare in gara nonostante il concorrente sia superiore, così che nessuno vinca; la "guerra" durerà il tempo che Microsoft ci metterà a preparasi per la grande transizione al download digitale, chiudendo per sempre l'era dei supporti ed emergendo alla fine come unica vincitrice.
fonte: zeusnews
mercoledì 5 dicembre 2007
l'Unione ha fallito, parola di Fausto
Fausto Bertinotti, presidente della Camera, nominato da Prodi, ieri ha rilasciato una dichiarazione. una di quelle dichiarazioni che, se fossero prese sul serio o semplicemente vivessimo in un paese democratico, non solo rimarrebbero nella storia ma riporterebbero il popolo alle urne, in quanto delegittima il Governo. in Italia invece passeranno placide come l'acqua nel letto di un torrente.
così parlò Fausto: "Dobbiamo prenderne atto: questo centrosinistra ha fallito. La grande ambizione con la quale avevamo costruito l'Unione non si è realizzata... Un governo nuovo, riformatore, capace di rappresentare una drastica alternativa a Berlusconi, e di stabilire un rapporto profondo con la società e con i movimenti, a partire dai grandi temi della disuguaglianza, del lavoro, dei diritti delle persone: ecco, questo progetto non si è realizzato... Abbiamo un governo che sopravvive, fa anche cose difendibili, ma che lentamente ha alimentato le tensioni ed ha accresciuto le distanze dal popolo... Ma è chiaro che a gennaio serve un confronto vero, che prende atto del fallimento del progetto iniziale ma che, magari in uno spettro meno largo di obiettivi, rifissa l'agenda su alcune emergenze oggettive. E viene incontro alle domande della società italiana..."
finita questa innocua autocritica che "non deve far innervosire Prodi", Fausto inizia quella che potrebbe essere una lettera aperta al Governo: "Dai sindacalisti a Draghi, tutti dicono che la questione salariale è intollerabile. Ebbene, io mi chiedo: questa denuncia induce il governo a prendere qualche iniziativa, oppure no? Il 65% dei lavoratori italiani è senza contratto: posso sapere se questo per il governo è un problema, oppure no? In Francia Sarkozy ha aperto un confronto molto aspro, lanciando l'abolizione delle 35 ore e dicendo che se lavori di più guadagni di più: posso sapere se in Italia, dai metalmeccanici ai giornalisti, il governo ritiene ancora difendibili i contratti nazionali di categoria, oppure no? Non c'è più la scala mobile, ma intanto i prezzi stanno aumentando in modo esponenziale: tu, governo, non solo non vuoi indicizzazioni, ma con la fissazione dell'inflazione programmata hai contribuito pesantemente a tenere bassi i salari. Dunque c'entri, eccome se c'entri. E allora, in attesa di sapere cosa farai sui prezzi, posso sapere cosa pensi del problema dei salari? E attenzione: qui non basta più ripetere banalmente che 'bisogna rinnovare i contratti'. Io voglio sapere se il governo ritiene giuste o meno le rivendicazioni. Voglio sapere se ritiene opportuno restituire il fiscal drag, o se invece si vuole assumere la responsabilità di continuare a non farlo... Che altro devo dire?"
niente caro compagno, dai tuoi studi classici dovresti ricordare che "verba volant". ma forse questo tu già le lo sai; per questo hai parlato.
così parlò Fausto: "Dobbiamo prenderne atto: questo centrosinistra ha fallito. La grande ambizione con la quale avevamo costruito l'Unione non si è realizzata... Un governo nuovo, riformatore, capace di rappresentare una drastica alternativa a Berlusconi, e di stabilire un rapporto profondo con la società e con i movimenti, a partire dai grandi temi della disuguaglianza, del lavoro, dei diritti delle persone: ecco, questo progetto non si è realizzato... Abbiamo un governo che sopravvive, fa anche cose difendibili, ma che lentamente ha alimentato le tensioni ed ha accresciuto le distanze dal popolo... Ma è chiaro che a gennaio serve un confronto vero, che prende atto del fallimento del progetto iniziale ma che, magari in uno spettro meno largo di obiettivi, rifissa l'agenda su alcune emergenze oggettive. E viene incontro alle domande della società italiana..."
finita questa innocua autocritica che "non deve far innervosire Prodi", Fausto inizia quella che potrebbe essere una lettera aperta al Governo: "Dai sindacalisti a Draghi, tutti dicono che la questione salariale è intollerabile. Ebbene, io mi chiedo: questa denuncia induce il governo a prendere qualche iniziativa, oppure no? Il 65% dei lavoratori italiani è senza contratto: posso sapere se questo per il governo è un problema, oppure no? In Francia Sarkozy ha aperto un confronto molto aspro, lanciando l'abolizione delle 35 ore e dicendo che se lavori di più guadagni di più: posso sapere se in Italia, dai metalmeccanici ai giornalisti, il governo ritiene ancora difendibili i contratti nazionali di categoria, oppure no? Non c'è più la scala mobile, ma intanto i prezzi stanno aumentando in modo esponenziale: tu, governo, non solo non vuoi indicizzazioni, ma con la fissazione dell'inflazione programmata hai contribuito pesantemente a tenere bassi i salari. Dunque c'entri, eccome se c'entri. E allora, in attesa di sapere cosa farai sui prezzi, posso sapere cosa pensi del problema dei salari? E attenzione: qui non basta più ripetere banalmente che 'bisogna rinnovare i contratti'. Io voglio sapere se il governo ritiene giuste o meno le rivendicazioni. Voglio sapere se ritiene opportuno restituire il fiscal drag, o se invece si vuole assumere la responsabilità di continuare a non farlo... Che altro devo dire?"
niente caro compagno, dai tuoi studi classici dovresti ricordare che "verba volant". ma forse questo tu già le lo sai; per questo hai parlato.
martedì 4 dicembre 2007
la bandiera a stelle (di Davide) e striscie
«Perché gli Usa hanno messo da parte la propria sicurezza e quella di molti dei loro alleati per promuovere gli interessi di un altro stato?». «Gli Usa hanno un problema di terrorismo in buona parte perché sono strettamente alleati a Israele, e non il contrario» e nessun altro gruppo «è mai riuscito a trascinare la politica estera americana così lontano da ciò che l'interesse nazionale vorrebbe, riuscendo anche a convincere gli americani che gli interessi Usa e quelli di Israele coincidano».
tratto dal libro "la ISRAEL LOBBY e la politica estera americana" di Mearsheimer e Walt
tratto dal libro "la ISRAEL LOBBY e la politica estera americana" di Mearsheimer e Walt
l'indulto colpisce ancora
Donatella Pasquali Zingone, moglie dell'ex presidente del Consiglio, Lamberto Dini, attuale senatore dell'appena nata formazione dei liberal-democratici, è stata condannata a Roma a 2 anni e 4 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta mediante falso in bilancio a conclusione del processo sulla vicenda del fallimento della società Sidema.
la pena è stata condonata, per effetto dell'indulto.
la pena è stata condonata, per effetto dell'indulto.
lunedì 3 dicembre 2007
la Russia torna CATTIVA
stiamo al passo coi tempi, la storia ci insegna che nemici e amici cambiano continuamente e noi dobbiamo tenerci aggiornati. gli amici russi, i comunisti che non mangiano più i bambini e Putin in vacanza in Sardegna da Berlusconi potrebbero tornare presto nel dimenticatoio. il vento gelido della guerra fredda potrebbe tornare a farci compagnia.
i nostri magnifici media sono stati evidentemente istruiti a dovere da qualcheduno (chissà da chi?) e la grande madre Russia ha un bel bersaglio variopinto appiccicato addosso.
Il Corriere della Sera titola: "Osce: in Russia elezioni «non corrette». «Voto non corrispondente agli standard». Bocciatura anche dall'Ue: «Violazione dei diritti fondamentali»". E si legge nell'articolo: "...gli osservatori dell'Osce, l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, giudicavano la consultazione «non rispondente agli standard» occidentali ...". E quali sarebbero questi fantomatici standard occidentali di democrazia perfetta? Forse le elezioni americane che hanno visto rieletto Mr Bush? Quelle con il fratellino che governava la controversa Florida e neanche uno straccio di senatore a favore dell'apertura di un'inchiesta?? (mentre per la Russia il Corriere ci informa che "la Casa Bianca ha chiesto alle autorità russe di indagare sulle accuse di brogli"). Oppure il modello di elezioni perfette è quello italiano con scrutinatori che giravano con in tasca chiavette USB con i nostri voti, con schede dalla provenienza misteriosa ritrovate dopo mesi dall'elezioni, con catene di montaggio di segnatura delle schede in Australia, con batti e ribatti tra chi vuol ricontare, chi non vuol ricontare e chi un pò vuol ricontare è un pò no??
E pensare che Putin non ha vinto per un pugno di schede come Prodi o come Bush ma con il 64% delle preferenze.
Ma l'Occidente è generoso, che ci vogliamo fare? a forza di esportare democrazia è più che comprensibile che a lui non ne sia rimasta...
i nostri magnifici media sono stati evidentemente istruiti a dovere da qualcheduno (chissà da chi?) e la grande madre Russia ha un bel bersaglio variopinto appiccicato addosso.
Il Corriere della Sera titola: "Osce: in Russia elezioni «non corrette». «Voto non corrispondente agli standard». Bocciatura anche dall'Ue: «Violazione dei diritti fondamentali»". E si legge nell'articolo: "...gli osservatori dell'Osce, l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, giudicavano la consultazione «non rispondente agli standard» occidentali ...". E quali sarebbero questi fantomatici standard occidentali di democrazia perfetta? Forse le elezioni americane che hanno visto rieletto Mr Bush? Quelle con il fratellino che governava la controversa Florida e neanche uno straccio di senatore a favore dell'apertura di un'inchiesta?? (mentre per la Russia il Corriere ci informa che "la Casa Bianca ha chiesto alle autorità russe di indagare sulle accuse di brogli"). Oppure il modello di elezioni perfette è quello italiano con scrutinatori che giravano con in tasca chiavette USB con i nostri voti, con schede dalla provenienza misteriosa ritrovate dopo mesi dall'elezioni, con catene di montaggio di segnatura delle schede in Australia, con batti e ribatti tra chi vuol ricontare, chi non vuol ricontare e chi un pò vuol ricontare è un pò no??
E pensare che Putin non ha vinto per un pugno di schede come Prodi o come Bush ma con il 64% delle preferenze.
Ma l'Occidente è generoso, che ci vogliamo fare? a forza di esportare democrazia è più che comprensibile che a lui non ne sia rimasta...
venerdì 30 novembre 2007
TRUFFA TELEFONICA: susegreteria.biz
se dovesse arrivarvi questo sms, ovviamente non richiamate ma cancellate e continuate con quello che stavate facendo.
Mittente: -SMS-
Testo: Ti ho cercato alle 8.00 del 26/09/2007, è urgente, chiama da fisso al 899030641, info e costi susegreteria.biz
non è nulla di urgente, nè tanto meno importante, ma solo un altro modo di spillarvi dei soldi.
i gentili signori di susegreteria.biz confezionano un messaggio ben realizzato e senza errori ortografici per indurre l’utente finale a comporre il numero a tariffazione maggiorata cascando nella loro trappola.
visitando il sito citato nel sms nessuna pagina riporta la tariffazione applicata al numero telefonico da chiamare per sapere chi ti ha cercato con urgenza. in compenso ci si trova di fronte ad un “luogo” di incontri che rilascia le sue password proprio da quel numero 899. la pagina dei contatti non riporta alcun dettaglio della società e permette di compilare un form che genererà automaticamente una mail che sarà poi inviata ai responsabili della truffa.
il sito ha circa tre mesi di vita e la stringa che dovrebbe riportare l’indirizzo (di casa/ufficio) del proprietario è sostituita da privacyprotect.org, noto servizio di protezione dati in fase di registrazione dominio.
Mittente: -SMS-
Testo: Ti ho cercato alle 8.00 del 26/09/2007, è urgente, chiama da fisso al 899030641, info e costi susegreteria.biz
non è nulla di urgente, nè tanto meno importante, ma solo un altro modo di spillarvi dei soldi.
i gentili signori di susegreteria.biz confezionano un messaggio ben realizzato e senza errori ortografici per indurre l’utente finale a comporre il numero a tariffazione maggiorata cascando nella loro trappola.
visitando il sito citato nel sms nessuna pagina riporta la tariffazione applicata al numero telefonico da chiamare per sapere chi ti ha cercato con urgenza. in compenso ci si trova di fronte ad un “luogo” di incontri che rilascia le sue password proprio da quel numero 899. la pagina dei contatti non riporta alcun dettaglio della società e permette di compilare un form che genererà automaticamente una mail che sarà poi inviata ai responsabili della truffa.
il sito ha circa tre mesi di vita e la stringa che dovrebbe riportare l’indirizzo (di casa/ufficio) del proprietario è sostituita da privacyprotect.org, noto servizio di protezione dati in fase di registrazione dominio.
grazie a gioxx per approfondimenti.
giovedì 29 novembre 2007
Ahmetovic e la Linearom
Mastella ha mandato gli ispettori, la gente s'indigna e c’è sempre chi la fa franca. eppure il colpevole è sotto gli occhi di tutti. e come nei migliori film americani non è l’accusato numero uno. il vero criminale, quello che andrebbe arrestato, condannato e vilipeso è Alessio Sundas, l’agente pubblicitario dell’omicida.
è “la fervida mente moderna di Alessio" (così lo definisce il Corriere della Sera!) ad aver partorito e messo al mondo l’idea di una linea di accessori firmati Ahmetovic (Marco Ahmetovic è il rom responsabile della strage di Appignano, dove ubriaco alla guida del suo furgone uccise 4 ragazzini).
“La mia -ha ribadito Sundas- è una scommessa. Quella di fare di un assassino, di cui comunque non sono stato il complice, una star. Non me ne vergogno, è il mio lavoro”.
dunque il fervido Alessio non si vergogna, dopotutto non è stato complice di Ahmetovic, quindi perchè non organizzargli anche qualche serata in discoteca e la registrazione di un video musicale. e dov’è finita l’etica?
ah già, dimentico della lezione impartitami ai tempi dell’università: “l’etica è spesso e volentieri un mero scudo dietro cui le aziende si riparano per giustificare le proprie perdite in bilancio”.
è “la fervida mente moderna di Alessio" (così lo definisce il Corriere della Sera!) ad aver partorito e messo al mondo l’idea di una linea di accessori firmati Ahmetovic (Marco Ahmetovic è il rom responsabile della strage di Appignano, dove ubriaco alla guida del suo furgone uccise 4 ragazzini).
“La mia -ha ribadito Sundas- è una scommessa. Quella di fare di un assassino, di cui comunque non sono stato il complice, una star. Non me ne vergogno, è il mio lavoro”.
dunque il fervido Alessio non si vergogna, dopotutto non è stato complice di Ahmetovic, quindi perchè non organizzargli anche qualche serata in discoteca e la registrazione di un video musicale. e dov’è finita l’etica?
ah già, dimentico della lezione impartitami ai tempi dell’università: “l’etica è spesso e volentieri un mero scudo dietro cui le aziende si riparano per giustificare le proprie perdite in bilancio”.
venerdì 23 novembre 2007
tutto parte da qui
"Quella mattina sono arrivate tutte le notizie più disperate, distorte ad arte, sbagliate. Prima hanno detto che uno juventino aveva sparato a un laziale e allora ho pensato che tutto era davvero finito. Poi hanno raccontato una mezza verità e quando hanno seppellito quel ragazzo hanno tirato fuori la storia delle pietre nelle tasche. Come puoi avere fiducia in questo Stato?"
Claudio Galimberti
giovedì 22 novembre 2007
in azienda la sicurezza è al primo posto, sul pianeta divertimento
il top management europeo si attiene scrupolosamente alle regole dettate dalla privacy e se decide di bloccare la navigazione internet ai dipendenti della propria azienda lo fa solo per proteggere quest'ultima; non certo per ledere la libertà dei sottoposti. almeno questo è quello che dichiarano i manager intervistati.
i luoghi virtuali più inibiti sono i siti di download musicale e quelli di incontri online, a pari merito. seguono i siti dedicati alle comunità musicali online e quelli di video sharing (YouTube su tutti). ultimi, ma pur sempre bloccati, i siti di social networking (MySpace e Facebook), ritenuti minacce abbastanza serie al pari di instant messenger e siti di posta elettronica.
la motivazione addotta dai vertici aziendali riguardo il ferreo controllo degli accessi ad internet è appunto la preoccupazione per i possibili attacchi informatici, trascurando il rischio (o la certezza) che gli impiegati perdano di vista i propri compiti scaricandosi l’album musicale o filtrando nel cyberspazio. motivazione palusibile se si crede alle parole di Toralv Dirro, manager della McAfee: "il confine tra lavoro ed intrattenimento sta diventando sempre meno marcato".
i luoghi virtuali più inibiti sono i siti di download musicale e quelli di incontri online, a pari merito. seguono i siti dedicati alle comunità musicali online e quelli di video sharing (YouTube su tutti). ultimi, ma pur sempre bloccati, i siti di social networking (MySpace e Facebook), ritenuti minacce abbastanza serie al pari di instant messenger e siti di posta elettronica.
la motivazione addotta dai vertici aziendali riguardo il ferreo controllo degli accessi ad internet è appunto la preoccupazione per i possibili attacchi informatici, trascurando il rischio (o la certezza) che gli impiegati perdano di vista i propri compiti scaricandosi l’album musicale o filtrando nel cyberspazio. motivazione palusibile se si crede alle parole di Toralv Dirro, manager della McAfee: "il confine tra lavoro ed intrattenimento sta diventando sempre meno marcato".
mercoledì 21 novembre 2007
La Repubblica dell'italiano
“in agosto la modella uruguayana Luisel Ramos è morta durante la settimana della moda a Montevideo, dopo aver sopravvissuto con una dieta di lattuga e bibite a basso contenuto calorico”.
dopo AVER sopravvissuto?
http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/esteri/israele-modella/israele-modella/israele-modella.html
un esempio di contribuzione dei media alla cultura dell'italiano medio.
dopo AVER sopravvissuto?
http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/esteri/israele-modella/israele-modella/israele-modella.html
un esempio di contribuzione dei media alla cultura dell'italiano medio.
martedì 20 novembre 2007
America under attack: presto operative le restrizioni in funzione anti-terrorismo
per chiunque entri negli Stati Uniti arrivando dall’estero il Dipartimento per la sicurezza territoriale (Department of Homeland Security - creato dall’amministrazione Bush dopo l’attacco terroristico contro le Torri Gemelle) introdurrà, in aggiunta alle procedure attuali che impongono a tutti i cittadini stranieri di essere fotografati e schedati quando passano attraverso il controllo passaporti, un sistema dattiloscopico di identificazione delle persone molto più sofisticato, ma anche più invasivo. verrà dunque richiesto di appoggiare entrambe le mani su un’ apparecchiatura di nuova concezione, capace di “fotocopiare”, memorizzare ed analizzare elettronicamente le impronte dei polpastrelli. si creerà così un'immensa banca dati, i cui utilizzi sono lasciati alla discrezione del governo statunitense (e dei vari organismi di intelligence).
NO MORE PRIVACY.
NO MORE PRIVACY.
YouTube, la TV e l'ipocrisia della società
se una ragazza esibisce le sue tette su YouTube, i suoi videomaker adolescenti vengono criminalizzati; se lo fanno a Cultura Moderna, è un successo della tv trash ed è una pacchia per gli inserzionisti pubblicitari.
sembra dunque che la vera colpa di YouTube sia di rendere visibile ed evidente che chiunque, senza talento e senza cultura, senza lauree e senza raccomandazioni politiche, può fare trasmissioni della stessa qualità di quella che propongono oggi le reti Rai e Mediaset; ovvero una tv capace di fare audience solo sfruttando la violenza, il sesso, la morte ed il dolore e facendo degli stessi, straordinari fattori di incremento degli ascolti.
sembra dunque che la vera colpa di YouTube sia di rendere visibile ed evidente che chiunque, senza talento e senza cultura, senza lauree e senza raccomandazioni politiche, può fare trasmissioni della stessa qualità di quella che propongono oggi le reti Rai e Mediaset; ovvero una tv capace di fare audience solo sfruttando la violenza, il sesso, la morte ed il dolore e facendo degli stessi, straordinari fattori di incremento degli ascolti.
lunedì 19 novembre 2007
un outsider alla Casa Bianca
In corsa per la Casa Bianca alle presidenziali che si terranno il 4 novembre 2008 insieme ai più celebri Obama, Hillary e Rudi esiste una pletora di candidati portatori delle istanze più variegate pronti a contendersi la poltrona dello studio ovale. Tra questi, nelle fila del partito repubblicano, il texano Ron Paul.
Ronald Ernest "Ron" Paul (Pittsburgh, 20 agosto 1935) è un politico e medico ginecologo statunitense. Membro del Partito Repubblicano e rappresentante alla Camera dei Rappresentanti per il 14° Distretto (Texas).
Fu eletto per la prima volta al Congresso nel 1976. Tornato alla pratica medica nel 1985, tre anni più tardi si candidò come Presidente per il Partito Libertario piazzandosi al terzo posto con lo 0.3%.
Solo nel 1996 Ron Paul tornò al Congresso, nuovamente nelle file del Partito Repubblicano. Diventato membro del RLC, Ron Paul vinse tutte le successive elezioni.
Il 13 marzo 2007 ha annunciato la sua candidatura alla Presidenza degli Stati Uniti e quindi la sua intenzione di competere per la nomination repubblicana.
Ron Paul nella sua campagna elettorale punta moltissimo alla raccolta di fondi (ha raccolto dai soldati americani più donazioni lui da solo che tutti i candidati repubblicani e democratici messi assieme), l'obiettivo suo e del suo entourage è quota 12 milioni, quota ritenuta indispensabile per cercare davvero la vittoria alla primarie del partito e alle presidenziali.
In una sola giornata, il 5 novembre 2007, è riuscito a raccogliere 4,2 milioni di dollari, record storico di donazioni giornaliere di tutti gli Stati Uniti (per il partito repubblicano).
La data è densa di significati simbolici. Il 5 novembre infatti, festa nazionale in Inghilterra e Nuova Zelanda, si celebra il fallito attentato del cattolico Guy Fawkes nei confronti del re Giacomo I e dei membri del parlamento inglese, attentato passato alla storia come "congiura delle polveri".
Per introdurre il lettore nel Ron Paul pensiero cito un paio di sue affermazioni celebri:
"... se abbiamo degli attacchi mafiosi negli Stati Uniti, non andiamo mica a bombardare l'Italia!?"
"Perchè dimentichiamo che quando si sacrifica la libertà per la sicurezza, si perdono tutte e due? E' quello che accade in America, oggi."
Per saperne di più sul suo programma invito a visitare il link:
quel fenomeno di Ron Paul
Ronald Ernest "Ron" Paul (Pittsburgh, 20 agosto 1935) è un politico e medico ginecologo statunitense. Membro del Partito Repubblicano e rappresentante alla Camera dei Rappresentanti per il 14° Distretto (Texas).
Fu eletto per la prima volta al Congresso nel 1976. Tornato alla pratica medica nel 1985, tre anni più tardi si candidò come Presidente per il Partito Libertario piazzandosi al terzo posto con lo 0.3%.
Solo nel 1996 Ron Paul tornò al Congresso, nuovamente nelle file del Partito Repubblicano. Diventato membro del RLC, Ron Paul vinse tutte le successive elezioni.
Il 13 marzo 2007 ha annunciato la sua candidatura alla Presidenza degli Stati Uniti e quindi la sua intenzione di competere per la nomination repubblicana.
Ron Paul nella sua campagna elettorale punta moltissimo alla raccolta di fondi (ha raccolto dai soldati americani più donazioni lui da solo che tutti i candidati repubblicani e democratici messi assieme), l'obiettivo suo e del suo entourage è quota 12 milioni, quota ritenuta indispensabile per cercare davvero la vittoria alla primarie del partito e alle presidenziali.
In una sola giornata, il 5 novembre 2007, è riuscito a raccogliere 4,2 milioni di dollari, record storico di donazioni giornaliere di tutti gli Stati Uniti (per il partito repubblicano).
Fonte wikipedia
La data è densa di significati simbolici. Il 5 novembre infatti, festa nazionale in Inghilterra e Nuova Zelanda, si celebra il fallito attentato del cattolico Guy Fawkes nei confronti del re Giacomo I e dei membri del parlamento inglese, attentato passato alla storia come "congiura delle polveri".
Per introdurre il lettore nel Ron Paul pensiero cito un paio di sue affermazioni celebri:
"... se abbiamo degli attacchi mafiosi negli Stati Uniti, non andiamo mica a bombardare l'Italia!?"
"Perchè dimentichiamo che quando si sacrifica la libertà per la sicurezza, si perdono tutte e due? E' quello che accade in America, oggi."
Per saperne di più sul suo programma invito a visitare il link:
quel fenomeno di Ron Paul
«Remember, remember,
the fifth of November,
Gunpowder, treason and plot.
I see no reason why
Gunpowder treason
Should ever be forgot!»
venerdì 16 novembre 2007
la CLASS ACTION per orrore - capitolo III
"purtroppo l'Italia avrà la class action all'italiana, ossia una schifezza". il Codacons prende le distanze dalle altre associazioni dei consumatori, cheavevano applaudito l'approvazione della class action da parte del Senato. secondo il Codacons: "ben lungi dall'essere un'azione collettiva dei consumatori simile a quella americana, il Senato ha approvato un pastrocchio. non c'è danno punitivo e i consumatori potranno avere un risarcimento solo se giovani, visto che dovranno aspettare almeno 20 anni prima di poter avere una liquidazione dei danni".
sempre secondo il Codacons, infatti, sarebbero almeno 3 i giudizi, con almeno 3 gradi l'uno, per un totale di 9 processi, per chiudere un procedimento. "evidentemente il Parlamento è in mano alle lobby economiche, alle banche, alle assicurazioni, alle compagnie telefoniche. una sconfitta per il Paese e per i consumatori".
nessuna novità.
sempre secondo il Codacons, infatti, sarebbero almeno 3 i giudizi, con almeno 3 gradi l'uno, per un totale di 9 processi, per chiudere un procedimento. "evidentemente il Parlamento è in mano alle lobby economiche, alle banche, alle assicurazioni, alle compagnie telefoniche. una sconfitta per il Paese e per i consumatori".
nessuna novità.
la CLASS ACTION per errore - capitolo II
Innanzitutto sgombriamo il campo da ogni possibile equivoco. Riporto per chi non sapesse di che si sta parlando la definizione di CLASS ACTION proposta da wikipedia:
Un'azione collettiva, che negli Stati Uniti è conosciuta come "class action", è un'azione legale condotta da uno o più soggetti che, membri della classe, chiedono che la soluzione di una questione comune di fatto o di diritto avvenga con effetti ultra partes per tutti i componenti presenti e futuri della classe. Gli altri soggetti della medesima possono chiedere di non avvantagiarsi dell'azione altrui (esperendone una propria) esercitando l'opt-out right, oppure possono rimanere inerti avvantaggiandosi dell'attività processuale altrui che avviene sulla base del modello rappresentativo. Con l'azione rappresentativa (class actions) si possono anche esercitare pretese risarcitorie per esempio nei casi di illecito plurioffensivo, ma lo strumento oltre alle ben note funzioni di deterrenza realizza anche indubbi vantaggi di economia processuale e di riduzione della spesa pubblica. L'azione rappresentativa è il modo migliore con cui i semplici cittadini possano essere tutelati e risarciti dai torti delle grandi aziende e delle multinazionali, in quanto la relativa sentenza favorevole avrà poi effetto o potrá essere fatta valere da tutti i soggetti che si trovino nell'identica situazione dell'attore.
Potete ben comprendere dunque quanto ci si trovi di fronte a uno strumento a dir poco diabolico. E altrettanto comprensibile è il pianto a dirotto del parlamentare forzaitaliota che per errore ha approvato un tale emendatio diaboli.
E come non intenerirsi poi davanti alla nostra povera cara Confindustria che dopo il fattaccio si è affrettata a definire il testo approvato dal Senato "un atto grave di ostilità" alle imprese, perché le mette nelle condizioni di "subire ricatti di ogni tipo". In particolare, secondo gli imprenditori, queste azioni, nel caso di società quotate, potrebbero portare a turbative di mercato.
Il messaggio è chiaro:
Il consumatore pensi solo a consumare.
E mentre lo fa veda di non rompere i coglioni.
Un'azione collettiva, che negli Stati Uniti è conosciuta come "class action", è un'azione legale condotta da uno o più soggetti che, membri della classe, chiedono che la soluzione di una questione comune di fatto o di diritto avvenga con effetti ultra partes per tutti i componenti presenti e futuri della classe. Gli altri soggetti della medesima possono chiedere di non avvantagiarsi dell'azione altrui (esperendone una propria) esercitando l'opt-out right, oppure possono rimanere inerti avvantaggiandosi dell'attività processuale altrui che avviene sulla base del modello rappresentativo. Con l'azione rappresentativa (class actions) si possono anche esercitare pretese risarcitorie per esempio nei casi di illecito plurioffensivo, ma lo strumento oltre alle ben note funzioni di deterrenza realizza anche indubbi vantaggi di economia processuale e di riduzione della spesa pubblica. L'azione rappresentativa è il modo migliore con cui i semplici cittadini possano essere tutelati e risarciti dai torti delle grandi aziende e delle multinazionali, in quanto la relativa sentenza favorevole avrà poi effetto o potrá essere fatta valere da tutti i soggetti che si trovino nell'identica situazione dell'attore.
Potete ben comprendere dunque quanto ci si trovi di fronte a uno strumento a dir poco diabolico. E altrettanto comprensibile è il pianto a dirotto del parlamentare forzaitaliota che per errore ha approvato un tale emendatio diaboli.
E come non intenerirsi poi davanti alla nostra povera cara Confindustria che dopo il fattaccio si è affrettata a definire il testo approvato dal Senato "un atto grave di ostilità" alle imprese, perché le mette nelle condizioni di "subire ricatti di ogni tipo". In particolare, secondo gli imprenditori, queste azioni, nel caso di società quotate, potrebbero portare a turbative di mercato.
Il messaggio è chiaro:
Il consumatore pensi solo a consumare.
E mentre lo fa veda di non rompere i coglioni.
guidati da un gruppo di coglioni: la CLASS ACTION per errore
un senatore di Forza Italia, seduto, ascolta sconsolato il capogruppo di Forza Italia, Schifani. il sentatore in questione è Roberto Antonione, ossia colui che verrà ricordato per aver regalato al popolo italiano la class action.
regalata sì, ma per errore.
questo è quanto si legge sul Corriere della Sera: "in tanti sono andati a consolarlo, ma certo Antonione è il primo a sapere che il suo errore nel voto è stato grave. e purtroppo per la Cdl, decisivo. di fatto il suo sì dà il via libera all'emendamento sulla class action presentato da Roberto Manzione. se ne rende conto e subito dopo scoppia in lacrime, consolato dai colleghi del suo gruppo. «È vero, ho sbagliato a votare -confessa il senatore di Forza Italia- ma è successo perchè in aula c'è sempre una confusione terribile. non è possibile che si voti in queste condizioni. con la confusione che c'era mi sono sbagliato e ora sto pensando addirittura se non sia il caso di dimettermi dal mandato. saremmo stati pari e per un voto, il mio, invece la class action è passata».
non preoccuparti senatore Antonione, col prossimo governo il tuo errore finirà nel dimenticatoio, insieme alla class action.
regalata sì, ma per errore.
questo è quanto si legge sul Corriere della Sera: "in tanti sono andati a consolarlo, ma certo Antonione è il primo a sapere che il suo errore nel voto è stato grave. e purtroppo per la Cdl, decisivo. di fatto il suo sì dà il via libera all'emendamento sulla class action presentato da Roberto Manzione. se ne rende conto e subito dopo scoppia in lacrime, consolato dai colleghi del suo gruppo. «È vero, ho sbagliato a votare -confessa il senatore di Forza Italia- ma è successo perchè in aula c'è sempre una confusione terribile. non è possibile che si voti in queste condizioni. con la confusione che c'era mi sono sbagliato e ora sto pensando addirittura se non sia il caso di dimettermi dal mandato. saremmo stati pari e per un voto, il mio, invece la class action è passata».
non preoccuparti senatore Antonione, col prossimo governo il tuo errore finirà nel dimenticatoio, insieme alla class action.
giovedì 15 novembre 2007
dimmi la verità
i fatti sono molto chiari: Schumacher sta partecipando in veste di collaudatore ai test della Ferrari a Barcellona e, invervistato, ha rilasciato una dichiarazione.
EUROSPORT riporta quanto segue: "La Formula 1 - ha poi ammesso Schumacher, ora nella veste di collaudatore della casa di Maranello - non mi manca perché non mi sono ancora fermato”.
La Gazzetta dello Sport invece: "La Formula 1 un po' mi manca, anche se sono sempre con la squadra. Sì, mi è mancato un po' guidare". così Michael Schumacher nella nuova veste di collaudatore della Ferrari.
ben oltre la malainformazione; questa non è strumentalizza-
zione della notizia, qui qualcuno sta riportando il falso!
e se lo fanno con una notiziola del genere, come si può non pensare che i giornali lo facciano anche con altre notizie,
che magari si portano appresso interessi ben maggiori?
EUROSPORT riporta quanto segue: "La Formula 1 - ha poi ammesso Schumacher, ora nella veste di collaudatore della casa di Maranello - non mi manca perché non mi sono ancora fermato”.
La Gazzetta dello Sport invece: "La Formula 1 un po' mi manca, anche se sono sempre con la squadra. Sì, mi è mancato un po' guidare". così Michael Schumacher nella nuova veste di collaudatore della Ferrari.
ben oltre la malainformazione; questa non è strumentalizza-
zione della notizia, qui qualcuno sta riportando il falso!
e se lo fanno con una notiziola del genere, come si può non pensare che i giornali lo facciano anche con altre notizie,
che magari si portano appresso interessi ben maggiori?
mercoledì 14 novembre 2007
lunedì 12 novembre 2007
IERI E' MORTO UN RAGAZZO, NON UN TIFOSO!
Gabriele era un ragazzo di 28 anni, morto nella maniera più assurda, per una tragica fatalità: un poliziotto che esplode 2 colpi a 200 metri di distanza, dall'altra parte dell'autostrada, per sedare una rissa tra ragazzi, non tra tifosi! non c'erano striscioni, non c'erano bandiere! è stato un colpo accidentale, il poliziotto ha sbagliato (e sarà giusto che paghi) però il calcio, questa volta, c'entra niente.
i giornalisti hanno fomentato la guerriglia che è susseguita all'avvenimento, riportando una notizia tendenziosa, così come i conduttori tv che hanno sfruttato la distorsione dell'informazione per aprire talk-show di condanna sul tifo violento e la cultura dell'odio. la colpa è anche loro. loro perchè i media influenzano le persone, concorrono a formare la cultura che tanto disprezzano. queste sono le conseguenze della malainformazione, non si può puntare il dito con superiore distacco contro il mostro che si è contribuito a creare. prendetevi le vostre responsabilità! non potete continuare a nascondervi dietro un dito. BASTA!
i giornalisti hanno fomentato la guerriglia che è susseguita all'avvenimento, riportando una notizia tendenziosa, così come i conduttori tv che hanno sfruttato la distorsione dell'informazione per aprire talk-show di condanna sul tifo violento e la cultura dell'odio. la colpa è anche loro. loro perchè i media influenzano le persone, concorrono a formare la cultura che tanto disprezzano. queste sono le conseguenze della malainformazione, non si può puntare il dito con superiore distacco contro il mostro che si è contribuito a creare. prendetevi le vostre responsabilità! non potete continuare a nascondervi dietro un dito. BASTA!
venerdì 9 novembre 2007
"Corbelli vattene, il sogno di questa città, Armani a capo della società"
l'Olimpia Milano dall'inizio di questa stagione ha vinto solo 2 partite: è ultima in classifica in Italia così come in Eurolega. a dispetto di uno di uno dei budget più ricchi d'Italia, la squadra è allo sbando e la società in vendita. il pubblico lo vuole e Armani (main sponsor della squadra)pare compiacente. sarebbe solo questione di tempo. certo è che il tempo per le mitiche scarpette rosse è tiranno, le belle speranze della pre-season sono svanite insieme ad allenatore (esonerato) e scelte gestionali discutibili (il cambiamento di tredici quindicesimi dell'organico, tanto per dirne una). nel frattempo bussano alla porta i fantasmi del 1976, l'unica retrocessione nella storia dell'Olimpia. finora.
l'assenza di Biagi ed il giornalismo moderno - diritto di replica
Di Enzo Biagi so poco o nulla, non ho mai letto uno dei suoi libri e non ho mai visto nemmeno la sua trasmissione più seguita in tempi recenti, "Il fatto".
Sono però uno dei pochi amanti del "double face" rimasti in Italia e guardo sempre con sospetto l'immediata santificazione per acclamazione giornalistico-televisivo-popolare di qualunque personaggio tiri le cuoia nel nostro Paese. Ho smesso di credere da un pezzo, insieme a Babbo Natale anche ai Cavalieri senza macchia e senza paura e i cori di consenso unanime soprattutto da parte della Casta suscitano sempre in me un senso di istintivo sospetto.
Non avendo però le conoscenze per entrare nel merito del personaggio Enzo Biagi mi limito a riportare qui alcune voci fuori dal coro.
Tutti hanno trattato Biagi da Venerabile Maestro, ma sapendo che in realtà era - e ormai da decenni - il Solito Stronzo. Avidissimo, senza cuore (letteralmente: l'organo era stato sostituito da tubi di teflon, miracolo della cardiochirurgia) e perciò reso un non-morto, recitava da finto buono. In realtà, era un'azienda, anzi una piantagione sudista: aveva al suo servizio uno stuolo di negri, intesi come giornalisti anonimi che scrivevano i libri suoi. Libri che lui firmava, dopo averci incastonato, manco fossero rubini e perle, qualcuno dei suoi ripetitivi luoghi comuni - una quindicina in tutto - che ne garantivano il successo. Esempio: «Una volta intervistai Heminghway e gli chiesi se era credente. 'A volte, di notte', rispose». Era lo stile Biagi, e nulla ha più successo presso le dattilografe di un libro che dice quello che già avete sentito mille volte. Il guaio è che Biagi pretendeva di incastonare quei suoi grumi anche nei fondi che esigeva - da Mieli - fossero messi in prima pagina, e sul Corriere. Imbarazzante: di fatto era sempre lo stesso fondo, un fondo di magazzino risalente agli anni '50 e riciclato come spiegazione di ogni fenomeno avvenuto da allora: fosse la discesa in campo di Berlusconi, l'11 settembre o l'invasione dell'Iraq, saltava sempre fuori la storia di Heminghway. Ma Biagi doveva essere accontentato. Un uomo potente e bilioso, vendicativo - ci sono redattori del Corriere, costretti a passare i suoi pezzi, che si ricordano ancora coi sudori freddi, come li trattava quando osavano telefonargli per dire che una sua parola non si capiva (scriveva a mano). Il fatto è che al Corriere era tornato Montanelli, e il buonissimo Biagi non tollerava che Indro andasse in prima, e lui no. Il tipico Solito Stronzo. Scomparso Montanelli, si placò. Forse anche l'idraulica al teflon cominciava a cedere. Ma ormai era passato alla categoria superiore: il Venerato Maestro.
www.effedieffe.it
La vicenda parte nel 2001, quando nella televisione pubblica c’era un anziano collaboratore di 82 anni, Biagi, che conduceva una trasmissione che si chiamava Il Fatto e che aveva almeno due problemi: uno di palinsesto e uno politico. Il primo è questo: il programma di Biagi non andava certo male per essere un prodotto giornalistico, pur extralight, ma andava in onda nella fondamentale fascia pre-serale e perdeva parecchi punti rispetto a Canale5, che vantava e vanta l’imbattibile Striscia la notizia. In un periodo in cui peraltro la Rai veniva accusata di fiancheggiare Mediaset, c’era il problema di non perdere vagonate di incassi pubblicitari durante il programma di Biagi, dunque di ricollocarlo per inventarsi qualcos’altro al suo posto.
Ovviamente non era impresa da poco, anche perché Biagi era un’istituzione, un signore in Rai da 41 anni con un contratto del valore di due miliardi di lire: in sei minuti guadagnava quello che in due ore guadagnava Bruno Vespa e questo al lordo di un ufficio privato e di una redazione. Non è che si potesse spostarlo con un tratto di penna, sicché ci lavorarono per un po’: sinché il direttore di Raiuno Fabrizio del Noce e il direttore generale Agostino Saccà proposero e trovarono infine un accordo con Biagi (lo trovarono, ripetiamo) che prevedeva questo: un programma biennale di dieci speciali in prima serata e altre venti puntate storiche in seconda serata; il tutto con l’aggiunta di un altro miliardo ai due che Biagi già percepiva annualmente. Non pareva male, e infatti Enzo Biagi indisse una conferenza stampa l’11 aprile 2002 (occhio alle date) e annunciò che gli andava benissimo, pur senza privarsi di qualche sarcasmo tipico suo: «Non ho problemi di orario, posso fare un programma anche a mezzanotte, magari mettendo una piccola nota di pornografia. Non c’è problema, sono un signore che fa questo mestiere da tanti anni».
www.ilgiornale.it
Il fiume di retorica ed autocelebrazione che il giornalismo italiano versa sulla tomba di Enzo Biagi ha un che di stucchevole, talora di disgustoso. Siccome quando si grida controvento si deve cercare d’essere chiari e brevi, premetto: l’editto bulgaro di Berlusconi fu un obbrobrio. La Rai era certamente schierata contro di lui, ma fa parte del gioco democratico. La Rai è certamente una distorsione del mercato informativo, ma peggio per lui (e per noi) se non ha saputo porre rimedio. Detto questo, a me Enzo Biagi non piaceva. Più che coraggioso, come oggi tutti lo descrivono, mi sembrava conformista. Le battute erano sempre le stesse, per tacere delle citazioni. Era un bolero di Revel, senza neanche l’approdo della chiusa. Naturalmente è stato un grande giornalista, un pedalatore costante, un autore instancabile. Nulla a che vedere con l’eroe oggi melassosamente descritto. E’ patologica la quantità di titoli, articoli, filmati, ricordi, testimonianze: il giornalismo italiano celebra se stesso, si autoraffigura come libero, coraggioso, disposto alle più dure battaglie. Ma quando mai? E’ dipendente dai poteri dominanti, tendenzialmente velinaro, ossequioso con il padrone, servile con l’inserzionista pubblicitario. La storia degli intrallazzi di Telecom Italia ce la siamo raccontata in pochi, mentre la grande stampa continuava a glorificare chi la riempiva di quattrini. Questa è la realtà, mica quella roba da sommovimento funerario che oggi occupa lo spazio della cattiva coscienza. Coraggio? Coraggio di che? Non ci vuole nessun coraggio a mettere in buon italiano quello che il proprio pubblico vuol sentirsi dire. Vale per il giornalismo, per la politica, per un mondo intellettuale sempre più fiacco, moscio, bigio. Non ci vuole nessun coraggio per prendere gli applausi, e non necessità per incassare compensi faraonici. E’ coraggioso, semmai, chi per piccarsi di coerenza continua a parlare da solo o per pochi intimi, chi scrive per passione, chi non si sdraia sul luogocomunismo. E forse neanche quelli sono coraggiosi, sono solo se stessi.Ogni volta che muore qualcuno è un lutto, naturalmente. Chi muove in età avanzata lascia più ricordi, ovviamente. Chi muore è il solo a sapere cosa riserva il dopo, semmai qualcosa riservi. Chi sopravvive, invece, sa con certezza cosa capita in questi casi: parole vuote, omaggi insinceri, descrizione santificante del defunto. Già questo basterebbe per non volere morire mai.
www.davidegiacalone.it
Sono però uno dei pochi amanti del "double face" rimasti in Italia e guardo sempre con sospetto l'immediata santificazione per acclamazione giornalistico-televisivo-popolare di qualunque personaggio tiri le cuoia nel nostro Paese. Ho smesso di credere da un pezzo, insieme a Babbo Natale anche ai Cavalieri senza macchia e senza paura e i cori di consenso unanime soprattutto da parte della Casta suscitano sempre in me un senso di istintivo sospetto.
Non avendo però le conoscenze per entrare nel merito del personaggio Enzo Biagi mi limito a riportare qui alcune voci fuori dal coro.
Tutti hanno trattato Biagi da Venerabile Maestro, ma sapendo che in realtà era - e ormai da decenni - il Solito Stronzo. Avidissimo, senza cuore (letteralmente: l'organo era stato sostituito da tubi di teflon, miracolo della cardiochirurgia) e perciò reso un non-morto, recitava da finto buono. In realtà, era un'azienda, anzi una piantagione sudista: aveva al suo servizio uno stuolo di negri, intesi come giornalisti anonimi che scrivevano i libri suoi. Libri che lui firmava, dopo averci incastonato, manco fossero rubini e perle, qualcuno dei suoi ripetitivi luoghi comuni - una quindicina in tutto - che ne garantivano il successo. Esempio: «Una volta intervistai Heminghway e gli chiesi se era credente. 'A volte, di notte', rispose». Era lo stile Biagi, e nulla ha più successo presso le dattilografe di un libro che dice quello che già avete sentito mille volte. Il guaio è che Biagi pretendeva di incastonare quei suoi grumi anche nei fondi che esigeva - da Mieli - fossero messi in prima pagina, e sul Corriere. Imbarazzante: di fatto era sempre lo stesso fondo, un fondo di magazzino risalente agli anni '50 e riciclato come spiegazione di ogni fenomeno avvenuto da allora: fosse la discesa in campo di Berlusconi, l'11 settembre o l'invasione dell'Iraq, saltava sempre fuori la storia di Heminghway. Ma Biagi doveva essere accontentato. Un uomo potente e bilioso, vendicativo - ci sono redattori del Corriere, costretti a passare i suoi pezzi, che si ricordano ancora coi sudori freddi, come li trattava quando osavano telefonargli per dire che una sua parola non si capiva (scriveva a mano). Il fatto è che al Corriere era tornato Montanelli, e il buonissimo Biagi non tollerava che Indro andasse in prima, e lui no. Il tipico Solito Stronzo. Scomparso Montanelli, si placò. Forse anche l'idraulica al teflon cominciava a cedere. Ma ormai era passato alla categoria superiore: il Venerato Maestro.
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La vicenda parte nel 2001, quando nella televisione pubblica c’era un anziano collaboratore di 82 anni, Biagi, che conduceva una trasmissione che si chiamava Il Fatto e che aveva almeno due problemi: uno di palinsesto e uno politico. Il primo è questo: il programma di Biagi non andava certo male per essere un prodotto giornalistico, pur extralight, ma andava in onda nella fondamentale fascia pre-serale e perdeva parecchi punti rispetto a Canale5, che vantava e vanta l’imbattibile Striscia la notizia. In un periodo in cui peraltro la Rai veniva accusata di fiancheggiare Mediaset, c’era il problema di non perdere vagonate di incassi pubblicitari durante il programma di Biagi, dunque di ricollocarlo per inventarsi qualcos’altro al suo posto.
Ovviamente non era impresa da poco, anche perché Biagi era un’istituzione, un signore in Rai da 41 anni con un contratto del valore di due miliardi di lire: in sei minuti guadagnava quello che in due ore guadagnava Bruno Vespa e questo al lordo di un ufficio privato e di una redazione. Non è che si potesse spostarlo con un tratto di penna, sicché ci lavorarono per un po’: sinché il direttore di Raiuno Fabrizio del Noce e il direttore generale Agostino Saccà proposero e trovarono infine un accordo con Biagi (lo trovarono, ripetiamo) che prevedeva questo: un programma biennale di dieci speciali in prima serata e altre venti puntate storiche in seconda serata; il tutto con l’aggiunta di un altro miliardo ai due che Biagi già percepiva annualmente. Non pareva male, e infatti Enzo Biagi indisse una conferenza stampa l’11 aprile 2002 (occhio alle date) e annunciò che gli andava benissimo, pur senza privarsi di qualche sarcasmo tipico suo: «Non ho problemi di orario, posso fare un programma anche a mezzanotte, magari mettendo una piccola nota di pornografia. Non c’è problema, sono un signore che fa questo mestiere da tanti anni».
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Il fiume di retorica ed autocelebrazione che il giornalismo italiano versa sulla tomba di Enzo Biagi ha un che di stucchevole, talora di disgustoso. Siccome quando si grida controvento si deve cercare d’essere chiari e brevi, premetto: l’editto bulgaro di Berlusconi fu un obbrobrio. La Rai era certamente schierata contro di lui, ma fa parte del gioco democratico. La Rai è certamente una distorsione del mercato informativo, ma peggio per lui (e per noi) se non ha saputo porre rimedio. Detto questo, a me Enzo Biagi non piaceva. Più che coraggioso, come oggi tutti lo descrivono, mi sembrava conformista. Le battute erano sempre le stesse, per tacere delle citazioni. Era un bolero di Revel, senza neanche l’approdo della chiusa. Naturalmente è stato un grande giornalista, un pedalatore costante, un autore instancabile. Nulla a che vedere con l’eroe oggi melassosamente descritto. E’ patologica la quantità di titoli, articoli, filmati, ricordi, testimonianze: il giornalismo italiano celebra se stesso, si autoraffigura come libero, coraggioso, disposto alle più dure battaglie. Ma quando mai? E’ dipendente dai poteri dominanti, tendenzialmente velinaro, ossequioso con il padrone, servile con l’inserzionista pubblicitario. La storia degli intrallazzi di Telecom Italia ce la siamo raccontata in pochi, mentre la grande stampa continuava a glorificare chi la riempiva di quattrini. Questa è la realtà, mica quella roba da sommovimento funerario che oggi occupa lo spazio della cattiva coscienza. Coraggio? Coraggio di che? Non ci vuole nessun coraggio a mettere in buon italiano quello che il proprio pubblico vuol sentirsi dire. Vale per il giornalismo, per la politica, per un mondo intellettuale sempre più fiacco, moscio, bigio. Non ci vuole nessun coraggio per prendere gli applausi, e non necessità per incassare compensi faraonici. E’ coraggioso, semmai, chi per piccarsi di coerenza continua a parlare da solo o per pochi intimi, chi scrive per passione, chi non si sdraia sul luogocomunismo. E forse neanche quelli sono coraggiosi, sono solo se stessi.Ogni volta che muore qualcuno è un lutto, naturalmente. Chi muove in età avanzata lascia più ricordi, ovviamente. Chi muore è il solo a sapere cosa riserva il dopo, semmai qualcosa riservi. Chi sopravvive, invece, sa con certezza cosa capita in questi casi: parole vuote, omaggi insinceri, descrizione santificante del defunto. Già questo basterebbe per non volere morire mai.
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giovedì 8 novembre 2007
www.bidplaza.it
L’euro ti ha messo in ginocchio? Fatichi ad arrivare alla fine del mese con i tuoi 800 euro CO.CO.CO? L’unico mezzo di trasporto che ti puoi permettere sono le tue snickers? “Vorrei ma non posso” è il tuo motto quotidiano?
Tranquillo, c’è qualcuno che ha pensato anche a te. Una casa tutta tua con una Porsche parcheggiata nel box e una Mini in giardino non rappresenta più un sogno irrealizzabile. Ti bastano 811€ e un sito di aste online che ha battuto la suddetta casa, un Porsche Cayman e una Mini Cabrio rispettivamente a 579, 219 e 13 euro!
Proprio così, perché le aste su questo sito hanno una grande peculiarità: non è l’offerta più alta a vincere ma quella più bassa. E così apprendiamo come nel corso del tempo gli internauti più bravi e fortunati si siano aggiudicati di tutto, dalla nuova FIAT500 a svariati modelli di i-pod alle macchinette per il caffè, a prezzi irrisori.
A questo punto la domanda che qualunque essere senziente si pone è: si va bene, ma dove sta la fregatura?? Il sito ha un regolamento ben preciso e collaudato: non vince in realtà l’offerta più bassa in assoluto (altrimenti basterebbe offrire subito un centesimo…) ma l’offerta unica più bassa (se in due offrono un centesimo e io soltanto ne offro due vinco io per intenderci). Inoltre ogni singola offerta, e qui salta fuori la fonte di guadagno dei geniali ideatori del sito, costa 2 eurini. Quindi pago 2 euro, faccio la mia offerta e ricevo informazioni preziose sullo stato dell’asta che mi guidano nella formulazione di un’eventuale offerta successiva.
Un po’ una lotteria in sostanza ma sicuramente più affascinante.
Alla faccia di chi pensa che con la rete non sia più possibile fare i soldi…
Tranquillo, c’è qualcuno che ha pensato anche a te. Una casa tutta tua con una Porsche parcheggiata nel box e una Mini in giardino non rappresenta più un sogno irrealizzabile. Ti bastano 811€ e un sito di aste online che ha battuto la suddetta casa, un Porsche Cayman e una Mini Cabrio rispettivamente a 579, 219 e 13 euro!
Proprio così, perché le aste su questo sito hanno una grande peculiarità: non è l’offerta più alta a vincere ma quella più bassa. E così apprendiamo come nel corso del tempo gli internauti più bravi e fortunati si siano aggiudicati di tutto, dalla nuova FIAT500 a svariati modelli di i-pod alle macchinette per il caffè, a prezzi irrisori.
A questo punto la domanda che qualunque essere senziente si pone è: si va bene, ma dove sta la fregatura?? Il sito ha un regolamento ben preciso e collaudato: non vince in realtà l’offerta più bassa in assoluto (altrimenti basterebbe offrire subito un centesimo…) ma l’offerta unica più bassa (se in due offrono un centesimo e io soltanto ne offro due vinco io per intenderci). Inoltre ogni singola offerta, e qui salta fuori la fonte di guadagno dei geniali ideatori del sito, costa 2 eurini. Quindi pago 2 euro, faccio la mia offerta e ricevo informazioni preziose sullo stato dell’asta che mi guidano nella formulazione di un’eventuale offerta successiva.
Un po’ una lotteria in sostanza ma sicuramente più affascinante.
Alla faccia di chi pensa che con la rete non sia più possibile fare i soldi…
mercoledì 7 novembre 2007
l'assenza di Biagi ed il giornalismo moderno
lo chiamiamo giornalismo d’inchiesta e sembra l’unico di valore oggi, in tempi in cui la figura del semplice cronista ha perso il suo prestigio. invece Biagi insisteva per farsi chiamare ancora così.
gli era capitato di farsi dei nemici per strada –il fascismo, Tambroni, Berlusconi– ma non si poteva fare altrimenti. “ci sono momenti in cui si ha il dovere di non piacere a qualcuno”. e la forza di queste parole era nella neutralità e nella dolcezza della voce, più che nel significato, che sarebbe stato facile gonfiare con l’intonazione o con le spalle. aveva chiamato “inconveniente tecnico” la sua estromissione per 5 anni dalla televisione. non era un vezzo, era uno stile. lo stesso con cui ricordava: “mia madre, terza elementare, mi diceva: ‘mai dire bugie’”. aveva 87 anni, usava quelle parole come un manifesto e noi potevamo credergli. una ricognizione dell’informazione ci farebbe capire rapidamente perché, al di là della retorica, una persona come Biagi mancherà tanto al dibattito pubblico. l’Italia è il paese del duopolio televisivo, dell’assenza dell’editoria pura, delle lottizzazioni, dei collateralismi. è la nazione che è riuscita a tenere assieme il quieto vivere con il più scarso senso della collettività. i giornali non si leggono, il modello informativo prevalente è quello del “panino” dei telegiornali, delle domande concordate in modo implicito o diretto, dei talk show urlati. Biagi, e i pochi come lui, non avevano la possibilità di incidere direttamente su questo stato di cose. il sistema informativo, sempre più effetto e ormai concausa del sistema castale italiano, esiste e persiste comunque. ma la semplice presenza di Biagi costringeva al confronto. quello col fascismo, 60 anni fa fra le montagne del nord, era stato armato. l’editto bulgaro, che aveva silenziato un volto storico della televisione italiana, altrettanto aveva costretto a schierarsi. e con la semplicità delle parole che usava nei suoi articoli, interrogava la coscienza dei lettori e ancora più quella dei colleghi. certamente esistono oggi parecchi buoni giornalisti in Italia, più di quanto racconti certa retorica disfattista. le inchieste di D’Avanzo, Bonini, Gatti su carta, quelle di Report e Iacona in tv, l’ostinazione di Travaglio, l’onestà intellettuale di alcuni editorialisti. e tanti altri casi, anche se minoritari, di giornalisti che hanno il senso del loro servizio. alcuni di questi personaggi sono molto battaglieri, anche più di Biagi, che non aveva l’animo del barricadiero. ma il giornalista d’assalto, il vendicatore dei torti, è un segno dei tempi. Biagi mostrava una qualità simile, eppure diversa: la schiena dritta. era figlio dei tempi in cui si erano presi in mano i fucili, si era lottato per la storia, per dei valori condivisi. poi aveva lavorato dentro una società povera che diventava benestante, che imparava a conoscere i diritti e li richiamava a gran voce se venivano sospesi. oggi si combatte una battaglia più sporca e silenziosa dentro una società infiacchita. oggi serve il giornalista ribelle, il quasi eroe senza macchia, magari persino capace di modestia. ma l’idea del giornalista con la schiena dritta oggi non ha più senso, è fuori tempo. lo scontro si è incancrenito e servono le barricate; l’integrità del Biagi cronista e l’universo cui si riferiva distano molti decenni e soprattutto sono lontani dai nostri discorsi. nel senso del giornalismo, e forse anche della storia, è la vecchia questione della moneta cattiva che scaccia quella buona, delle monete di metallo che sostituiscono quelle d’oro, avendone solo uguale valore nominale. speriamo che almeno l’odierna informazione di valore, che oggi si dice “d’inchiesta”, o si chiama controinformazione, lo abbia conosciuto bene. finché era in circolazione lui avevamo la garanzia delle sue domande inattuali, e per questo utilissime. (lupa)
gli era capitato di farsi dei nemici per strada –il fascismo, Tambroni, Berlusconi– ma non si poteva fare altrimenti. “ci sono momenti in cui si ha il dovere di non piacere a qualcuno”. e la forza di queste parole era nella neutralità e nella dolcezza della voce, più che nel significato, che sarebbe stato facile gonfiare con l’intonazione o con le spalle. aveva chiamato “inconveniente tecnico” la sua estromissione per 5 anni dalla televisione. non era un vezzo, era uno stile. lo stesso con cui ricordava: “mia madre, terza elementare, mi diceva: ‘mai dire bugie’”. aveva 87 anni, usava quelle parole come un manifesto e noi potevamo credergli. una ricognizione dell’informazione ci farebbe capire rapidamente perché, al di là della retorica, una persona come Biagi mancherà tanto al dibattito pubblico. l’Italia è il paese del duopolio televisivo, dell’assenza dell’editoria pura, delle lottizzazioni, dei collateralismi. è la nazione che è riuscita a tenere assieme il quieto vivere con il più scarso senso della collettività. i giornali non si leggono, il modello informativo prevalente è quello del “panino” dei telegiornali, delle domande concordate in modo implicito o diretto, dei talk show urlati. Biagi, e i pochi come lui, non avevano la possibilità di incidere direttamente su questo stato di cose. il sistema informativo, sempre più effetto e ormai concausa del sistema castale italiano, esiste e persiste comunque. ma la semplice presenza di Biagi costringeva al confronto. quello col fascismo, 60 anni fa fra le montagne del nord, era stato armato. l’editto bulgaro, che aveva silenziato un volto storico della televisione italiana, altrettanto aveva costretto a schierarsi. e con la semplicità delle parole che usava nei suoi articoli, interrogava la coscienza dei lettori e ancora più quella dei colleghi. certamente esistono oggi parecchi buoni giornalisti in Italia, più di quanto racconti certa retorica disfattista. le inchieste di D’Avanzo, Bonini, Gatti su carta, quelle di Report e Iacona in tv, l’ostinazione di Travaglio, l’onestà intellettuale di alcuni editorialisti. e tanti altri casi, anche se minoritari, di giornalisti che hanno il senso del loro servizio. alcuni di questi personaggi sono molto battaglieri, anche più di Biagi, che non aveva l’animo del barricadiero. ma il giornalista d’assalto, il vendicatore dei torti, è un segno dei tempi. Biagi mostrava una qualità simile, eppure diversa: la schiena dritta. era figlio dei tempi in cui si erano presi in mano i fucili, si era lottato per la storia, per dei valori condivisi. poi aveva lavorato dentro una società povera che diventava benestante, che imparava a conoscere i diritti e li richiamava a gran voce se venivano sospesi. oggi si combatte una battaglia più sporca e silenziosa dentro una società infiacchita. oggi serve il giornalista ribelle, il quasi eroe senza macchia, magari persino capace di modestia. ma l’idea del giornalista con la schiena dritta oggi non ha più senso, è fuori tempo. lo scontro si è incancrenito e servono le barricate; l’integrità del Biagi cronista e l’universo cui si riferiva distano molti decenni e soprattutto sono lontani dai nostri discorsi. nel senso del giornalismo, e forse anche della storia, è la vecchia questione della moneta cattiva che scaccia quella buona, delle monete di metallo che sostituiscono quelle d’oro, avendone solo uguale valore nominale. speriamo che almeno l’odierna informazione di valore, che oggi si dice “d’inchiesta”, o si chiama controinformazione, lo abbia conosciuto bene. finché era in circolazione lui avevamo la garanzia delle sue domande inattuali, e per questo utilissime. (lupa)
lunedì 5 novembre 2007
DONAPHONE
i cellulari si cambiano ormai come le scarpe, non quando sono rotti ma quando passano di moda. però i telefonini usati che fine fanno? finiscono in spazzatura e poi in discarica oppure fanno muffa chiusi in un mobile e lì dimenticati.
a Milano è partita la campagna Donaphone:
i cellulari vengono raccolti presso oltre 150 parrocchie e in 10 ipercoop sparsi tra Milano ed hinterland. l'elenco dei punti raccolta ed ulteriori dettagli della campagna sono disponibili su:
a Milano è partita la campagna Donaphone:
"Donaci il tuo cellulare che non usi più.... ci aiuterà a costruire una nuova struttura d'accoglienza per donne con bambini in difficoltà".
i cellulari vengono raccolti presso oltre 150 parrocchie e in 10 ipercoop sparsi tra Milano ed hinterland. l'elenco dei punti raccolta ed ulteriori dettagli della campagna sono disponibili su:
numero verde 800-249467
la terza madre
fine di una saga iniziata 30 anni fa o fine dell'Argento regista?
domanda legittima, perchè ad un certo punto sarebbe meglio smettere di fare film. o almeno pensarci. perchè continuare ad infangare il proprio nome e buttar vomito insulsamente sulla propria carriera così come sulla propria figlia a fine pellicola? e questa volta le carte per giocarsela il buon vecchio Dario le aveva in mano: era un film che tutti aspettavano per chiudere quel cerchio che si era aperto con Suspiria e poi continuato in Inferno. era l’occasione per riscattarsi dallo scivolone de Il Cartaio e chiudere in bellezza.
La Terza Madre è invece un film di cui si salvano volentieri i primi 10 minuti (sarebbero un ottimo cortometraggio!) e ben poche altre scene, che rimestate insieme darebbero comunque vita ad un collage sicuramente più accurato del film nella sua interezza. un salto sulla poltrona è ugualmente garantito ma Argento ha perso lo spirito dei suoi precedenti lavori (e non si parla dei suoi capolavori) e lascia lo spettatore facile preda di dialoghi imbarazzanti e di una sceneggiatura che è un colabrodo. anche gli effetti speciali (digitali) spesso non sono all’altezza della situazione. le musiche non sono nulla di innovativo ma Claudio Simonetti garantisce sempre un ottimo risultato. notevole la canzone sui titoli di coda (collaborazione Simonetti - Cradle of Filth).
sembrerebbe quasi che il regista (e tutta la sua equipè, produttori compresi) non abbia guardato il risulato del suo lavoro al termine delle riprese. questo uno stralcio dell'intervista rilasciata da Dario Argento a Repubblica:
R: è contento di come è venuto [il film], di come è stato accolto?
D: sono contentissimo.
R: sente di aver raggiunto... non so...
D: no, potrei fare di meglio. questo mi dico sempre. ed infatti per questa ragione non vedo mai i miei film una volta finiti. non li vedo più. spariscono per 20 anni!
ah, ecco dov'è la spiegazione! svelato dunque l'arcano che si celava dietro la terza madre. nulla di più semplice, un pò come la sequenza di simboli per aprire la porta al passaggio segreto: 1, 2, 3, 4... "hey, ma siamo in una catacomba segreta!".
domanda legittima, perchè ad un certo punto sarebbe meglio smettere di fare film. o almeno pensarci. perchè continuare ad infangare il proprio nome e buttar vomito insulsamente sulla propria carriera così come sulla propria figlia a fine pellicola? e questa volta le carte per giocarsela il buon vecchio Dario le aveva in mano: era un film che tutti aspettavano per chiudere quel cerchio che si era aperto con Suspiria e poi continuato in Inferno. era l’occasione per riscattarsi dallo scivolone de Il Cartaio e chiudere in bellezza.
La Terza Madre è invece un film di cui si salvano volentieri i primi 10 minuti (sarebbero un ottimo cortometraggio!) e ben poche altre scene, che rimestate insieme darebbero comunque vita ad un collage sicuramente più accurato del film nella sua interezza. un salto sulla poltrona è ugualmente garantito ma Argento ha perso lo spirito dei suoi precedenti lavori (e non si parla dei suoi capolavori) e lascia lo spettatore facile preda di dialoghi imbarazzanti e di una sceneggiatura che è un colabrodo. anche gli effetti speciali (digitali) spesso non sono all’altezza della situazione. le musiche non sono nulla di innovativo ma Claudio Simonetti garantisce sempre un ottimo risultato. notevole la canzone sui titoli di coda (collaborazione Simonetti - Cradle of Filth).
sembrerebbe quasi che il regista (e tutta la sua equipè, produttori compresi) non abbia guardato il risulato del suo lavoro al termine delle riprese. questo uno stralcio dell'intervista rilasciata da Dario Argento a Repubblica:
R: è contento di come è venuto [il film], di come è stato accolto?
D: sono contentissimo.
R: sente di aver raggiunto... non so...
D: no, potrei fare di meglio. questo mi dico sempre. ed infatti per questa ragione non vedo mai i miei film una volta finiti. non li vedo più. spariscono per 20 anni!
ah, ecco dov'è la spiegazione! svelato dunque l'arcano che si celava dietro la terza madre. nulla di più semplice, un pò come la sequenza di simboli per aprire la porta al passaggio segreto: 1, 2, 3, 4... "hey, ma siamo in una catacomba segreta!".
mercoledì 31 ottobre 2007
anche in Liguria l’equosolidale è legge
una legge sul commercio equo e solidale, capace di garantire i consumatori, tutelare le organizzazioni e promuovere i prodotti. è la legge regionale della Regione Liguria presentata lo scorso 26 ottobre che, assieme alla legge toscana e a quella umbra, sta contribuendo a definire lo scenario di regolamentazione dell'equo e solidale italiano. “l’obiettivo di questa legge finanziata con 300.000 euro –ha spiegato l’assessore regionale Renzo Guccinelli– è quello di sostenere il commercio equosolidale come modello di una politica commerciale che riduca il divario tra Nord e Sud del mondo e come proposta ai consumatori di una ulteriore modalità di scelta negli stili di vita. i consumatori infatti, attraverso le loro scelte, possono fornire opportunità di sviluppo a produttori e lavoratori e contribuire così non solo alla riduzione del divario tra Nord e Sud, ma anche alla sostenibilità ambientale e sociale delle produzioni dislocate nei Paesi in via di sviluppo”.
martedì 30 ottobre 2007
protesi neurali…. militari
John Donoghue, professore di neuroscienze alla Brown University (Rhode Island), ha realizzato per la Cyberkinetics inc (divisione della Neurotechnology Systems, Massachusetts) BrainGate, una protesi neurale che immessa in un corpo vivente tenta di sostituire le connessioni nervose interrotte da traumi, incidenti e quant’altro.
il microchip in questione, dopo una sperimentazione su scimmie durata diversi anni, è stato impiantato con successo complessivamente su 4 volontari sotto il controllo del comitato etico degli ospedali che hanno accettato di partecipare al progetto. la sperimentazione è poi continuata ed il professor Donoghue ha potuto impiantare BrainGate direttamente nella corteccia cerebrale di un tetraplegico.
la novità presentata è di non poco conto, perché una cosa è trasmettere gli impulsi attraverso una terminazione nervosa danneggiata, altra cosa è rendere interprete una macchina del pensiero umano e trasferire coerentemente il movimento agli arti mediante una serie di impulsi tradotti dal software.
Il New York Times riporta che la protesi neurale ulteriormente miniaturizzata (ora è lunga 4 millimetri) potrebbe essere commercializzata già dalla fine di quest'anno, ma probabilmente andrà prima in mano ai militari ai quali non parrà vero di avere a disposizione un organismo bionico, magari anche capace di comunicare in via telepatica.
il microchip in questione, dopo una sperimentazione su scimmie durata diversi anni, è stato impiantato con successo complessivamente su 4 volontari sotto il controllo del comitato etico degli ospedali che hanno accettato di partecipare al progetto. la sperimentazione è poi continuata ed il professor Donoghue ha potuto impiantare BrainGate direttamente nella corteccia cerebrale di un tetraplegico.
la novità presentata è di non poco conto, perché una cosa è trasmettere gli impulsi attraverso una terminazione nervosa danneggiata, altra cosa è rendere interprete una macchina del pensiero umano e trasferire coerentemente il movimento agli arti mediante una serie di impulsi tradotti dal software.
Il New York Times riporta che la protesi neurale ulteriormente miniaturizzata (ora è lunga 4 millimetri) potrebbe essere commercializzata già dalla fine di quest'anno, ma probabilmente andrà prima in mano ai militari ai quali non parrà vero di avere a disposizione un organismo bionico, magari anche capace di comunicare in via telepatica.
200km/h: il nuovo limite dei costruttori
per ora solo un progetto di legge chiaccherato, niente di concreto, ma è un inizio: portare l'autolimitazione della velocità massima delle auto a 200 km/h.
la spinta verso questa nuova normativa non arriva solo da chi si occupa di sicurezza stradale, ovviamente viaggiare a forte velocità porta alle stelle le emissioni inquinanti ma il problema è all'origine, è legato alla progettazione di auto così veloci: pneumatici, sospensioni, aerodinamica, etc... tutto potrebbe essere sottodimensionato se la vettura fosse bloccata a "soli" 200 km orari. i costi si abbasserebbero, ma anche i consumi perché ovviamente dopo aver assicurato una buona accelerazione e una ripresa brillante, il discorso prestazioni per una vettura sarebbe finito lì. diventerebbe perfino inutile la scalata alla potenza che oggi tutte le auto, dalle utilitarie alle berline, stanno vivendo.
"è assurdo avere in Italia l'86% delle macchine in vendita che possono superare i 200 orari".
la spinta verso questa nuova normativa non arriva solo da chi si occupa di sicurezza stradale, ovviamente viaggiare a forte velocità porta alle stelle le emissioni inquinanti ma il problema è all'origine, è legato alla progettazione di auto così veloci: pneumatici, sospensioni, aerodinamica, etc... tutto potrebbe essere sottodimensionato se la vettura fosse bloccata a "soli" 200 km orari. i costi si abbasserebbero, ma anche i consumi perché ovviamente dopo aver assicurato una buona accelerazione e una ripresa brillante, il discorso prestazioni per una vettura sarebbe finito lì. diventerebbe perfino inutile la scalata alla potenza che oggi tutte le auto, dalle utilitarie alle berline, stanno vivendo.
"è assurdo avere in Italia l'86% delle macchine in vendita che possono superare i 200 orari".
giovedì 25 ottobre 2007
mi sono rotto i coglioni!!!
Sarà che sto invecchiando, sarà che non credo più a niente di quello che sento, sarà che sono stato turbato e preso alla sprovvista (?) dalla notizia che le stimmate di Padre Pio erano farlocche, sarà che non sento la voce di Dio come invece capita a Bush (come lo stesso ha confidato al premier spagnolo Aznar), saranno un sacco di cose insieme ma io mi sono veramente rotto i coglioni! Rotto i coglioni dei giornali, rotto i coglioni dei TG, rotto i coglioni di tutta la defecazione al profumo di lavanda (e nessuno si azzardi a chiamarla merda) che ci propinano ogni giorno.
"E l'influente sito di «Drudgereport» lancia l'ipotesi dell'ombra di Al Qaeda dietro gli incendi. Sarebbe stata la stessa FBI, nel luglio scorso, ad allertare le autorità di un piano segreto dei seguaci di Bin Laden per iniziare una serie di devastanti incendi negli Stati Usa della costa occidentale. La rivelazione sarebbe emersa da un presunto terrorista detenuto nella prigione di Guantanamo"
Eccola la notizia che tutti aspettavamo con ansia e che finalmente il sito del Corriere della Sera ci regala oggi: dietro gli incendi che devastano la California in questi giorni c'è la lunga mano di Al Qaeda! Ed è fantastico come questo trafiletto di 5 righe su un articolo di 50 e passa si sia trasformato nel titolo: "Dolosi i roghi negli Usa, l'ombra di Al Quaeda".
Sono i stati i seguaci di Osama Bin Mossad, ah no Laden, ad appiccare gli incendi sulla costa occidentale degli USA. La fonte è sicura: un presunto terrorista detenuto a Guantanamo. Uno di quelli massacrati di botte, torturati e lasciati incatenati mani e piedi al pavimento per ore per estorcere uno straccio di confessione o meglio ancora un piano incendiario di distruzione di massa. Tutte le volte che accade un fatto come questo mi pongo una domanda: succede un disastro e un ente governativo USA a caso (CIA, FBI...) si affretta a dichiarare: "noi sapevamo già tutto, noi avevamo raccolto la confessione di un terrorista!" E quindi? che c'è da vantarsi? Tanto varrebbe mettersi in testa un cappello con le orecchie da somaro!
Ultima nota di colore sicuramente marginale. Il sito Drudgereport che il Corriere definisce "influente" tra le tante notizie di oggi ci informa che: "Google Earth used to target Israel. Palestinian militants are using Google Earth to help plan their attacks on the Israeli military and other targets".
Non c'è dubbio. Se ce lo dicono loro che è tutta colpa di Al Qaeda come non fidarsi!
"E l'influente sito di «Drudgereport» lancia l'ipotesi dell'ombra di Al Qaeda dietro gli incendi. Sarebbe stata la stessa FBI, nel luglio scorso, ad allertare le autorità di un piano segreto dei seguaci di Bin Laden per iniziare una serie di devastanti incendi negli Stati Usa della costa occidentale. La rivelazione sarebbe emersa da un presunto terrorista detenuto nella prigione di Guantanamo"
Eccola la notizia che tutti aspettavamo con ansia e che finalmente il sito del Corriere della Sera ci regala oggi: dietro gli incendi che devastano la California in questi giorni c'è la lunga mano di Al Qaeda! Ed è fantastico come questo trafiletto di 5 righe su un articolo di 50 e passa si sia trasformato nel titolo: "Dolosi i roghi negli Usa, l'ombra di Al Quaeda".
Sono i stati i seguaci di Osama Bin Mossad, ah no Laden, ad appiccare gli incendi sulla costa occidentale degli USA. La fonte è sicura: un presunto terrorista detenuto a Guantanamo. Uno di quelli massacrati di botte, torturati e lasciati incatenati mani e piedi al pavimento per ore per estorcere uno straccio di confessione o meglio ancora un piano incendiario di distruzione di massa. Tutte le volte che accade un fatto come questo mi pongo una domanda: succede un disastro e un ente governativo USA a caso (CIA, FBI...) si affretta a dichiarare: "noi sapevamo già tutto, noi avevamo raccolto la confessione di un terrorista!" E quindi? che c'è da vantarsi? Tanto varrebbe mettersi in testa un cappello con le orecchie da somaro!
Ultima nota di colore sicuramente marginale. Il sito Drudgereport che il Corriere definisce "influente" tra le tante notizie di oggi ci informa che: "Google Earth used to target Israel. Palestinian militants are using Google Earth to help plan their attacks on the Israeli military and other targets".
Non c'è dubbio. Se ce lo dicono loro che è tutta colpa di Al Qaeda come non fidarsi!
martedì 23 ottobre 2007
i vestiti che indossandoli cambiano
l'idea è dello stilista cipriota Hussein Chalayan:
per ora sono ancora solo un prototipo; sarà il futuro?
per ora sono ancora solo un prototipo; sarà il futuro?
venerdì 19 ottobre 2007
BASTARDI!
Il 12 ottobre p.v., il governo approva e manda all'esame del Parlamento il testo che vuole cambiare le regole del gioco del mondo editoriale, per i giornali e anche per internet. E' un disegno di legge complesso, 20 pagine, 35 articoli...
Articolo 6 del disegno di legge. C'è scritto che deve iscriversi al ROC, in uno speciale registro custodito dall'Autorità per le Comunicazioni, chiunque faccia "attività editoriale". L'Autorità non pretende soldi per l'iscrizione, ma l'operazione è faticosa e qualcuno tra i certificati necessari richiede il pagamento del bollo. Attività editoriale -continua il disegno di legge- significa inventare e distribuire un "prodotto editoriale" anche senza guadagnarci. E prodotto editoriale è tutto: è l'informazione, ma è anche qualcosa che "forma" o "intrattiene" il destinatario (art. 2). I mezzi di diffusione di questo prodotto sono sullo stesso piano, web incluso.
Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e padre della riforma, sdrammatizza: "Lo spirito del nostro progetto non è certo questo. Non abbiamo interesse a toccare i siti amatoriali o i blog personali, non sarebbe praticabile".
Un esempio concreto però si può fare: il blog di Beppe Grillo... e quello di molti altri "dissidenti" rischiano grosso. Parola all'avvocato Sabrina Peron: "questo nuovo disegno di legge classifica la diffamazione in Internet come aggravata. Diventa a pieno una forma di diffamazione, diciamo così, a mezzo stampa". Anche internet, quindi, entrerebbe a pieno titolo nell'orbita delle norme penali sulla stampa. Conseguenza: ogni sito, se tenuto all'iscrizione al ROC, dovrà anche dotarsi di un editore e di un giornalista nel ruolo di direttore responsabile ed entrambi saranno tenuti a rispondere del reato di omesso controllo su contenuti diffamatori.
In Italia esisterà ancora un'informazione libera?
Articolo 6 del disegno di legge. C'è scritto che deve iscriversi al ROC, in uno speciale registro custodito dall'Autorità per le Comunicazioni, chiunque faccia "attività editoriale". L'Autorità non pretende soldi per l'iscrizione, ma l'operazione è faticosa e qualcuno tra i certificati necessari richiede il pagamento del bollo. Attività editoriale -continua il disegno di legge- significa inventare e distribuire un "prodotto editoriale" anche senza guadagnarci. E prodotto editoriale è tutto: è l'informazione, ma è anche qualcosa che "forma" o "intrattiene" il destinatario (art. 2). I mezzi di diffusione di questo prodotto sono sullo stesso piano, web incluso.
Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e padre della riforma, sdrammatizza: "Lo spirito del nostro progetto non è certo questo. Non abbiamo interesse a toccare i siti amatoriali o i blog personali, non sarebbe praticabile".
Un esempio concreto però si può fare: il blog di Beppe Grillo... e quello di molti altri "dissidenti" rischiano grosso. Parola all'avvocato Sabrina Peron: "questo nuovo disegno di legge classifica la diffamazione in Internet come aggravata. Diventa a pieno una forma di diffamazione, diciamo così, a mezzo stampa". Anche internet, quindi, entrerebbe a pieno titolo nell'orbita delle norme penali sulla stampa. Conseguenza: ogni sito, se tenuto all'iscrizione al ROC, dovrà anche dotarsi di un editore e di un giornalista nel ruolo di direttore responsabile ed entrambi saranno tenuti a rispondere del reato di omesso controllo su contenuti diffamatori.
In Italia esisterà ancora un'informazione libera?
mercoledì 17 ottobre 2007
"Avoid boring people. Lessons from a life in science"
Se il titolo del libro è tutto un programma "Evitare le persone noiose. Lezioni da una vita passata nella scienza", l'autore lo ancora di più. James Watson, scienziato e premio Nobel per la medicina (1950), ha rotto gli indugi ed ha affermato la sua verità: "Vedo nere le prospettive del continente africano, dal momento che tutte le nostre politiche sociali si basano sul fatto che la loro intelligenza sia pari alla nostra, mentre tutti i test lo smentiscono. (...) Non c’è un valido motivo per prevedere che le capacità intellettive delle persone divise geograficamente al momento della loro evoluzione si siano esplicate in maniera identica. Il nostro desiderio di attribuire uguali capacità razionali, come una sorta di patrimonio universale dell’umanità, non è sufficiente per renderlo reale. Basta chiederlo a persone che hanno avuto a che fare con dipendenti neri".
Secondo Watson le sue parole verranno ulteriormente confermate dalla medicina, con la scoperta dei geni responsabili di tale diversità intellettuale, nell'arco dei prossimi 10 anni.
Celebre un'altra sua affermazione riguardo la manipolazione genetica degli esseri umani: "La gente pensa che sarebbe orribile se facessimo tutte le ragazze belle, io credo invece che sarebbe meraviglioso".
Secondo Watson le sue parole verranno ulteriormente confermate dalla medicina, con la scoperta dei geni responsabili di tale diversità intellettuale, nell'arco dei prossimi 10 anni.
Celebre un'altra sua affermazione riguardo la manipolazione genetica degli esseri umani: "La gente pensa che sarebbe orribile se facessimo tutte le ragazze belle, io credo invece che sarebbe meraviglioso".
martedì 16 ottobre 2007
la farsa delle farse
Una volta si diceva "arrampicarsi sugli specchi" ora "vincere all'enalotto". Per scoprire l'assassino di Chiara Poggi gli inquirenti sono arrivati ad optare per l'uso dei satelliti, chiedendo aiuto agli americani. Questo delitto si sta trasformando in un romanzo di fantascienza: a 50 km da Garlasco c'è la base americana di Cameri, un obiettivo sensibile e dunque monitorato dal cielo. Pertanto i carabinieri del Comando provinciale di Pavia (ed il pm Rosa Muscio che ha approvato il tentativo) pensano che su di essa l'occhio satellitare potrebbe essersi fermato proprio quel giorno, proprio nell'arco orario (9-12) dell'omicidio.
Nell'articolo che appare sul Corriere della Sera si legge: "I satelliti Usa -specie quelli sofisticati di ultima generazione che la Difesa sta sperimentando in funzione antiterroristica- hanno capacità decisamente avanzate sia nella ripresa delle immagini, sia nella loro definizione. E se lo zoom di un satellite spia americano quella mattina avesse puntato sul territorio attorno all'aeroporto militare?".
Così giusto per dare una sbirciatina in giro, chissà mai che identifichi i ladri d'autoradio che infestano la zona intorno alla base. Ma questi satelliti sono gli stessi che non sono riusciti a trovare Bin Laden nel deserto afgano?
Dalla fantascienza al ridicolo. "Sappiamo che trovare un dettaglio utile seguendo la via satellitare sarebbe come vincere all'enalotto" ammette un ufficiale dei carabinieri. "Anche perché -prosegue il graduato- non è che i satelliti registrano tutto e tutti in tempo reale e poi conservano i dati. Non è così facile. Ci vuole una fortuna sfacciata e non possiamo dire di puntarci molto, è chiaro. Ma non si sa mai".
Già, perchè provare non costa niente...
Nell'articolo che appare sul Corriere della Sera si legge: "I satelliti Usa -specie quelli sofisticati di ultima generazione che la Difesa sta sperimentando in funzione antiterroristica- hanno capacità decisamente avanzate sia nella ripresa delle immagini, sia nella loro definizione. E se lo zoom di un satellite spia americano quella mattina avesse puntato sul territorio attorno all'aeroporto militare?".
Così giusto per dare una sbirciatina in giro, chissà mai che identifichi i ladri d'autoradio che infestano la zona intorno alla base. Ma questi satelliti sono gli stessi che non sono riusciti a trovare Bin Laden nel deserto afgano?
Dalla fantascienza al ridicolo. "Sappiamo che trovare un dettaglio utile seguendo la via satellitare sarebbe come vincere all'enalotto" ammette un ufficiale dei carabinieri. "Anche perché -prosegue il graduato- non è che i satelliti registrano tutto e tutti in tempo reale e poi conservano i dati. Non è così facile. Ci vuole una fortuna sfacciata e non possiamo dire di puntarci molto, è chiaro. Ma non si sa mai".
Già, perchè provare non costa niente...
lunedì 15 ottobre 2007
fuoco cammina con me
La suggetione può avere effetti devastanti. Nelle fiamme di questo falò Padre Jarek Cielecki rivede Karol Wojtyla con il braccio destro alzato nell'atto di benedire: "sono immagini che somigliano al servo di Dio Giovanni Paolo II".
E già si grida al miracolo.
Padre Cielecki, è doveroso ricordarlo, è lo stesso che disse, in occasione della morte del papa polacco: "ad un certo punto, pochi istanti prima di morire, il Papa ha alzato la mano destra muovendola in un evidente, benché soltanto accennato, gesto di benedizione".
A questo punto: suggestione o stupefacenti?
sabato 13 ottobre 2007
che cesso di casa!
Una villa di oltre 400 metri quadrati a forma di water, in mezzo a un parco, costata 1,6 milioni di dollari.
Seguendo il consiglio della nonna: "I bambini che nascono in bagno hanno una vita più lunga e sana", l'imprenditore Sim Jae-Duck ha fatto dei servizi igienici una cultura. La villa ne è solo una conseguenza. Per chi volesse vederla dal vivo, la sua igenica residenza si trova a Suwenon, una cittadina 40 km a sud di Seul, in Corea del Sud.
giovedì 11 ottobre 2007
anche Hitler candidato per la lista asfalto che ride!
Le idee di Carcarlo Pravettoni non erano del tutto prive di fondamento. A quanto pare tra i suoi fan avrebbe avuto anche il baffetto più malefico che la storia ricordi, il Fuhrer. Sì perchè pure Adolf Hitler, come l'impareggiabile imprenditore inventato dalla mente del comico Bebo Storti, amava l'asfalto: "se non ci è permesso di parlare dei valori della famiglia nazisti, allora non possiamo nemmeno parlare delle autostrade che furono costruite allora e sulle quali ancora guidiamo". Questo il sagace commento di Eva Herman, ex conduttrice tv ed autrice del best seller "Il principio di Eva: per una nuova femminilità", in un dibattito sul suo licenziamento dalla rete pubblica tedesca Ard.
mercoledì 10 ottobre 2007
la strada più veloce e semplice per fare denaro
Per comprare tesine e lavori universitari molte studentesse di Cambridge si prostituiscono o lavorano in locali di strip-tease. Pratica pericolosa visto che chi viene scoperto rischia l'esplusione. Ovviamente l'espulsione è prevista per chi compra le tesine, non per chi si procura soldi facili.
Il tariffarrio di una ragazza squillo è sulle 50 sterline l'ora: "precedentemente avevo un lavoro normale, ma questo non mi fruttava abbastanza. Ho incontrato altre studentesse che fanno lo stesso lavoro. Una volta che hai cominciato, ti appare seducente". In uno strip-tease club invece, solo per ballare, si portano a casa 100 sterline a sera. Tra le accompagnatrici, le "Oxbridges" sono le ragazze più richieste: "ai clienti piace il fatto che io sia una studentessa di Cambridge". 300 sterline ad incontro.
Il tariffarrio di una ragazza squillo è sulle 50 sterline l'ora: "precedentemente avevo un lavoro normale, ma questo non mi fruttava abbastanza. Ho incontrato altre studentesse che fanno lo stesso lavoro. Una volta che hai cominciato, ti appare seducente". In uno strip-tease club invece, solo per ballare, si portano a casa 100 sterline a sera. Tra le accompagnatrici, le "Oxbridges" sono le ragazze più richieste: "ai clienti piace il fatto che io sia una studentessa di Cambridge". 300 sterline ad incontro.
martedì 9 ottobre 2007
tennis e corruzione
I sospetti si fanno sempre più concreti. A dar man forte al j'accuse estivo di Volandri ed Henman, si aggiungono le dichiarazioni del nuovo best player britannico Andy Murray: "Alcuni match di tornei Atp sono truccati. È piuttosto triste per tutti i giocatori, ma queste cose si sanno. È difficile dimostrare se un giocatore ha provato a vincere oppure no, perché basta sbagliare negli ultimi game del set per perdere un incontro".
Per il momento l'ATP Tour ha avviato un'inchiesta interna, nessun provvedimento disciplinare per alcun giocatore.
Per il momento l'ATP Tour ha avviato un'inchiesta interna, nessun provvedimento disciplinare per alcun giocatore.
il fantasma formaggino!!!
Oltre che dalla famiglia Bush, la Casa Bianca sarebbe abitata da «milioni di fantasmi». Ne è convinta Jenna Bush. La figlia del presidente americano, impegnata in questi giorni nel tour promozionale del suo primo libro, ha rivelato in una intervista di avere paura a dormire nella più famosa residenza degli Stati Uniti. Jenna, che quando dorme alla Casa Bianca usa la stessa camera da letto a suo tempo abitata da Chelsea Clinton (situata non lontano da quella dei genitori), ha detto che la storica abitazione contiene «milioni di fantasmi» e ha ammesso di avere preso «più di uno spavento» nelle notti trascorse nella residenza della prima famiglia d'America.
(da www.corriere.it)
Delle due l'una:
O i fantasmi non esistono e il mondo è nelle mani di una famiglia di squilibrati totali
Oppure i fantasmi esistono per davvero e non c'è affatto da sorprendersi che milioni di vittime di genocidi made in USA sappiano chi andare a tormentare...
(da www.corriere.it)
Delle due l'una:
O i fantasmi non esistono e il mondo è nelle mani di una famiglia di squilibrati totali
Oppure i fantasmi esistono per davvero e non c'è affatto da sorprendersi che milioni di vittime di genocidi made in USA sappiano chi andare a tormentare...
venerdì 5 ottobre 2007
c'è vita su Marte?
Bisognerebbe chiederlo a Padoa-Schioppa, visto che non vive su questo pianeta!
Ieri il Ministro dell'Economia se n'è uscito dicendo: "Mandiamo i bamboccioni fuori di casa" e questo grazie agli incentivi previsti nella nuova Finanziaria. "Incentiviamo a uscire di casa i giovani che restano con i genitori, non si sposano e non diventano autonomi. È un'idea importante" continua il Ministro.
Ma quali sono queti incentivi?
Il governo ha introdotto in Finanziaria la possibilità per i giovani, in un'età compresa tra i 20 e i 30 anni, di usufruire di detrazioni fiscali sugli affitti, sempre che la casa non sia l'abitazione principale dei genitori. La nuova detrazione varia dai 495,8 euro in 3 anni, se il reddito complessivo è compreso tra 30.987,41 euro e 15.493,71 euro, ai 991,6 euro (sempre in 3 anni) se il reddito non supera i 15.493,71 euro.
Ovviamente si parla di reddito lordo. Un lordo di 15.500 euro equivale a circa 11.600 euro netti. Vivere con 12.000 euro all'anno (1.000 euro al mese) a Milano, dove un affitto medio costa 8.400 euro (700 euro al mese) è fantascienza! Certo, con una detrazione di 1.000 euro in 3 anni (333 euro annui) cambia tutto.
Ieri il Ministro dell'Economia se n'è uscito dicendo: "Mandiamo i bamboccioni fuori di casa" e questo grazie agli incentivi previsti nella nuova Finanziaria. "Incentiviamo a uscire di casa i giovani che restano con i genitori, non si sposano e non diventano autonomi. È un'idea importante" continua il Ministro.
Ma quali sono queti incentivi?
Il governo ha introdotto in Finanziaria la possibilità per i giovani, in un'età compresa tra i 20 e i 30 anni, di usufruire di detrazioni fiscali sugli affitti, sempre che la casa non sia l'abitazione principale dei genitori. La nuova detrazione varia dai 495,8 euro in 3 anni, se il reddito complessivo è compreso tra 30.987,41 euro e 15.493,71 euro, ai 991,6 euro (sempre in 3 anni) se il reddito non supera i 15.493,71 euro.
Ovviamente si parla di reddito lordo. Un lordo di 15.500 euro equivale a circa 11.600 euro netti. Vivere con 12.000 euro all'anno (1.000 euro al mese) a Milano, dove un affitto medio costa 8.400 euro (700 euro al mese) è fantascienza! Certo, con una detrazione di 1.000 euro in 3 anni (333 euro annui) cambia tutto.
martedì 2 ottobre 2007
scuola: solo 4 giorni a settimana
Una notizia che farà la felicità dei bambini, francesi. Il nuovo governo Sarkozy ha deciso che dall'anno prossimo gli studenti delle elementari avranno, oltre allo storico mercoledì di vacanza, anche la settimana corta.
Il taglio di circa 100 ore d'insegnamento è stato giustificato dal governo come una misura d'allineamento allo "standard europeo", infatti la media europea si attesta sulle 800 ore mentre la Francia attualmente è a 958 ore l'anno. Dopo l'avvento della rifoma le ore d'insegnamento francesi annue scenderanno a 864.
In Italia siamo a quota 980!
Ben oltre i cugini d'oltralpe, ben oltre la media europea. Ma siamo estremamente coerenti nelle nostre scelte: la soluzione francese in Italia viene bocciata da tutti, a cominciare dalle famiglie e a seguire professori, dirigenti scolastici e pedagogisti. Per il viceministro alla Pubblica Istruzione Angela Bastico dietro parole come essenzialità dei saperi ed alleggerimento (molto di moda tra i galletti) si nasconde in realtà un'offerta formativa più povera: "Sotto un certo numero di ore resta soltanto una possibilità, quella della lezione in aula, da una parte il maestro e dall'altra i bambini; senza laboratori di lingue, senza la minima possibilità di un apprendimento sperimentale".
Quindi il fulcro del discorso sono giustamente i bambini. No, perchè il vero motivo è un problema che nessuno sa risolvere: i bambini italiani come e dove passerebbero il tempo sottratto alla scuola?
"In Italia siamo di fronte a una totalizzazione del tempo dei bambini da parte della scuola. Un adulto passa meno tempo in azienda. Ma se le alternative sono i videogiochi, la tv o la nonna semianalfabeta meglio la scuola" (Luisa Ribolzi, sociologa dell'educazione).
Il taglio di circa 100 ore d'insegnamento è stato giustificato dal governo come una misura d'allineamento allo "standard europeo", infatti la media europea si attesta sulle 800 ore mentre la Francia attualmente è a 958 ore l'anno. Dopo l'avvento della rifoma le ore d'insegnamento francesi annue scenderanno a 864.
In Italia siamo a quota 980!
Ben oltre i cugini d'oltralpe, ben oltre la media europea. Ma siamo estremamente coerenti nelle nostre scelte: la soluzione francese in Italia viene bocciata da tutti, a cominciare dalle famiglie e a seguire professori, dirigenti scolastici e pedagogisti. Per il viceministro alla Pubblica Istruzione Angela Bastico dietro parole come essenzialità dei saperi ed alleggerimento (molto di moda tra i galletti) si nasconde in realtà un'offerta formativa più povera: "Sotto un certo numero di ore resta soltanto una possibilità, quella della lezione in aula, da una parte il maestro e dall'altra i bambini; senza laboratori di lingue, senza la minima possibilità di un apprendimento sperimentale".
Quindi il fulcro del discorso sono giustamente i bambini. No, perchè il vero motivo è un problema che nessuno sa risolvere: i bambini italiani come e dove passerebbero il tempo sottratto alla scuola?
"In Italia siamo di fronte a una totalizzazione del tempo dei bambini da parte della scuola. Un adulto passa meno tempo in azienda. Ma se le alternative sono i videogiochi, la tv o la nonna semianalfabeta meglio la scuola" (Luisa Ribolzi, sociologa dell'educazione).
lunedì 1 ottobre 2007
passatempi da Guinness
Ci sono voluti quasi 2 mesi e mezzo ma allla fine il recordman del "salto del sasso sull'acqua" è stato ufficialmente riconosciuto. Il suo nome è Russell Byars, ha 43 anni e viene dalla Pennsylvania. Il suo sasso, lanciato il 19 luglio 2007, ha percorso circa 76 metri ed ha effettuato 51 rimbalzi sull'acqua prima di affondare.
Questi i numeri snocciolati dagli esperti del Guinness World Records dopo aver analizzato minuziosamente il filmato del lancio, controllando i cerchi concentrici lasciati sull'acqua a ciascun rimbalzo.
Questi i numeri snocciolati dagli esperti del Guinness World Records dopo aver analizzato minuziosamente il filmato del lancio, controllando i cerchi concentrici lasciati sull'acqua a ciascun rimbalzo.
eiaculazione precoce
Troppo rapidi i giornalisti a scrivere dalla pace tra Grillo e Mastella, troppo rapidi 4 milioni di italiani a letto. Per fermare le impertinenti penne a caccia di scoop non si è ancora trovato rimedio, per l'eiaculazione precoce invece parrebbe di sì: una pillola a base di dapoxetina da assumere 3 ore prima del rapporto. "La dapoxetina -spiega Vincenzo Mirone, presidente della Società italiana di Urologia- è un antidepressivo che, a differenza degli altri psicofarmaci, non fa calare il desiderio sessuale".
Il farmaco, già sugli scaffali dei drug store americani, è atteso al debutto in Italia per l'inizio del 2008.
Il farmaco, già sugli scaffali dei drug store americani, è atteso al debutto in Italia per l'inizio del 2008.
venerdì 28 settembre 2007
rosso Myanmar
In Birmania c'era la dittatura, poi nel 1988 un golpe portò al potere un regime militare e dal 1989 la Birmania non c'è più. C'è il Myanmar, un nome etnicamente corretto per un paese che è sempre lo stesso e vive delle sue contraddizioni. 43 milioni di abitanti su una superficie che è il doppio dell'Italia.
Questo è quello che succede oggi in Myanmar: le pacifiche proteste del popolo (guidato dai monaci buddisti) vengono represse nel sangue dalla polizia del regime.
"In support of our incredibly brave friends in Burma: May all people around the world wear red shirt on Friday 28. Please forward!".
Questo è quello che succede oggi in Myanmar: le pacifiche proteste del popolo (guidato dai monaci buddisti) vengono represse nel sangue dalla polizia del regime.
"In support of our incredibly brave friends in Burma: May all people around the world wear red shirt on Friday 28. Please forward!".
giovedì 27 settembre 2007
caccia alle streghe
Un attacco mediatico?
Un'intimidazione?
La verità?
Un'intimidazione?
La verità?
L'ira di Mastella e la solidarietà di Prodi.
mercoledì 26 settembre 2007
so cosa hai fatto
Non è la recensione di un film, ma l'unico commento possibile alle parole pronunciate a Ballarò del ministro Clemente Mastella: "Ho visto un cartello nel vostro servizio con su scritto 'Mastella ti odio'. Io non ci sto: perché l'odio? Cosa ho fatto? Io non ho fatto né più né meno degli altri ministri".
martedì 25 settembre 2007
domenica 23 settembre 2007
c'é sempre qualcosa, dietro
Questione di culo: a miss Italia si discute sul Lato B, perché la più bella d’italia si deve valutare nel suo complesso. Il riassunto lo fa Guillermo Mariotto: “Una miss Italia che si rispetti deve avere bel culo, bel seno e bel sorriso”.
Daniela Santanchè, deputato di An, è la più scandalizzata: "Una volta, a Miss Italia c'era più rispetto per le candidate. Ora con Corona, Vallettopoli e il turpiloquio di Beppe Grillo è tutto degenerato".
Daniela Santanchè, deputato di An, è la più scandalizzata: "Una volta, a Miss Italia c'era più rispetto per le candidate. Ora con Corona, Vallettopoli e il turpiloquio di Beppe Grillo è tutto degenerato".
venerdì 21 settembre 2007
le due anime del grillismo e la società civile, con permesso
“Grillo. Replica choc al Tg2: se sparassero al direttore?". Venerdì 21 settembre, mattina: questo è il terzo titolo lanciato sul sito del Corriere. La sera prima Grillo era a Codroipo (Udine) per un suo spettacolo. Dopo aver lasciato le telecamere Rai fuori, ma consapevole della probabilità che qualche giornalista potesse essere in sala, il comico lascia partire il filmato dell’editoriale in cui Mazza agita il pericolo-Grillo: “Cosa accadrebbe se un mattino qualcuno, ascoltati quegli insulti, premesse all'improvviso il grilletto?”, “…e ti sparasse nel culo?” completa Grillo.
Una boutade liberatoria per il comico che aveva evitato di replicare a Mazza, una battuta discutibile ma del tutto innocua, se contestualizzata, che si è prestata perfettamente a un’apertura col botto sul Corriere. Questo gioco va avanti da tredici giorni, dal V-Day, dalle distinzioni sul vaffanculo buono e quello cattivo. Gli epiteti più benevolenti dedicati a Grillo sono stati qualunquista, demagogo e populista, poi, a briglia sciolta, fascista, eversore e “apprendista stregone, ispiratore di attentati”. Molti giornalisti più o meno di sinistra e più o meno alternativi –da Severgnini a Scalfari, da Zucconi a Serra– hanno fatto spallucce, o stigmatizzato le apparenze di ignoranza o violenza di Grillo e “grillini” tutti.
I telegiornali hanno ispessito il loro “panino” politico con un paio di acri fettine di grillo-pensiero e sono passati a più serie questioni (tipo il matrimonio di Baldini, l’amico di Fiorello, nel giorno in cui oltre 300.000 persone firmavano per una legge d’iniziativa popolare). Lo si attacca inventando, travisando, ignorando, o pubblicando esclusivamente foto in cui Grillo sembra un iconoclasta idrofobo. E’ un fuoco di sbarramento mediatico con cui la “casta” allargata, o “sistema”, ha scelto di dedicarsi alla forma verbale del comico, anziché alle battaglie di sostanza che conduce da anni, o alle centinaia di migliaia di cittadini, eterogenei fra loro, che hanno trovato del valore nei suoi messaggi.
Ecco: la società civile, forse e finalmente. Quella stessa che, se compra 1 milione di copie de “La Casta” di Stella e Rizzo, diventa fenomeno, ma non importa, perché non si coagula e non agisce (la stessa cosa per le 800.000 copie di “Gomorra” di Saviano). E che se legge che, nonostante “La Casta”, le spese della Camera sono aumentate anche nel 2007 (notizia di ieri); o che l’ex Ministro dei Trasporti (!) Burlando ha guidato per oltre 1 chilometro contromano sulla A10, ma, fermato dalla polizia, non è stato nemmeno multato perché ha mostrato il tesserino da (ex) parlamentare (notizia di oggi); questa società civile si indigna, ma non può (non sa come) ribellarsi.
Invece Grillo e Internet hanno saputo metterla assieme, fornirle una struttura dove dialogare e organizzarsi intorno a valori comuni. Questo è il cerchio che il comico è riuscito a far quadrare. Ed è questo che mette ansia al sistema. E allo stesso tempo, che Grillo e le persone che parlano con lui e attraverso lui, si confrontino da tempo su ambiente, salute, tecnologie, legalità, lavoro, pezzi di vita vera. Questo è il miglior Grillo, che capisce come gira il mondo, sa come organizzarsi e, lungi dal gettarsi in una campagna solitaria e facilona, ha ottenuto appoggi e consulenze da giornalisti (Travaglio, Gabanelli, ma anche Iacona, Spinelli e Sartori se ne sono occupati con interesse), scienziati, economisti, organizzazioni.
Attenzione, Grillo non è un messia, non ha sempre ragione, non sceglie sempre i toni giusti, e forse gode persino del successo che sta avendo. E su questi aspetti è facile la critica. Pensino, i critici di Grillo e del grillismo, che persino fra chi lo ascolta c’è chi pensa, e non condivide sempre e comunque ciò che il comico propone, per forma e contenuti. La battuta di ieri a Codroipo, o il Prodi-Alzheimer, per esempio, sono probabilmente eccessivi. E non tanto per la loro pericolosità, o per la qualità delle battute, in questi casi non raffinatissime. E’ però una questione di opportunità.
Prima dell’otto settembre Grillo non esisteva perché in tv e sui giornali non si vedeva. Ora, invece, ogni volta che il comico scivola su qualcosa, anche di non serio, finisce in prima pagina, con determinati titoli e fotografie. Dopo il V-Day Grillo ha una nuova responsabilità. Certo, chi lo chiama a forza in politica sbaglia: Grillo non diventerà un politico, si trova molto meglio come comico della resistenza, come osservatore esterno critico e arrabbiato. Ed è proprio per questo che i politici lo “invocano” nella loro arena: per normalizzarlo, per comprenderlo e combatterlo meglio, per riassorbire una scheggia che dall’esterno sa come incidere il sistema.
Allora continui a fare il comico, a urlare e sfottere, ma con la consapevolezza della nuova e vischiosa visibilità che ha acquisito. Il Rambo dell’invettiva provi a usare di più il fioretto e meno le granate per combattere le sue battaglie, spesso sacrosante. Sarà più facile, così, che arrivi davvero quella ventata che ripulirà un po’ la palude della casta. E sarà più complicato schivare i contenuti forti di Grillo e di tanti cittadini, a partire dalla legge d’iniziativa popolare, ineccepibile nell’ispirazione, discutibile nei singoli punti, e che ora, infatti, dovrà essere discussa in parlamento. Tra l’anima del fustigatore iracondo, strumentalizzata dai media e dai politici, e quella del sagace mobilitatore, i cui argomenti hanno un peso specifico inequivocabile, cerchi un equilibrio. Che continui a dare risonanza alla voce di cittadini stanchi da decenni.
Una boutade liberatoria per il comico che aveva evitato di replicare a Mazza, una battuta discutibile ma del tutto innocua, se contestualizzata, che si è prestata perfettamente a un’apertura col botto sul Corriere. Questo gioco va avanti da tredici giorni, dal V-Day, dalle distinzioni sul vaffanculo buono e quello cattivo. Gli epiteti più benevolenti dedicati a Grillo sono stati qualunquista, demagogo e populista, poi, a briglia sciolta, fascista, eversore e “apprendista stregone, ispiratore di attentati”. Molti giornalisti più o meno di sinistra e più o meno alternativi –da Severgnini a Scalfari, da Zucconi a Serra– hanno fatto spallucce, o stigmatizzato le apparenze di ignoranza o violenza di Grillo e “grillini” tutti.
I telegiornali hanno ispessito il loro “panino” politico con un paio di acri fettine di grillo-pensiero e sono passati a più serie questioni (tipo il matrimonio di Baldini, l’amico di Fiorello, nel giorno in cui oltre 300.000 persone firmavano per una legge d’iniziativa popolare). Lo si attacca inventando, travisando, ignorando, o pubblicando esclusivamente foto in cui Grillo sembra un iconoclasta idrofobo. E’ un fuoco di sbarramento mediatico con cui la “casta” allargata, o “sistema”, ha scelto di dedicarsi alla forma verbale del comico, anziché alle battaglie di sostanza che conduce da anni, o alle centinaia di migliaia di cittadini, eterogenei fra loro, che hanno trovato del valore nei suoi messaggi.
Ecco: la società civile, forse e finalmente. Quella stessa che, se compra 1 milione di copie de “La Casta” di Stella e Rizzo, diventa fenomeno, ma non importa, perché non si coagula e non agisce (la stessa cosa per le 800.000 copie di “Gomorra” di Saviano). E che se legge che, nonostante “La Casta”, le spese della Camera sono aumentate anche nel 2007 (notizia di ieri); o che l’ex Ministro dei Trasporti (!) Burlando ha guidato per oltre 1 chilometro contromano sulla A10, ma, fermato dalla polizia, non è stato nemmeno multato perché ha mostrato il tesserino da (ex) parlamentare (notizia di oggi); questa società civile si indigna, ma non può (non sa come) ribellarsi.
Invece Grillo e Internet hanno saputo metterla assieme, fornirle una struttura dove dialogare e organizzarsi intorno a valori comuni. Questo è il cerchio che il comico è riuscito a far quadrare. Ed è questo che mette ansia al sistema. E allo stesso tempo, che Grillo e le persone che parlano con lui e attraverso lui, si confrontino da tempo su ambiente, salute, tecnologie, legalità, lavoro, pezzi di vita vera. Questo è il miglior Grillo, che capisce come gira il mondo, sa come organizzarsi e, lungi dal gettarsi in una campagna solitaria e facilona, ha ottenuto appoggi e consulenze da giornalisti (Travaglio, Gabanelli, ma anche Iacona, Spinelli e Sartori se ne sono occupati con interesse), scienziati, economisti, organizzazioni.
Attenzione, Grillo non è un messia, non ha sempre ragione, non sceglie sempre i toni giusti, e forse gode persino del successo che sta avendo. E su questi aspetti è facile la critica. Pensino, i critici di Grillo e del grillismo, che persino fra chi lo ascolta c’è chi pensa, e non condivide sempre e comunque ciò che il comico propone, per forma e contenuti. La battuta di ieri a Codroipo, o il Prodi-Alzheimer, per esempio, sono probabilmente eccessivi. E non tanto per la loro pericolosità, o per la qualità delle battute, in questi casi non raffinatissime. E’ però una questione di opportunità.
Prima dell’otto settembre Grillo non esisteva perché in tv e sui giornali non si vedeva. Ora, invece, ogni volta che il comico scivola su qualcosa, anche di non serio, finisce in prima pagina, con determinati titoli e fotografie. Dopo il V-Day Grillo ha una nuova responsabilità. Certo, chi lo chiama a forza in politica sbaglia: Grillo non diventerà un politico, si trova molto meglio come comico della resistenza, come osservatore esterno critico e arrabbiato. Ed è proprio per questo che i politici lo “invocano” nella loro arena: per normalizzarlo, per comprenderlo e combatterlo meglio, per riassorbire una scheggia che dall’esterno sa come incidere il sistema.
Allora continui a fare il comico, a urlare e sfottere, ma con la consapevolezza della nuova e vischiosa visibilità che ha acquisito. Il Rambo dell’invettiva provi a usare di più il fioretto e meno le granate per combattere le sue battaglie, spesso sacrosante. Sarà più facile, così, che arrivi davvero quella ventata che ripulirà un po’ la palude della casta. E sarà più complicato schivare i contenuti forti di Grillo e di tanti cittadini, a partire dalla legge d’iniziativa popolare, ineccepibile nell’ispirazione, discutibile nei singoli punti, e che ora, infatti, dovrà essere discussa in parlamento. Tra l’anima del fustigatore iracondo, strumentalizzata dai media e dai politici, e quella del sagace mobilitatore, i cui argomenti hanno un peso specifico inequivocabile, cerchi un equilibrio. Che continui a dare risonanza alla voce di cittadini stanchi da decenni.
guidare contromano in autostrada: ai deputati è permesso
Sembra uno scherzo, una burla, invece è tutto vero: Claudio Burlando, il governatore della Liguria, é stato fermato da una pattuglia della polizia dopo aver guidato per oltre 1 chilometro contromano in autostrada. Agli agenti al posto della patente ha mostrato il tesserino da deputato e spavaldamente ha ammesso le sue colpe. La sua onestà viene premiata, gli agenti se ne vanno senza nemmeno fargli la multa.
questa la relazione di servizio degli agenti: "Verso le ore 12,15 la pattuglia veniva inviata dal locale Centro Operativo Autostradale presso il casello di Genova-Aeroporto (la centrale è stata allertata da svariate telefonate di automobilisti). Giunti sul posto venivamo avvicinati da tre persone (gli occupanti dell'ultima vettura che stava per essere centrata dalla macchina del Presidente). Asserivano di essersi trovati l'autovettura Mitsubishi Space Runner targata AH... procedere contromano. Alla guida della Mitsubishi si trovava tale Burlando Claudio, nato a Genova il 27.04.1954, identificato mediante tessera della Camera dei Deputati numero 938...". Precisano gli agenti: "Quest'ultimo ammetteva quanto sostenuto dagli utenti senza dare un giustificato motivo alla manovra effettuata".
Ultime righe della relazione: "La pattuglia, non avendo comunque accertato l'infrazione in oggetto, si asteneva dal contestare alcun tipo di sanzione, limitandosi ad informare il comandante telefonicamente e a redigere la presente".
Per i "comuni mortali" il Codice della Strada prevede per la guida contromano 4 punti in meno sulla patente; 10 in caso di curve e strade divise da carreggiate separate.
questa la relazione di servizio degli agenti: "Verso le ore 12,15 la pattuglia veniva inviata dal locale Centro Operativo Autostradale presso il casello di Genova-Aeroporto (la centrale è stata allertata da svariate telefonate di automobilisti). Giunti sul posto venivamo avvicinati da tre persone (gli occupanti dell'ultima vettura che stava per essere centrata dalla macchina del Presidente). Asserivano di essersi trovati l'autovettura Mitsubishi Space Runner targata AH... procedere contromano. Alla guida della Mitsubishi si trovava tale Burlando Claudio, nato a Genova il 27.04.1954, identificato mediante tessera della Camera dei Deputati numero 938...". Precisano gli agenti: "Quest'ultimo ammetteva quanto sostenuto dagli utenti senza dare un giustificato motivo alla manovra effettuata".
Ultime righe della relazione: "La pattuglia, non avendo comunque accertato l'infrazione in oggetto, si asteneva dal contestare alcun tipo di sanzione, limitandosi ad informare il comandante telefonicamente e a redigere la presente".
Per i "comuni mortali" il Codice della Strada prevede per la guida contromano 4 punti in meno sulla patente; 10 in caso di curve e strade divise da carreggiate separate.
giovedì 20 settembre 2007
'Mazza che Merlo!
Dopo l'editoriale di Mazza (su Grillo ed i cattivi maestri) anche Merlo (deputato dell'Ulivo e vicepresidente della Vigilanza Rai) espirme la propria opinione: "Sarei in difficoltà se dovessi contestare la tesi del direttore del Tg2 quando ricorda che la violenza verbale può sfociare, a volte inconsapevolmente, in violenza fisica. La cultura democratica non può tollerare un confronto politico basato sugli insulti, sulla delegittimazione totale, politica e morale, dell'avversario".
Ne ferisce più la penna che la spada o la bocca di un comico a quanto pare. Peccato che delegittimati a governare siano gli stessi parlamentari italiani. Delegittimati dal popolo stesso che (non) li ha eletti.
Ne ferisce più la penna che la spada o la bocca di un comico a quanto pare. Peccato che delegittimati a governare siano gli stessi parlamentari italiani. Delegittimati dal popolo stesso che (non) li ha eletti.
mercoledì 19 settembre 2007
le responsabilità dei media sull'antipolitica
Ne parla anche il Presidente della Repubblica, lo allarma il "danno" che procura un’informazione concentrata soltanto in "rappresentazioni unilaterali della realtà".
E ci voleva il V-Day per farglielo capire?
A quanto pare sì, visto che solo ora si sente inquieto per "le ricadute che può avere la denuncia indiscriminata e magari approssimativa, non puntuale, sensazionalistica dello stesso mondo della politica e delle istituzioni". Richiama anche al dovere di "coniugare principio di realtà e principio di responsabilità", senza per questo "accettare censure o infliggersi autocensure".
E' importante tenere conto delle conseguenze "di quel che si scrive o si comunica, specie quando si informi, si indaghi, si denunci in materia di politica e di istituzioni".
Per questo il Parlamento vuole imbavagliare i giornalisti con una legge per "limitare" l'utilizzo delle intercettazioni: prevedendo pesanti sanzioni (anche penali) ai giornalisti, negando la possibilità di accedere alle intercettazioni durante le indagini preliminari e considerata la durata dei processi in Italia, con questa nuova legge non si saprebbe mai nulla.
C’è infatti "un interesse generale" da preservare sempre.... sì, la poltrona del potere!
E ci voleva il V-Day per farglielo capire?
A quanto pare sì, visto che solo ora si sente inquieto per "le ricadute che può avere la denuncia indiscriminata e magari approssimativa, non puntuale, sensazionalistica dello stesso mondo della politica e delle istituzioni". Richiama anche al dovere di "coniugare principio di realtà e principio di responsabilità", senza per questo "accettare censure o infliggersi autocensure".
E' importante tenere conto delle conseguenze "di quel che si scrive o si comunica, specie quando si informi, si indaghi, si denunci in materia di politica e di istituzioni".
Per questo il Parlamento vuole imbavagliare i giornalisti con una legge per "limitare" l'utilizzo delle intercettazioni: prevedendo pesanti sanzioni (anche penali) ai giornalisti, negando la possibilità di accedere alle intercettazioni durante le indagini preliminari e considerata la durata dei processi in Italia, con questa nuova legge non si saprebbe mai nulla.
C’è infatti "un interesse generale" da preservare sempre.... sì, la poltrona del potere!
"I politici cercano di proteggere sé stessi, negando ai cittadini la possibilità di verificare la loro condotta politica".
(A. Di Pietro)
venerdì 14 settembre 2007
D'Alema e De André
Capita durante un'intervista di fare qualche citazione, così per darsi un tono o per enfatizzare il concetto espresso. A Bologna si sta svolgendo la Festa dell'Unità, nella sala "14 ottobre" Bianca Berlinguer intervista il ministro degli Esteri. Parole da saggio, segnala l'intervistatrice. E D'Alema: «Ricordo quella canzone di De André: chi non può più dare il cattivo esempio, può dare buoni consigli».
De André era volutamente ironico in "Bocca di rosa", ossia la canzone che D'Alema cita, e intendeva l'esatto contrario con quel sostantivo "buoni". A questo punto: o D'Alema non riesce neppure a capire il senso di un testo (e non si parla di un saggio di metafisica) o è talmente sfacciato da ammetere pubblicamente che le sue idee sono buone solo per pulirsi il culo.
De André era volutamente ironico in "Bocca di rosa", ossia la canzone che D'Alema cita, e intendeva l'esatto contrario con quel sostantivo "buoni". A questo punto: o D'Alema non riesce neppure a capire il senso di un testo (e non si parla di un saggio di metafisica) o è talmente sfacciato da ammetere pubblicamente che le sue idee sono buone solo per pulirsi il culo.
Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio.
(F. De André)
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